Cass McCombs

Heartmind

2022 (Anti)
alt-songwriter

Punta decisamente in alto il nuovo progetto di Cass McCombs. “Heartmind” non è solo l’album più versatile e completo del musicista americano, ma è anche il più organico e privo di sbavature. A dispetto delle sonorità decisamente più grezze e al limite del lo-fi, le otto canzoni proseguono nel tracciato del precedente eccellente “Tip Of The Spheres”. La sicurezza acquisita sul campo con un’attività ormai ventennale, la spiritualità sempre più vicina a quella di icone del cantautorato come Elliott Smith, Neil Young e Jackson Browne, un inusuale brio rock, e una leggerezza sempre più accattivante offrono all’artista il tessuto perfetto per un altro singolare capitolo discografico.

 

“Heartmind” giunge dopo un fertile periodo di cooperazioni artistiche, un progetto che nasce da una profonda riflessione sulla vita e la morte. Il disco è infatti dedicato a tre musicisti recentemente scomparsi (Neal Casal, Chet “JR” White e Sam Jayne) con i quali Cass McCombs ha condiviso alcuni capitoli della propria carriera ("non erano loro che si erano persi, ero io", ha dichiarato l’artista).
E’ anche il disco della disillusione, delle domande mai poste che chiedono una risposta prima di poter andare avanti, l’uno-due che apre l’album è in tal senso illuminante: "Mi dicevo che la musica era tutto ciò che c'era/ come una città fantasma in quarantena/ nessuna via d'ingresso/ nessuna via d'uscita”, canta McCombs in “Music Is Blue”, mentre un’articolata e graffiante struttura alt-rock spazza via la nebbia psichedelica del passato per un intrigante matrimonio tra pop, prog e jazz-rock, scandito da un’eccellente sezione ritmica.

Allo sfavillante power-pop di “Karaoke” spetta invece una parziale risposta (“Hai intenzione di stare vicino al tuo uomo?/ o è solo karaoke?”), un brano che per il musicista rappresenta l’occasione giusta per riaffermare il senso di una scelta di vita, che, pur ricca di ostacoli e incertezze, resta l’unica possibile per sentirsi vivo e parte di una comunità.
Ripartire è dunque la parola d’ordine di “Heartmind”, ma attenzione: dietro la voglia di leggerezza e rinascita del folk-pop quasi tropicale di “New Earth” si nasconde l’inganno del dubbio, della possibile apocalisse prima della nuova era. Anche il velato romanticismo della notturna ballata tinta di jazz e soul “Unproud Warrior” è solo un espediente per sottolineare l’amara riflessione di un reduce sulle sofferenze causate dalla guerra.
Il brio pop targato seventies di “Belong To Heaven” e le vibrazioni lo-fi a tempo di cumbia di “Krakatau” sono anch’esse fittizie divagazioni stilistiche. McCombs ha da sempre disseminato nelle sue opere brani dall’apparente inconsistenza sonora, ammalianti e preziose spine di una rosa, che fanno pari con le pagine più introspettive e tormentate.

 

E’ in definitiva un album fortemente passionale, “Heartmind”, caratterizzato da un’urgenza e da una poetica struggenti, dalle quali trovano linfa alcune delle migliori intuizioni del già cospicuo canzoniere dell’artista, ovvero il malsano fraseggio jazz-folk di “A Blue, Blue Band” e l’arcana divagazione soft-noise e psichedelica della title track.
Il decimo disco di Cass McCombs non è il capolavoro definitivo della sua carriera, né ambisce a esserlo, non a caso lo stesso autore ha dichiarato a un giornalista inglese: "Da quando ho finito l'album, sembra la fine di qualcosa, mi ci vorrà un po' per capire di cosa si tratta".
Se siete dunque in cerca di risposte, “Heartmind” non ve ne offrirà, ma se la musica è ancora l'arte il cui compito è porre degli interrogativi, non potete fare a meno di dargli un ascolto.

30/09/2022

Tracklist

  1. Music Is Blue
  2. Karaoke
  3. New Earth
  4. Unproud Warrior
  5. Krakatau
  6. A Blue, Blue Band
  7. Belong To Heaven
  8. Heartmind






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