Gentle Sinners

These Actions Cannot Be Undone

2022 (Rock Action)
alt-rock, art-pop, elettronica

“Gentle Sinners are James Graham and someone else” è la lapidaria descrizione data al suo nuovo progetto dal leader dei Twilight Sad, sia al momento dell’annuncio di “These Actions Cannot Be Undone” che un po’ ovunque tra social network e piattaforme streaming. È l’ennesima riprova dell’ironia burbera del “qualcun altro in questione”, ossia quel brontolone di Aidan Moffat. Sebbene si limiti a bofonchiare qualcosa tra una tempesta elettronica e l’altra di “Shores Of Anhedonia” e a qualche controcanto, l’Arab Strap è in tutto e per tutto azionista paritario della sigla. A cantare con il suo forte accento scozzese e con i colori folk della sua terra è sempre James Graham, ma Moffat ci mette ricchissime basi ricolme di febbrili battiti industrial, archi melodrammatici, sfumature jazz (che il Nostro aveva già incrociato nei dischi con Bill Wells) e innesti folk.

“Waiting For Nothing” è un folk struggente ricoperto di archi in subbuglio, gli stessi che agitano i fondali dell’ancora più concitata “Killing This Time”, mentre “Let Them Rot” è un inferno ritmico dove ringhiano minacciose chitarre distorte. Ecco invece il jazz farsi spazio tra i pad elettronici di “The Cries”, perlomeno fino all’arrivo dei cori femminili e alla definitiva ribalta di un ribollente comparto elettronico. Succede pressappoco lo stesso in “Rent Free”, altro saggio di repentini cambi d’umore e di scelte sonore.
Nel downtempo intitolato “Date & Sign” la fanno da padrone invece il pianoforte e ancora una volta gli archi, ma trovano poi spazio qualche linea di chitarra blues e cupe vampe elettroniche.
A disorientare ulteriormente chi si imbarca nell’ascolto della prima prova dei Gentle Sinners, all’inizio di “Face To Fire (After Nyman)” troviamo uno scatenato tapping hard-rock sulla chitarra elettrica. È l’ennesima diversione di un disco che può risultare ostico se non si è ben disposti a continue mutazioni ritmiche e timbriche che si affastellano con vivacità anche nel corso di un solo brano.

Le ansie postmoderne del membro dei Twilight Sad, che ha scritto i testi del disco, sono l’epicentro di un turbine claustrofobico di innumerevoli suoni e influenze che però si incollano tra loro alla perfezione, sia grazie all’enfatica prova dello stesso Graham che all’abilità di Moffat nell’inedito ruolo di architetto sonoro. Ineccepibile la produzione, anch’essa tutta scozzese, offerta dalla Rock Action dei Mogwai.

23/05/2022

Tracklist

  1. Waiting For Nothing
  2. Killing This Time
  3. Let Them Rot (feat. AKG)
  4. The Cries
  5. Date & Sign
  6. Rent Free
  7. Shores Of Anhedonia
  8. Face To Fire (After Nyman)
  9. Don't Say Goodnight
  10. Landfill


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