Kristine Leschper

"There is a possibility to the opening or closing of a door", recita, programmaticamente, la title track dell'esordio solista della fu frontwoman dei Mothers. Sì, perché al concludersi di un progetto artistico ecco spalancarsi infinite possibili strade da percorrere. Il secondo disco della band statunitense e il tour estenuante che ne conseguì avevano lasciato Kristine Leschper spossata e afflitta da un pungente malessere psicofisico. In pieno periodo pandemico, però, il desiderio di rimettersi in gioco deve averla spinta a intraprendere questa nuova avventura diretta e sincera, non più sotto la maschera di un nome d'arte. Si respira, infatti, in questa raccolta di canzoni un desiderio di rinnovamento, una tensione verso una voce più personale e pura. Una ricerca, quindi, sempre pronta a tornare sui propri passi, a rimettersi in discussione e che persegue un moto circolare: "Spin me like a compass/ hand of constant searching", canta la statunitense in "Compass".

E allora ecco che, dopo le tentazioni post-punk dei Mothers di "Render Another Ugly Method", Kristine decide di reinventare completamente gli arrangiamenti delle proprie composizioni. Archi, sintetizzatori e tastiere, chitarre acustiche ed elettriche, legni, ma soprattutto una varietà davvero elevata di strumenti percussivi, tra i quali trova forza espressiva pure l'utilizzo diffuso del battito di mani per la costituzione della fitta trama ritmica (interessante al riguardo il risultato ottenuto nei singoli "Picture Window" e "Figure And I"). E se da un lato il comparto strumentale è dunque ricco, finanche barocco in quegli intenti atmosferici dal sapore arcano in linea con la poeticità delle liriche, dall'altro questa sovrastruttura strumentale non sempre riesce a sopperire alla mancanza di linee melodiche davvero efficaci, pervasive o incisive.

Quando il disco sembra ingranare per davvero con il basso trascinante di "Blue", il flusso sonoro viene interrotto da uno dei brevi intermezzi atmosferici forse evitabili e dal loop interminabile e senza direzioni di fuga di "Writhe And Wrestle". E sebbene "Carina", "Ribbon" e "Compass" affascinino proprio per l'aurea sofisticata che le circonda, Kristine non riesce, neppure nei momenti migliori, a replicare i picchi emozionali del suo debutto con i Mothers.
Ma se è vero che "The Opening, Or Closing Of A Door" è stato improntato dalla sua autrice come il lavoro di avvio di una nuova fase di sperimentazione musicale, non si può che augurarle di trovare lungo questa strada che sta decidendo di percorrere i linguaggi sonori che più si confanno a quella sensibilità che già avevamo imparato ad apprezzare e ammirare.

19/03/2022