Miles Kane

Change The Show

2022 (BMG)
britpop, r&b

La carriera musicale di Miles Kane procede sempre più spedita. Dopo l'esordio con i Rascals, il fortunato sodalizio con l'Arctic Monkeys Alex Tuner per dar vita a due dischi a firma The Last Shadow Puppets, l'ammissione al circolo ricreativo per popstar in libera uscita dei Jaded Hearts Club Band (con Graham Coxon dei Blur e Matt Bellamy dei Muse) e il riuscito duetto con Lana del Rey in "Dealer", uno dei brani più rappresentativi di "Blue Banisters", lo smilzo cantante (una sorta di Spud di "Trainspotting" che studia da terzo degli Style Council) ormai giunto all'età di 35 anni, vuole aggiungere splendore anche alla ditta personale, quella che porta in calce il suo nome che, dopo tre album, aveva subito qualche accusa di ripetitività nell'ultima uscita "Coup De Grace" del 2018.

Allora il nostro, che ritorna nel Regno Unito dopo tre anni passati a Los Angeles, in "Change The Show" (titolo programmatico) prova il colpo a sorpresa, la mossa inattesa che spariglia le carte e cambia registro. Stempera le tentazioni britpop delle uscite precedenti e si affida al duo di produttori Oscar Robertson e Dave Bardon dei Sunglasses for Jaws portandoci a ritroso nel tempo, confezionando le sue nuove canzoni dentro sonorità calde e avvolgenti, cariche di fiati e cori, ispirate al Motown Sound, al Northen Soul e alle atmosfere effervescenti del glam-rock.

Da amante dichiarato del Modfather Paul Weller, dei suoni dei Kinks, dei Beatles e delle orchestrazioni retrò presenti anche nelle opere dei Last Shadow Puppets, potrebbe sembrare un passo abbastanza prevedibile ma comunque riesce a dare un'ulteriore spinta ai brani di Kane che in alcuni passaggi centrano davvero l'obiettivo.
Funzionano molto bene il duetto con la cantante Corinne Bailey Rae nella rassicurante "Nothing's Ever Gonna Be Good Enough": spumeggiante e diretta, sembra uscita da un disco di Ike & Tina Tuner; il soul di "Adios Ta ra Tara" con il suo morbido basso che lavora sottopelle tra urletti soffocati e aperture rigeneranti o la trascinante "Don't Let It Get You Down" tra spoken-word introduttivi della drag queen Lily Savage (alter ego del comico inglese Paul O'Grady) e squarci esotici con vista su Copacabana.

Ancora tanti i rimandi, dal dandismo glitterato alla Marc Bolan di "Tears Are Falling", al r&b arrembante di "Tell Me What You're Feeling", agli ammiccamenti lennoniani in "Never Tired Of Dancing" ma, anche se quando i ritmi rallentano le ballad risultano un po' troppo zuccherose, e "Change The Show", la title track, sembra studiata per far cantare la folla di ragazzine salterine che affollano i suoi concerti, alla fine l'album risulta tutto sommato godibile.

Ma, si sa, il personaggio è questo, Miles Kane vuole essere una popstar e non fa niente per nasconderlo: possono irritare alcune pose alla Liam Gallagher durante gli show live, ma fanno parte del suo Dna. Essendo nato a Wirral nel Merseyside, a due passi da Liverpool, è prodotto inglese Dop funzionale per il mercato interno, ma valido anche per l'esportazione. Però non si può negare il fatto che sappia scrivere, arrangiare e tirare il pubblico dalla sua parte.
E anche se "Change The Show" è un album di maniera e stenta a rivelare un Miles Kane totalmente inedito, comunque raggiunge la sufficienza, anche con i suoi alti e bassi, e fa venir voglia di ballare e unirsi ai cori intrufolandosi (Covid permettendo) in qualcuno dei suoi prossimi live, magari con parrucca e barba finta per non compromettere la fama di fine ascoltatore di micro-wave isolazionista finlandese che ci siamo costruiti con tanta fatica.

26/01/2022

Tracklist

  1. Tears Are Falling
  2. Don't Let It Get You Down
  3. Nothing's Ever Gonna Be Good Enough (Feat. Corinne Bailey Rae)
  4. See Ya When I See Ya
  5. Never Get Tired of Dancing
  6. Tell Me What You're Feeling
  7. Coming of Age
  8. Change the Show
  9. Constantly
  10. Caroline
  11. Adios Ta-ra Ta-ra






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