Buñuel

Killers Like Us

2022 (La Tempesta Dischi)
noise-rock
6.5

Bentornati nell’inferno sonoro dei Buñuel. Qui potrete trovare speranza e conforto se cercate musica incompromissoria e urticante, magmatica e travolgente. Il supergruppo guidato dalle chitarre diaboliche di Xabier Iriondo e dalla voce disperata di Eugene S. Robinson torna a distanza di quattro anni orfano di Pierpaolo Capovilla, sostituito egregiamente da Andrea Lombardini al basso, per il terzo capitolo della sua storia.
“Killers Like Us” è un lavoro che mantiene le coordinate noise care al combo, cercando di iniettarvi nuova ardente linfa. La ricetta è quindi la stessa dei lavori precedenti: distorsioni malsane, percussioni martellanti e deliri nevrotici che tentano di condurre l’ascoltatore sull’orlo di un’adrenalinica follia.
 
I Buñuel riescono a richiamare queste sensazioni attraverso efficaci assalti frontali come “Crack Shot”, il pezzo più tipicamente alt-rock del lotto, memore forse dei leggendari Six Minute War Madness, che si avventa sulla preda con un basso mastodontico tirato dritto in faccia, ma anche le mitragliate ritmiche di “Roll Call” o la schizofrenia incalzante di “A Prison Of Measured Time”, in assoluto tra i momenti più riusciti del lavoro, non lasciano scampo alcuno a chi si avventura in questi meandri instabili.
“Killers Like Us” presenta anche pezzi meno avventati e più obliqui, si vedano ad esempio il riff ipnotico dalle strutture/storture quasi math di “It’s All Mine” che si distende a sorpresa nel ritornello forse più accessibile del lavoro o i deragliamenti metallici del potente singolo “When God Used A Rope”, dove i Buñuel dimostrano tutta la loro esperienza compositiva.
 
Purtroppo questo nuovo capitolo della saga dei quattro distruttori sonici non è esente da alcuni difetti che lo piazzano un gradino indietro rispetto ai fratelli della trilogia del gruppo. Se infatti i ritmi lenti ed esasperanti dell’opener “Hornets” sono il perfetto biglietto da visita per un disco catramoso e cupo come questo, le stesse andature pachidermiche si dilungano e annacquano eccessivamente in “When We Talk”, “Stocklock” (che richiama fortemente i Melvins ma senza guizzi particolari) e “Even The Jungle”. Quest’ultima, in particolare, si perde dopo un avvio fantastico in cui i panorami inquietanti dell’intro sembravano preludere alla chiusura perfetta per “Killers Like Us”. “For the Cops” al contrario parte leggermente scialba per riprendersi energicamente sul finale grazie all’ottima convergenza tra il drumming animalesco di Franz Valente e il rumorismo intelligente di Iriondo, che sorreggono le declamazioni profonde di Robinson con impeto disturbante.
 
I Buñuel ci consegnano così un altro lavoro intrigante e oscuro, che inspessisce ulteriormente il loro sound e mostra ancora una volta una band vitale, energica e con grande voglia di mettersi alla prova, al netto di qualche pecca.
La voce di Robinson, tra latrati, convulsioni e sussurri mefistotelici, disegna ancora una volta panorami terrificanti e deviati, che confermano i Buñuel come una delle realtà più originali e compiute del rock rumorista.

25/03/2022

Tracklist

  1. Hornets
  2. When God Used A Rope
  3. It's All Mine
  4. Crack Shot
  5. Stocklock
  6. Roll Call
  7. When We Talk
  8. A Prison of Measured Time
  9. For the Cops
  10. Even the Jungle

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