Gwenno

Tresor

2022 (Heavenly)
psych-folk-pop

Il nome di Gwenno Saunders potrà essere ancora sconosciuto ai più, il suo campo d’azione certo non comanda grandi numeri. Ma chi ha seguito i movimenti di questa fanciulla nel corso degli ultimi anni ha spesso trovato accesso a un mondo parallelo, fatto di ancestrali suggestioni celtiche e moderne divagazioni synth-psichedeliche. Armata di mantello e tastiera come una sorta di corriere medieval-spaziale, Gwenno si è scavata una nicchia ristretta all’interno del mondo anglosassone, una sorta di trincea entro la quale poter ricreare ogni volta un mondo che parte dal fiabesco per spaziare un po’ ovunque. Punto fisso del suo stile? L’uso esclusivo della lingua gallese, come da luogo di nascita, ma soprattutto della lingua cornica, per via delle origini paterne, ormai parlata da poche centinaia di persone lungo il litorale ovest d’Inghilterra, eppure tutt’altro che morta. Anche solo per questo, il lavoro di Gwenno ricopre un ruolo unicamente importante. Ma il fatto che il suo gusto compositivo e produttivo riesca spesso a toccare il sopraffino non fa che rendere il pacchetto ancor più intrigante.

 

Il suo terzo album di studio “Tresor”, edito sempre da Heavenly, rievoca in nuce quanto intravisto già in passato: da un lato i gorghi synth-psichedelici prossimi al kraut del debutto “Y Dydd Olaf”, dall’altro l’ondeggiante scrittura folk-pop del successivo “Le Kov”. Tra Stereolab, Ultramarine, Vanishing Twin e Dead Skeletons, il lavoro di Gwenno continua a irretire con un brumoso fascino indiscreto. Anche se non precisamente esplicitato, l’umore di “Tresor” viene diviso in due parti distinte, una vaga bidimensionalità che dona ulteriore ricchezza espressiva a questi tre quarti d’ora scarsi di musica.

Sul cosiddetto lato A, le canzoni trovano una stesura più prettamente lineare, a momenti prossima a certe istanze post-punk. Il singolo di lancio “An Stevel Nowydh” è un sollucchero psych-pop che avanza con umbratile leggerezza, mentre vellutate linee di basso e respiri di tastiera ne incorniciano l’incantevole melodia. La litania di “Anima” richiama i Goldfrapp campestri di “Seventh Tree”, mentre la traccia che dà il titolo al lavoro scruta verso lidi lontani, mostrando una dolcezza tropicaleggiante localizzati ben oltre le scogliere della Cornovaglia. Lo spiritoso andamento di “N.Y.C.A.W.” può invece far affiorare alla mente il chiacchierato debutto delle Wet Leg uscito quest’anno.
Ma con l’insondabile interludio “Men An Toll” l’atmosfera si rabbuia; lungo oltre sette minuti di durata, “Ardamm” parte in esplorazione sorretta da un insistente beat meccanico, screzi di chitarra e gonfi tastieroni dalla grana grossa, un labirinto nel quale l’ascoltatore viene tenuto per mano da una spiritata litania parlata. Tradizionale sin nell’anima celtica eppure futuribile allo stesso tempo, “Kan Me” mescola arpe e stridule modulazioni sintetiche su un pacifico canto pastorale, ancora una volta impiegnado basso e drum machine per dare al lavoro un tocco perfettamente incastrato tra analogico e digitale.
Il fascinoso strumentale “Keltek” alza lo sguardo verso il cielo nero, sbertucciato da synth che minacciano di trasformarsi in techno, ed eccoci poi persi nell’Aldilà con l’ambient spettrale di “Tonnow”, il brano più oscuro e minimale di tutto il disco. Chiude l’ascolto “Porth la”, una danza hauntologica psych-folk alla Beautify Junkyards dal più ampio respiro melodico, che in un certo senso riconduce il cerchio all’inizio dell’ascolto.

 

Fascinoso, insondabile, misterioso, arcano, sono tanti gli aggettivi che si possono impiegare per descrivere il lavoro di Gwenno. Incantevole è la voce, appiccicose le spirali sonore che crea per portare ogni volta alla luce suggestioni che profumano di antichità ma che, per una particolare fetta di popolazione, hanno riscontro nella vita di tutti i giorni. Il suo nome rimane ancora poco noto, per lo meno se messo a riscontro di ben più blasonate colleghe quali PJ Harvey, Cate Le Bon e Aldous Harding, ma chiuque abbia a cuore i risvolti più interessanti del cantautorato moderno può contare sull’arte di Gwenno Saunders.

05/09/2022

Tracklist

  1. An Stevel Nowydh
  2. Anima
  3. Tresor
  4. N.Y.C.A.W.
  5. Men an Toll
  6. Ardamm
  7. Kan Me
  8. Keltek
  9. Tonnow
  10. Porth la


Gwenno sul web