Blue Luminaire

Terroir

2022 (Bella Union)
modern classical, ambient, experimental

Per Nick Martin scrivere una canzone è un atto catartico, un modo per districarsi dall'incertezza di un nuovo inizio onorando tutte le ombre del proprio passato. È anche un mezzo per mettere insieme il mosaico di esperienze e comprendere il presente tracciando il percorso verso la fase successiva.
“Terroir” è il suo album di debutto identificato sotto il moniker Blue Luminaire, progetto nel quale Martin interroga transizioni e cicli con una lente d’ingrandimento garbata ed empatica. Il compositore nato a Oxford e residente a Copenaghen utilizza tutta la sua formazione classica per creare un'esperienza sonora ultraterrena, dalla quale emergono complesse sfaccettature del suo vissuto adolescenziale.

 

Il padre era un pianista, una condizione che guidò il giovane Nick a disconoscere il pop mainstream che riempiva le onde radio del momento, gravitando invece nell’egida di oscuri compositori russi del XIX secolo, per poi giungere fino alle sperimentazioni sonore di Brian Eno.
Queste prime ossessioni hanno forgiato gran parte del linguaggio musicale di Martin, che, col tempo, ha iniziato però ad allontanarsi da tali stringenti confini, per avvicinarsi a qualcosa che potesse comunicare la sua vera essenza artistica.
In quest’opera, il cantautore si pone sotto i riflettori come artista a 360°, percorrendo un nuovo itinerario che parte dal fardello delle esperienze formative d’infanzia, basilari nel gettare le fondamenta del suo essere attuale, denso di vulnerabilità e sentimenti di reazione e crescita intellettuale: in bilico tra mondi quali modern classical, musica da camera, nonché post-rock e venature jazz, quello proposto da Blue Luminaire è esattamente il suono che si colloca nella giusta via di mezzo, un universo sonoro che si estende nello spazio per creare un'esperienza ricorrente.

Ogni canzone è destinata a svolgersi in un preciso momento della giornata, passando dalle fragranze rosa pallido dell'alba (l’opener “Our”, dove si traccia il profondo rapporto non verbale ed emotivo tra madre e figlio, alla nuance tinta d’arancio ruggine e blu indaco del tramonto (“Falling”).
In "Held", Martin dà il benvenuto a Lo Ersare aka Lucky Lo, per una composizione accattivante nella quale diverse frasi ripetute all’ossessione volteggiano fino a trasformarsi in un mantra, mentre il singolo “Let Go” lascia spazio alla sensibilità e alla fluidità della voce solista di Martin, attorniata da accordi che hanno poco di convenzionale (fa capolino anche il clavicembalo).

 

L'elegante esplorazione meditativa di “Terroir” apre un portale distensivo che sollecita la connessione in un territorio che mira sia alla distrazione che all’analisi purificatrice dello sconforto. Martin si è concentrato sull'effetto benefico della musica per il proprio appagamento.
Una delle prerogative maggiori di chi crea arte è la necessità di scavare qualcosa di cupo che aleggia nella propria indole, un celato che nella quotidianità non si vorrebbe mai palesare ai più, ma che si rivela sorprendentemente corroborante; “Terroir” è l’esatta prova che il miglioramento può fiorire anche attraverso l’esternazione dei nostri momenti più bui.

04/09/2022

Tracklist

  1. Our
  2. Let Go
  3. Closeness Sighs
  4. Tangled
  5. Worlds
  6. Learn To Trust
  7. Your Skin Against Mine
  8. Held
  9. Falling




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