Hikaru Utada

Bad Mode

2022 (Epic)
art-pop, r&b, nu jazz

Venticinque anni di carriera e non sentirli. Anzi, piuttosto rincarare la dose, non sia mai che lo status di più grande diva del j-pop non sia sufficiente. Nel suo lungo percorso in musica, Hikaru Utada ha ripetutamente cambiato sound, lingua e attitudine, spiazzando ogni pronostico e confermandosi, anche nei momenti meno felici, artista comunque in pieno controllo di ogni decisione. Quasi una summa, un incrocio delle varie direttrici che la musicista ha adottato negli anni (r&b, electropop, la filigrana jazz degli ultimi progetti), con “Bad Mode”, suo primo album bilingue, la popstar dei record traccia la sua opera più sofisticata, un affresco sonoro dal grande slancio lirico e di sicuro impatto sonoro, che mostra tutta la sensibilità e la vitalità di una quasi quarantenne ben salda tra passato e presente. Dopo la tripletta di eccellenze tra il 2002 e il 2006, riemergere con una simile forma è a prescindere un fatto straordinario.

Altrettanto straordinario, se si considera l'eterogeneità lessicale, è il battaglione di co-produttori scelti per dirigere l'intera operazione. Se è chiaro come il mood generale, l'assolata qualità ballabile di tanti dei brani, sia pienamente ascrivibile a Utada stessa (da sempre artefice pressoché esclusiva della propria musica), nondimeno personalità come Floating Points, A.G. Cook e Skrillex forniscono un contributo di assoluto peso nel creare lo stratificato vocabolario sonoro, che assieme alla scelta del bilinguismo puntano mai come adesso a un'effettiva internazionalità.
Nessuna compartimentalizzazione, insomma, piuttosto il magnetismo di una star innamorata della sua musica, troppo matura e consapevole per prendere decisioni avventate. Tutto si compatta con estrema naturalezza, il tocco variegato ma ben presente a se stesso del capolavoro “Deep River” qui trova vent'anni dopo il suo perfetto successore, virato verso un'attitudine ancora più jazzy. Per superare il bad mode, perdere un pizzico di controllo era forse quanto necessario.

Spaziature house, reminiscenti del miglior Moodymann, circoscrivono il beat di “Find Love”, prima che un cambio di traiettoria spinga la seconda metà verso più torbide atmosfere downtempo. E così “Face My Fears” trae forza dai drop di Skrillex per tirare fuori uno dei momenti più inattesi della raccolta, grintoso melodismo r&b steso sopra vibranti progressioni brostep, tra i momenti più aspri nella carriera di Utada. Un outlier? Possibile, ma in un disco così vasto nei paesaggi sonori ogni brano trova la propria collocazione, grazie anche al profondo senso introspettivo di testi e linee canore su cui il ricco bagaglio sonoro aderisce come un guanto.

I tre momenti co-prodotti con Sam Shepherd non potrebbero esplicitarlo meglio: da una title track che apre le danze col tenore di una piovosa jazztronica tutta groove e ombreggiature progressive in fascia cero, si passa ai sentori umbratili di “Not In The Mood”, scansioni bristoliane e lirismo schivo, un'epopea in minore che neanche la tenerezza vocale del figlio di Utada riesce ad addolcire tutto. Vera star dell'album, “Somewhere Near Marseilles” si estende nei suoi dodici minuti scarsi con tutto il savoir-faire necessario, progressione dal fuoco Idm che si contorce e si ricompatta in purissimo stile Eglo, brano che già in sé contiene i crismi per diventare uno dei classici assoluti nel repertorio della musicista.

Nel mezzo una “One Last Kiss”, accompagnamento per il capitolo cinematografico conclusivo di “Neon Genesis Evangelion”, lucida il tastierismo scintillante di “Ultra Blue” con le astrazioni puntiniste di A.G.Cook, un mix che permette di considerare un'evoluzione sonora che mancava all'appello dai tempi dell'incompreso “Exodus”. E se quest'ultimo fu il tentativo, forse prematuro, di sbancare in un'America per niente propensa ad accogliere musicisti dall'Oriente, con “Bad Mode” le chance, quantomeno a livello indie, potrebbero adesso amplificarsi a dismisura.
Più solida che mai, anche nell'affrontare le difficoltà e i dubbi di un quadriennio a tinte fosche, Utada è la più grande garanzia del j-pop tutto. Venticinque anni dopo l'esordio a nome Cubic U, la freschezza di tratto è più tangibile che mai.

09/02/2022

Tracklist

  1. Bad モード
  2. 君に夢中 (Kimi ni muchuu)
  3. One Last Kiss
  4. Pink Blood
  5. Time
  6. Not In The Mood (気分じゃないの)
  7. 誰にも言わない (Dare ni mo iwanai)
  8. Find Love
  9. Face My Fears (Japanese version)
  10. マルセイユ辺り (Somewhere near Marseilles)
  11. Beautiful World (Da Capo version) (bonus track)
  12. キレイな人 (Find Love) (bonus track)
  13. Face My Fears (English version) (bonus track)
  14. Face My Fears (A.G. Cook remix) (bonus track)




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