Loner Deluxe

Hinterlands

2022 (Rusted Rail)
folk, elettronica

Costanza e coerenza non fanno difetto a Keith Wallace, manager dell’etichetta Rusted Rail (se non l’avete ancora fatto, recuperate l’ultimo album dei Songs Of Green Pheasant pubblicato dall’etichetta irlandese), nonché responsabile del progetto Loner Deluxe.
L’inconsueto approccio del musicista di Galway alla musica folk e all’elettronica, a metà strada tra sperimentazione e lo-fi, è ormai un vero e proprio marchio di fabbrica. Forte del contributo continuativo di Cecilia Danell e Brian Kelly, il moniker Loner Deluxe è solo in apparenza collegato alla figura di Keith Wallace, non stupisce dunque che il quarto album “Hinterlands” più che rappresentare una raccolta di frammenti folk-pop e field recording, si candidi a essere il primo album a tutto tondo. Quattordici tracce per sessantasei minuti di divagazioni spazio/temporali dove ciclicità, scansione storica degli avvenimenti e coerenza logica sono annullati da una dimensione temporale e fisica cerebrale, psichica.

I suoni catturati dal poliedrico Keith Wallace (chitarre acustiche ed elettriche, banjo, basso, Bontempi Minstrel Beta, Casio SA46, deer skull, drum-machine, fx pedals, found sound & field recordings, kalimba, melodica, MicroKorg, MiniMoog D, mixer, shaker, Stylophone Gen X1, tamburello, toy theremin, giradischi, Yamaha PSS170) sono germi psych-pop in senso stretto.
Sono suggestioni sonore che alternano la magnificenza (“Hollow Mountain”) alla quiete (“Ruined Church”), forme definite (“We Used To Dance In The Sky”) a impalpabili liturgie armoniche (“Stolen By The Faeries”), drum & bass (“Tranquil Eyes”) a shoegaze (“How The West Wind Blows”), disco-music (“Dun Briste”) a drone-music (“Druid Hill Sanitarium”), frivolezza (“Sea Glass”) a rigore (“Carbon Footprints In The Mud”).
Di tanta materia Wallace e compagni fanno scempio, privandola di una ragione ideologica, disponendola in una sciatta sequenza che rievoca la fase sperimentale di Battiato e della scuola kraut-rock (“Bog Disco”), nonché centrando anche il titolo più accattivante dell’anno (“Nick Drake's Sister In Space”).

Sono miniature para-sinfoniche in bilico tra oblique sonorità analogiche ed estemporanee elettroniche, pensieri in libera associazione che fluttuano in un presente dove passato e futuro vengono annullati, un flusso di coscienza che stravolge i canoni della narrazione e dell’azione senza mai volutamente stupire o lusingare l’ascoltatore. Un disco dall’apparente basso profilo, che rischia di stravolgere tutte le vostre migliori considerazioni sullo stato della musica pop-rock contemporanea.

24/08/2022

Tracklist

  1. How The West Wind Blows
  2. Dun Briste 
  3. Tranquil Eyes
  4. Carbon Footprints In The Mud 
  5. Nick Drake's Sister In Space
  6. Search & Rescue 
  7. Druid Hill Sanitarium 
  8. We Used To Dance In The Sky 
  9. Ruined Church 
  10. Sea Glass 
  11. Stolen By The Faeries 
  12. Lunar Swamp 
  13. Bog Disco 
  14. Hollow Mountain

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