Gaye Su Akyol

Anadolu Ejderi

2022 (Glitterbeat)
anatolian rock, art pop

Prima del 2018 Gaye Su Akyol era un segreto del mercato musicale alternativo turco, che però sarà difficilmente sfuggito a chiunque abbia avuto il piacere di visitare i negozi di dischi di Istanbul. Ma dopo l’uscita di "İstikrarlı Hayal Hakikattir", per l’appunto di 3 anni fa, la chanteuse anatolica ha iniziato a godere di una meritata visibilità internazionale, grazie anche alla copertura del disco da parte di riviste quali The Guardian o Pitchfork. Le aspettative che questo "Anadolu Ejderi" (in italiano "Drago anatolico") porta con sé sono quindi più ampie e geograficamente estese.
Cresciuta com'è ascoltando in egual misura la classicissima cantautrice turca Selda Bağcan e Kurt Cobain, Gaye non può che continuare a basare la sua proposta sulla fusione a freddo tra tradizione musicale anatolica e influenze fagocitate dall'ascolto compulsivo di musica alternativa occidentale, questa volta decisamente puntate verso le drum machine sotto Valium e i tempi dilatati del trip-hop.

 

Soprattutto nella prima parte del disco, la fusione di questi elementi con gli archi voluttuosi della tradizione turca e con il cantato devoto alla tradizione della Akyol genera un effetto inedito e ipnotico, scenario perfetto per cantare di struggenti amori perduti in "Biz Ne Zaman Düşman Olduk" ("Quando siamo diventati nemici") o del declino culturale dell'adorata Istanbul in una "Bu Izdirabin Panzehiri" ("L'antidoto a questo dolore") dall'incedere western.
La formula trova però la sua sublimazione quando in "Yaram Derin Derin Kanar" ("La ferita sanguina profondamente") i pad elettronici e gli handclapping tribali intrecciano le loro ritmiche per fornire il giusto tappeto agli arabeschi disegnati dagli archi e alle lamentazioni della cantante. Impegnata qui in una supplica sacerdotale contro i regimi, con un occhio di riguardo ovviamente per quello mascherato da democrazia di Recep Tayyip Erdoğan.

Le cose vanno ugualmente bene quando Gaye Su Akyol si dedica a uno psych-rock anatolico più duro e puro. È il caso dell'hard-rock ballabile "Sem Benim Magaramsin" ("Tu sei la mia caverna"), del folk psichedelico per sitar distorti "Martilar Opusur, Kediler Sevisir" ("I gabbiani si baciano, i gatti fanno l'amore"), ma soprattutto della opener e title track "Anadolu Ejderi", mix formidabile di anatolian-rock e synth-funk spaziale sulla scia inossidabile di "Sözüm Meclisten Dışarı" ("La mia parola fuori dal parlamento"), capolavoro di Barış Manço ei suoi Kurtalan Ekspres datato 1981.
Ulteriori delizie sono la coda progressive pop di "Kor Bicaklarin Ucunda" ("Alla fine della brace") e il blues solenne e disilluso della conclusiva "Icinde Uyaniyoruz Hakikatin" ("Ci svegliamo dentro la verità").

 

Combattiva, sensuale, classica, ma vestita di arrangiamenti all'occorrenza moderni e scintillanti, Gaye Su Akyol mostra al suo quarto disco una creatività senza segni di cedimento e, ancora una volta, la rara capacità di saltare con agilità da sfavillanti momenti pop ad altri più classici e rigorosi.

01/12/2022

Tracklist

  1. Anadolu ejderi
  2. Vurgunum ama acelesi yok
  3. Biz ne zaman düşman olduk
  4. Bu izdırabın panzehiri
  5. Yaram derin derin kanar
  6. Sen benim mağaramsın
  7. Martılar öpüşür, kediler sevişir
  8. Kör bıçakların ucunda
  9. Artık başka bir lisansın
  10. Gel yanıma gel
  11. İçinde uyanıyoruz hakikatin


Gaye Su Akyol sul web