Dargen D'Amico

Nei sogni nessuno è monogamo

2022 (Universal)
hip-hop, pop-rap

Mi lanci il tuo bicchiere, Katì
Ma prendi il cameriere
Provaci ancora con me, ma mira bene Katì
La vita è breve, Katì, fin troppo breve

Le cose sono finalmente cambiate, dopo Sanremo: il nuovo album di Jacopo “Dargen” D’Amico, il nono, è una notizia che rimbalza sui siti generalisti e sui social e l’interesse non si limita al circolo degli appassionati di rap italiano.
Questi 12 brani senza producer di grido né ospiti al microfono che compongono "Nei sogni nessuno è monogamo" arrivano meno di due anni dopo l’eccezionale “Bir Tawil”, passato quasi inosservato, e rappresentano l’altro lato della sua creatività, quella più pop-rap e ballabile già emersa su “Vivere aiuta a non morire” (2013) e “D’iO” (2015).

D’Amico è un autore esperto, un paroliere a suo agio con i calembour, abile nel mettere in rima un edonismo effimero con una decadenza metropolitana e quotidiana. Questa dozzina di canzoni si muove fra relazioni fragili, malinconie e autoironia, usando il ritmo per stemperare la seriosità. C’è una frase, nell’iniziale “Patatine”, un fluttuante rap emotivo, che riassume il concetto con sintesi poetica: “‘sto ragazzo ride sempre, ma non è felice”.
I testi sono figli degli anni pandemici ma anche il frutto dell’accumularsi delle candeline sulla torta, ora che ha superato i quarant’anni. Ci sono le relazioni raccontate divagando fra ricordi e speranze (“Sei cannibale ma non sei cattiva”; la caraibica “Katì”; la depressa e onirica "Ustica"), con un vertice di dolorosa nostalgia nell’elettro-rap di “Ma noi”, una fantasia adolescenziale raccontata con la dolcezza con cui si guarda a quel periodo quando si è più anziani e meno sognatori. Quest'ultima contiene anche uno dei messaggi fondamentali dell'album: "Il tempo è una ferita, che più guarisce e più fa male".

Un altro tema è quello della ricerca di benessere, una felicità e un divertimento semplici eppure difficili da ottenere, come la voglia di discoteca di "Dove si balla", che contrasta con una relazione in crisi e l'isolamento di quest'ultimo biennio, o "Sangue amaro", che contrappone l'apatia e l'amarezza con il cibo, il mare e delle fragole rubate a un prete.
Solo nella coppia finale Dargen D'Amico riabbraccia la complessità, prima con il 
crossover elettro-rock di "La benzina sapeva di tappo", un flusso di coscienza decorato dai dialoghi tipici della sua discografia, e poi con "Nei sogni nessuno è monogamo", vicina alle esplorazioni linguistiche di tanti capolavori del passato, ma immersa in una nube surreale.

È emerso da alcune interviste che, prima della partecipazione al Festival, Jacopo D'Amico ha pensato di abbandonare la carriera, nell'impossibilità di praticare un modello di business basato su registrazioni e live. Sanremo ha riacceso la fiamma dell'ispirazione e garantito nuovo pubblico.
Anche se questo capitolo non rientra nei suoi capolavori, è un segnale di vitalità di un artista poliedrico. È il suo piccolo covid-album, leggero senza essere stupido, malinconico senza scadere nel patetico. Un ottimo pretesto per tornare a un suo concerto o riscoprirne la discografia.

05/03/2022

Tracklist

  1. Patatine
  2. Sei cannibale ma non sei cattiva
  3. Gaza 
  4. Dove si balla 
  5. Katì
  6. Ma noi
  7. Una setta
  8. Ustica 
  9. Sangue amaro
  10. La Bambola
  11. La benzina sapeva di tappo 
  12. Nei sogni nessuno è monogamo 




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