Owen "Matthew" Fitzgerald

A Deep Clean You Can Count On!

2022 (Sleepy Cat)
alt-songwriter

A pazze e a peccerille Dio l'aiuta
(Dio aiuta i pazzi e i bambini) 

Beata follia, grazia divina che a volte tocca il cuore e la mente di artisti dalle aliene sembianze di cantautori, ma poeti dell’eterna sofferenza spirituale prestati all’arte della musica.
Lui viene da Siler City e vive a Durahm, Carolina del Nord, si chiama Owen "Matthew" Fitzgerald, già noto sotto il moniker di Jokes&Jokes&Jokes, autore di un Ep pubblicato nel 2020, “Body, Child, Light, Crime”, e il suo esordio sulla lunga distanza ”A Deep Clean You Can Count On!” è il più bollente esempio di anti-folk dell’ultimo decennio.
Inutile tentare di seguirne le tracce per stilare un profilo stilistico o creativo, Owen è pratico delle grazie alt-folk, distilla jazz e psichedelia incurante di regole e norme, frequenta le oscurità dell’animo umano senza paura di metterne a nudo le debolezze.

Se il mio cuore pompa sangue nelle vene... se i miei occhi trasformano la luce in vista... se fa ancora male, toccare il forno al lavoro... perché mi sento morto? 
(Owen Fitzgerald)

”A Deep Clean You Can Count On!” è un disco sulla consapevolezza del proprio essere. Owen è affetto da disturbo da deficit, e mette ordine nei propri ricordi e nel passato da alcolizzato con delle istantanee, la cui esegesi musicale è di una tale densità da lasciare l’ascoltatore in preda a dubbi e timori che difficilmente svaniscono con successivi ascolti. Le nove canzoni di questo alieno esordio sono ritagli di vita e di sensazioni accantonate negli angoli più sudici di un casa ricca di memorie dolorose, sono come la vita, ora tristi, ora divertenti, ora tragiche, perfino comiche e ricche di speranza.

Owen Fitzgerald ha immaginato questa raccolta come un dopo-sbornia epocale, un primo consuntivo delle tante fasi di una vita perennemente in bilico tra caos e depressione, ogni canzone trasuda di emozioni viscerali, autentiche, non semplici graffi ma veri e propri tagli su una carne debole e poco avvezza alla lotta per la sopravvivenza.
Chi ha amato il viaggio nell’oscurità di artisti come Bill Callahan e Bonnie "Prince" Billy non avrà difficoltà nel cogliere la bellezza introspettiva della scarna e desolata ballad folk-blues “Bismuth, The Last Gentleman”, o la fragile angoscia che si cela dietro le cadenze folk-slowcore di “Fear On Pine Street”.
E’ meglio chiarire subito che in “A Deep Clean You Can Count On!” non tutto è cosi limpido e definito come finora raccontato, la furia punk’n’roll che spezzetta le armonie folk-rock di “Don't Give Me A Pet” e la lancinante malinconia tinta di dissonanze blues e jazz di “Forest Secrets (Hope On Pine Street)” sono gesti cantautorali ai quali non siamo del tutto abituati o pronti. 

La narrativa del musicista di Durham è viscerale, grottesca, aliena alla perfezione di molti poeti noir (tra i suoi autori preferiti c’è Pete Townshend). Lo si percepisce nella lenta progressione emotiva della epica, bislacca e toccante “Touching The Oven At Work”, o nell’ancora più distratta melodia di “Austin Holly”, che il musicista adorna di languidi tocchi pianistici senza riuscire a trattenerne la graffiante e straziante schizofrenia emotiva, pronta a impadronirsi dell’anomalo epilogo.

”A Deep Clean You Can Count On!” è un disco che permette all’autore di fare i conti con il proprio passato. Oggi marito e padre esemplare, Owen Fitzgerald osserva sé stesso attraverso il filtro scomposto ma sincero di nove canzoni, scritte in un arco di tempo imprecisato. C’è perfino un briciolo di spensieratezza, il folk’n’roll scanzonato di “Dark Meat”, ma a prevalere è un senso di greve e densa sofferenza emotiva, un oscuro malessere che a volte costringe perfino il canto, tracimando nelle profondità della disperazione: “L.T.L.”.

Disco non facile da catalogare o descrivere con parole ordinarie, ”A Deep Clean You Can Count On!” è fuori di ogni dubbio un’esternazione di autentico talento e originalità, che affonda le mani non solo nel moderno cantautorato alt-folk, ma anche nel glorioso passato della musica country americana, su tutti John Prine, autentica musa di molte intuizioni melodiche di Owen, ma soprattutto della splendida e delicata ballata finale “All The Good Times Are Past And Gone”.
La musica d’autore si arricchisce di nuova linfa vitale, e l’album di Owen Matthew Fitzgerald è uno dei più sinceri e passionali esordi degli ultimi tempi. Un potente insieme di musica e parole che lascia decisamente il segno.

Preferirei morire piuttosto che sentire come mi sento bene in questo momento
(Owen Fitzgerald)

09/03/2022

Tracklist

  1. Touching The Oven At Work
  2. Dark Meat 
  3. Don't Give Me A Pet
  4. Austin Holly 
  5. L.T.L.
  6. Fear On Pine Street
  7. Forest Secrets (Hope On Pine Street)
  8. Bismuth, The Last Gentleman 
  9. All The Good Times Are Past And Gone




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