Placebo

Never Let Me Go

2022 (Rise)
alt-rock, noise-pop

Sebbene i Placebo non abbiano mai sortito grande simpatia tra i critici, possono senz'altro vantare una fanbase affezionata e fedele. Il rischio, però, a nove anni dall'ultimo album in studio "Loud Like Love", era che avessero scelto di appiattirsi su sonorità pop dall'impalcatura collaudata. E invece la band, ora ufficialmente un duo composto da Brian Molko e Stefan Olsdal, sceglie di spogliarsi dal tartufismo che l'aveva ammantata nel post-"Meds" per abbracciare un nuovo approccio compositivo. In un'intervista alla BBC6, Molko ha spiegato:

Sono andato da Stefan con delle immagini e una lista di titoli di canzoni che ho scritto negli ultimi cinque anni e gli ho detto: scegliamo la copertina dell'album prima di scrivere la musica, iniziamo con i titoli delle canzoni e poi registriamo tutto l'album senza un batterista. Ovviamente non abbiamo potuto lavorare esattamente al contrario, ma è stato interessante cambiare completamente approccio. Alla fine abbiamo usato non uno ma due batteristi
Al di là dell'approccio compositivo, ciò che sorprende in "Never Let Me Go" è un'urgenza creativa che ai due mancava da un po'. A solleticare la sfera emozionale di Molko e Olsdal due "twin demons", in particolare: il Covid-19 e la rabbia per la Brexit, che ha costretto Molko a lasciare la sua "isola" per andare a vivere in Europa, dove, a suo dire, "la società è un po' più libera, meno sciovinista, xenofoba e sociopatica", argomento indagato principalmente in "Chemtrails".
Le canzoni sono animate, inoltre, dai topoi di sempre: il rapporto con le droghe nella loro doppiezza, intese quindi come pharmakon (φάρμακον), la morte e una rabbia sempreverde e malmostosa, in grado però di trascendere, abbandonandosi a riflessioni e distici malinconici.

In "Happy Birthday In The Sky" il tema della scomparsa si lega a quello delle droghe/medicine, mentre in "Forever Chemicals" il cinema della memoria, impigrito dagli eccessi, proietta ricordi anestetizzati dagli psicofarmaci in un hic et nunc in cui il piano della realtà e quello della memoria si rincorrono senza sosta.
"Hugz" intercetta certe istanze noise e glam degli anni 90, lasciando che la mente corra a "Kool Thing" dei Sonic Youth, laddove "Went Missing" sbocconcella invece dal loro stesso repertorio, grazie a uno spoken word che ricorda sia "Lady Of The Flower" sia "Passive Aggressive". Non a caso sul finale vien voglia di sovrapporre il verso "secret destroyers keep away" a quel "soul mates never die" tanto caro a chi ama i Placebo da una vita. Un piccolo, dolcissimo tributo a Dolores O'Riordan e alla sua "Zombie" sembra inoltre emergere dall'orgia intorcinata di strumenti nell'outro del brano.

I pezzi più radio friendly, come "Beautiful James", in cui i due giocano coi sintetizzatori, e la banalotta "Try Better Next Time", pur nella loro semplicità, sono funzionali all'economia del disco, che recupera così un tocco giocoso, prima di rituffarsi nelle turbe paranoidi di "Surrounded By Spies", nei deliri autobiografici di Molko in "Sad White Reggae" - con quell'attacco Ebm che ricorda l'IAMX dei tempi migliori - "Twin Demons", che ha tutte le carte in regola per accompagnare la doppietta "Special K" e "The Bitter End" ai concerti e l'invettiva finale di "Fix Yourself", forte di un passo claudicante che ricorda a tratti i Radiohead di "How To Disappear Completely".

Vi è poi "The Prodigal", testamento sentimentale di un'anima guarita in procinto di andar via, offerto in dono per lenire il dolore di chi rimane, con una semplice consapevolezza: la morte del corpo libera l'anima da patemi e brutture (So please don't cry/ don't think it's wrong/ my soul is pure/ it sings along). Le tessiture orchestrali, coi violini in crescendo, impreziosiscono ulteriormente questa inaspettata gemma, immersa nel chiarore dorato della speranza e della redenzione.

Ottimo, in generale, il lavoro fatto su mix e arrangiamenti, da sempre il punto debole della band. Niente compressioni estreme a castrare il suono, che qui attinge, abrasivo, soprattutto al mondo industrial ed elettroclash, ma vi è anzi un buon range dinamico in grado di offrire alle canzoni un respiro ampio e meno prevedibile rispetto ai due album precedenti.
"Never Let Me Go" è quindi il lavoro che ci si aspettava dai Placebo nel 2022: solido e ispirato, da una parte recupera il piglio beffardo degli esordi e dall'altra si offre di sperimentare una nuova, sfolgorante maturità.

29/03/2022

Tracklist

  1. Forever Chemicals
  2. Beautiful James
  3. Hugz
  4. Happy Birthday in the Sky
  5. The Prodigal
  6. Surrounded By Spies
  7. Try Better Next Time
  8. Sad White Raggae
  9. Twin Demons
  10. Chemtrails
  11. This Is What You Wanted
  12. Went Missing
  13. Fix Yourself


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