Divine Comedy

"Sono stato più fortunato di tanti altri. Posso cantare canzoni alle persone e loro applaudono quasi sempre. Ho un sacco di cani: l'ultimo punto di riferimento del successo. E così quando mi è stato chiesto come chiamare questa collezione, ho pensato a Charmed Life. Mi piace il brano e riassume piuttosto bene come mi sento riguardo alla mia vita".
Neil Hannon è come uno di quegli amici che sanno sempre dire la cosa giusta quando tutto sembra andare male. Che sa tirarti su di morale in un istante qualunque cosa dica: che sia una canzone, o una semplice affermazione macchiata di autoironia. Come un re taumaturgo, l'artista nordirlandese ha trasformato con il suo miracoloso tocco melodico il lungo repertorio di canzoni autografe in qualcosa di fuori dagli schemi e dalle righe, sostanzialmente inimitabile, subito riconoscibile. E, a dirla tutta, se non fosse che c'è un "best of" in uscita non ci accorgeremmo nemmeno del fatto che il Nostro ha già attraversato oltre tre decenni sulle scene musicali: la barba appena accennata a coronare un pizzetto, i tratti leggermente addolciti sono gli unici segnali del passare del tempo. L'abbigliamento d'ordinanza - giacca e cravatta - rimane invece fieramente immutabile alle stagioni e alle mode: un po' come la sua musica.

Ventiquattro canzoni (trentacinque nella deluxe edition), di cui una inedita - "The Best Mistakes" - per ribadire la grandezza sconfinata del canzoniere che dal 1990 prende il nome altisonante di The Divine Comedy. Una collezione che prende le mosse dal brano che dà il titolo alla raccolta, "Charmed Life", preso in prestito da uno dei più grandi successi del Nostro: "Absent Friends". Con i suoi arrangiamenti orchestrali che vanno a tratteggiare atmosfere incantate, rappresenta un ottimo modo per entrare a piedi pari nel mondo parallelo di Hannon, fuori dal tempo ma con una patina ottimisticamente retrò che la successiva "National Express" echeggia con ancora maggiore enfasi. Un peculiare miscuglio di pop barocco e cameristico, serio e al tempo stesso buffo, lautamente autoironico tanto quanto il suo deus ex machina.

In un ordine che non ha nulla a che vedere con la cronologia delle pubblicazioni susseguitesi a buon ritmo nel corso degli anni, appare interessante notare come il livello del repertorio sia rimasto qualitativamente elevatissimo. "Norman And Norma", estratta dall'ultimo "Office Politics" del 2019 insieme a "You'll Never Work In This Town Again", non sfigura affatto con la sua piccola e spassosa poetica cullata dal pianoforte a fianco di una "Something For The Weekend" che procede a ritmo di marcia e di una "Songs Of Love" talmente leggera da librarsi a mezza altezza, entrambe prese in prestito insieme a "Becoming More Like Alfie" dal capolavoro "Casanova".
Nel mezzo, Hannon ha scritto altri lavori di imbarazzante grandezza, e pezzi come "At The Indie Disco", "Bad Ambassador", "Our Mutual Friend", "A Lady Of A Certain Age", tra gli altri, sono lì a ricordarci come il canovaccio di Hannon possa essere così vario e nel frattempo così simile a se stesso (e all'autore, ça va sans dire).

Sempre particolarmente emozionanti, a parere di chi scrive, sono "Everybody Knows (Except You)", estratta da quel lavoro meraviglioso che è "A Short Album About Love", e la conclusiva "Tonight We Fly": sbarazzina, ariosa, ispirata, vagamente barocca senza averne l'aria. Hannoniana all'ennesima potenza. Tratti che si scorgono anche nella new entry scelta per l'occasione, "The Best Mistakes", capace di aprirsi in un ritornello di grande impatto.

"Charmed Life" è una selezione di ciò che The Divine Comedy ha saputo produrre in trentadue anni di scintillante carriera, ma rimane una goccia nell'oceano di grande musica che Hannon ha scritto in questo lungo lasso di tempo: chi non vi si fosse ancora approcciato, farebbe bene a recuperare. "Fortune depends on the tone of your voice", cantava un tempo il buon Neil: e quella voce continuiamo a sentirla ancora forte e chiara.

02/02/2022