Ravyn Lenae

Hypnos

2022 (Atlantic)
chill-r&b, electro-pop

Parlare di grande attesa è probabilmente fuorviante, ma tra gli ascoltatori più attenti ai movimenti dell’r&b americano il nome di Ravyn Lenae già girava nell’etere da qualche annetto a questa parte. Firmataria sotto Atlantic sin dalla tenera età, questa esile ventitreenne da Chicago ha lavorato con costanza e sangue freddo alla creazione del proprio profilo artistico – si contano frequenti collaborazioni con Steve Lacy e due tour a supporto di SZA e Noname. Ma era stato soprattutto lo squisito Ep “Crush”, il suo terzo in carriera, a farne notare le doti: elastiche partiture di funk elettronico dai toni futuristici, sulle quali la voce si librava con grazia e una punta di disincanto, mettendo in mostra un invidiabile equilibrio tra forma canzone e delicatezze produttive al servizio di un’autrice certo giovane ma ben capace.
“Hypnos” arriva quattro anni più tardi, espandendone il raggio d’azione con oltre cinquanta minuti di moderno r&b elettronico ripieno di sentori indie e vaporosità assortite. Purtroppo, l’effetto ottenuto è più strenuante che non spiccatamente autoriale.

 

La cosa che più lascia basiti è l’impostazione vocale adottata da Ravyn su quasi tutto l’ascolto: un timbro da voce bianca volutamente sottile tenuto in falsetto a mezz’asta, poco più d’un sussurro che limita brutalmente il raggio d’estensione e forza la costruzione melodica ad appiattirsi verso il solito giro di poche note. Non c’era certo bisogno di far grandi sgolate da gospel in chiesa, soprattutto quando la matrice del lavoro è prodotta con morbide e avvolgenti pennellate digitali, ma qui a confronto persino Jhené Aiko passerebbe per un baritono da melodramma ottocentesco italiano; lampante lo scarto timbrico quando, su “Where I’m From”, entra in duetto la cantante etiope Mereba, non certo un gran vocione manco lei, ma accanto alla padrona di casa suona come una donna matura in possesso della propria espressività. Strano, perché la stessa Ravyn in passato non si spalmava mai così tanto sopra le proprie canzoni, questa è quindi una voluta scelta artistica dalla quale l’autrice esce come trasparente.

Con queste premesse, insomma, le sorti di “Hypnos” sono già perse in partenza e la cosa dispiace, soprattutto a fronte dei pezzi meglio riusciti del lotto: lo squisito electro-pop del singolo “Venom”, il delicato passo dancehall di “M.I.A.”, le allucinazioni da dancefloor lunare di “Xtasy”, o la spiaggia stellata di “Mercury” in coppia con Fousheé. Sono momenti sempre impalpabili ma tutto sommato accattivanti, salvati all’ultimo da un refrain o da un tocco produttivo particolarmente ficcante, per quanto sempre delicato.
Sul resto del lavoro, però, l’equilibrio già precario in partenza è spesso un miraggio e l’intero ascolto naufraga in una lunga serie di tracce indistinguibili tra di loro e dove l'apporto emotivo è tenuto davvero al minimo.

 

Ravyn Lenae si posiziona quindi in tralice accanto a colleghe contemporanee, come la ben più famosa Ella Mai, la svedese Snoh Aalegra e l’ultima pupilla prodotta dagli studi di Timbaland, Justine Skyes. Ma forse il nome più consono da farsi è quello della cantante indo-americana Raveena, autrice sempre nel 2022 di un sophomore terribilmente vaporoso ma costruito con filigrane d’acciaio e un armamentario di incensi e astronavi. In tal contesto, “Hypnos” è un disco che finisce col suonare anonimo e cotto solo a metà, davvero difficile trovare punti d’appiglio per tornarci sopra con convinzione. Peccato, perché il talento in partenza era ben altro.

10/01/2023

Tracklist

  1. Cameo
  2. Venom
  3. Inside Out
  4. M.I.A.
  5. Skin Tight feat. Steve Lacy
  6. Where Iàm From feat. Mereba
  7. Deep In The World
  8. Higher
  9. 3D feat. Smino
  10. Satellites
  11. Lullabye
  12. Light Me Up
  13. Like You Do
  14. Xtasy
  15. Mercury feat. Fousheé
  16. Wish


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