Ellen Arkbro - Johan Graden

I Get Along Without You Very Well

2022 (Thrill Jockey)
chamber-music, ambient-pop

Nella recente intervista rilasciata dagli Horse Lords a Valerio D’Onofrio per OndaRock la band, in merito alle loro particolari accordature, indica tra le fonti d’ispirazione Ellen Arkbro. Nata a Stoccolma nel 1990, la musicista svedese ha un ricco curriculum artistico. Dopo aver mosso i primi passi nel coro della chiesa, ha studiato jazz, ha ottenuto una laurea in composizione elettroacustica, ha perfezionato i propri studi sotto la guida di LaMonte Young ed è balzata agli onori della cronaca per l’eccellente e originale “For Organ And Brass”.

 

A due anni dall’esordio, Arkbro ha rinnovato l’interesse della critica grazie a un audace progetto microtonale concepito per larghi spazi, “Chords”, per poi avventurarsi nel lavoro più estremo della sua carriera, sviluppato su quattro composizioni per organo e percussioni, “Sounds While Waiting”.
Pubblicato dalla Thrill Jockey, “I Get Along Without You Very Well” è il primo album che vede l’artista svedese cimentarsi con il canto, ed è anche il primo condiviso con il pianista e tastierista Johan Graden (che ha precedentemente collaborato all’esordio della Arkbro), noto per numerose partecipazioni a progetti jazz e avantgarde e per aver scelto la scena pop sperimentale giordana come attuale punto di riferimento e Amman come residenza.

Disco dal fascino inaspettato, “I Get Along Without You Very Well”, non solo per chi già conosce il percorso della musicista svedese ma anche per chi è al primo approccio con Ellen Arkbro. Otto brani di pop-jazz sperimentale che sembrano lievitare nello spazio con la stessa magia di alcune delle pagine più eteree della Ecm (“Out Of Luck”), la strumentazione pare a volte sospesa in un luogo immateriale: clarinetti e percussioni ansimano, sospirano, mentre la voce ne raccorda i contorni con una profondità mistica (“Close”), la struttura narrativa è affine al chamber-folk di Susanna Wallumrod e inquietante come le strategie orchestrali di Angelo Badalamenti (“Love You, Bye”).

I citati punti di riferimento sono strumentali all’esigenza di dare dei punti di riferimento all’ascoltatore, perche Ellen Arkbro e Johan Graden non usano toni e accordi convenzionali: le melodie sono ambigue, sospese, la densità è non sempre percettibile, quasi come un disegno tratteggiato, sfumato eppur definito (“Temple”). Fiati, ottoni e organo aprono spazi sonori che pian piano diventano complessi e ricchi di intelligenti e sopraffine intuizioni (“All In Bloom”), ma “I Get Along Without You Very Well” non è un disco impegnativo, tutt’al più ascetico, ermetico, meditativo, nudo, poco appariscente anche quando il suono si fa più stratificato (“Never Near”), o quando accenna un declivio armonico leggermente più familiare, come nel jazz pianistico e da crooner di “Other Side”.

 

Ellen Arkbro si conferma autrice di opere fortemente concettuali e artisticamente autonome, la collaborazione con Johan Graden aggiunge ulteriore spessore e sfumature per un disco destinato a sovvertire la comune elaborazione di composizione alt-pop.

06/05/2023

Tracklist

  1. Close
  2. Out Of Luck
  3. All In Bloom
  4. Never Near
  5. Temple
  6. Other Side
  7. Love You, Bye
  8. Waqt

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