Jessica Moss

Galaxy Heart

2022 (Constellation)
modern classical, electroacoustic

Compagno infedele e dispotico del precedente disco “Phosphenes”, il nuovo progetto d Jessica Moss ne condivide la genesi e le profonde motivazioni, ma nel raccontare di pandemia e isolamento la violinista e compositrice canadese si affida a sonorità ancor più oscure e taglienti.
“Galaxy Heart” è un album free form, un disperato tentativo di ricerca di purezza e poesia nell’imperante caos, ed è senza dubbio il disco più affine al nichilismo eretico dei compagni d’armi Silver Mt Zion o di scuderia Godspeed You! Black Emperor.
Ed è questa una delle ragioni della continua disconnessione stilistica ed emotiva delle dieci tracce, a volte legate da un titolo apparentemente provvisorio (“Uncanny Being - Violin Study #2”, “Uncanny Body - Violin Study #1”), altrove demarcate dall’aggressione del suono di una chitarra dalle interessanti sonorità minimal-maximal (“This Continum Spectrum”).

“Galaxy Heart” è una di quelle opere che lascia dietro di sé una lunga lista di suggestioni sonore ed emotive, che viene quasi naturale descrivere con un’affascinante sequenza di aggettivi e attributi, per fortuna disponibili in gran quantità già nelle note pubblicitarie e dalla pagina Bandcamp.
L’opera di Jessica Moss non ha in verità bisogno di molta enfasi lessicale: è indubbio il suo enorme contributo apportato al rinnovamento tecnico ed espressivo del violino. Indomita e temeraria, la musicista canadese non teme sfide, e sotto questo aspetto questo nuovo disco è il più coraggioso e ardimentoso dei cinque finora realizzati, ma è anche quello più incline a imperfezioni e difformità. Lo si percepisce in elementi strumentali non sempre messi a fuoco – la batteria di Jim White dei Dirty Three a volte resta schiacciata e compressa – o nel tratto distratto di alcune composizioni (“Undirected”, “Opened Ending”).
 
E' intrigante il connubio voce e strumento che smuove le acque già torbide di “Enduring Ocean”, parimenti suggestivo nella sua prevedibilità il tratteggio più descrittivo e onirico di “Light Falls On Every Door”, anche se spetta a “Is There Room For All Of It” il titolo di brano più avvincente del progetto: la presenza dietro le quinte di Radwan Ghazi Moumneh, il cantato di Moss e il plumbeo suono dell’organo corrodono la musicalità dell’artista canadese fino a renderla diafana, surreale, triste.
 
Infine anche il sottoscritto non riesce a rinunciare alle aggettivazioni per rendere manifesto e palpabile il nuovo album di Jessica Moss. Ora tocca a voi lasciarvi trascinare nel complesso e caotico vortice di “Galaxy Heart”, album che forse non aspira a rappresentare l’eccellenza dell’artista canadese, ma senza dubbio ne testimonia la vibrante e tormentata musicalità.

17/12/2022

Tracklist

  1. Resistance Creature
  2. Uncanny Being [Violin Study #2]
  3. This Continuous Spectrum
  4. Is There Room For All Of It
  5. Galaxy Heart
  6. Light Falls On Every Door
  7. Uncanny Body [Violin Study #1]
  8. Enduring Oceans
  9. Undirected
  10. Opened Ending






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