Premete pure avvio e lasciatevi aggredire da una mocciosetta coperta di capi firmati che snocciola rime taglienti su liquame bass e striature free-jazz. "SAOKO" è la chiave di lettura, manifesto d'intenti di un album tanto eccitante nei suoni quanto ricco di cattivo gusto nell'immagine di copertina. Che ci volete fare, viviamo nell'era sociale e star dietro ai rifrulli mediatici è un lavoro a tempo pieno.
Io sono mia, io mi trasformoUn tempo la catalana Rosalía Vila Tobella era la nuova promessa del flamenco. Ma nel momento in cui "El mal querer" ha preso piede fuori dai confini della penisola iberica, la sua trasformazione in Diva d'alta moda è stata drammatica. Una trafila di collaborazioni internazionali - J Balvin, Travis Scott, Ozuna, James Blake e Arca - l'hanno sballottata tanto sul palco dei Grammy e del Saturday Night Live quanto in casa di Frank Ocean e sul parquet delle ballroom.
Una farfalla, io mi trasformoUn profilo volendo anche ingombrante, e subito schernito dalla stessa Rosalía con "LA FAMA", un contradditorio gioco di specchi a passo di bachata. Animo forte ed emolliente, per metà ambizione e tradizione: su "BULERIA" l'autrice dona invero un momento di flamenco, condotto con tutta la perizia degli studi universitari in materia. Un bel contrasto, se accostato ai richiami alla cultura giapponese che spuntano lungo il corso del disco: il reggaeton stradaiolo di "CHICKEN TERIYAKI", le turbe erotiche a filo di piano e beat di "HENTAI".
Un trucco da drag queen, io mi trasformoNon fa prigionieri "BIZCOCHITO", cantilena robotica che graffia come M.I.A. e diverte come Azealia Banks. Rosalía comanda poi la cerimonia da dietro ai piatti, incalzante come MikeQ e perculante come Zebra Katz e Shygirl: facciano fede tutti quei sibili da industria tessile nella base di "CUUUUuuuuuute". La finzione scenica continua con i nervosismi rap di "LA COMBI VERSACE", screziata di vocoder, mentre sulla title track e "DIABLO" la forma si squaglia ulteriormente in "queerificazioni" meta-reggaeton e frattaglie hyper-pop.
Pioggia di stelle, io mi trasformoTuttavia, una delle più belle collaborazioni di Rosalía negli ultimi mesi è stata realizzata con Billie Eilish: "Lo vas a olvidar". Per quanto formatesi musicalmente su poli opposti, le due ragazze condividono la capacità di comandare un raccoglimento emotivo che ha del sacro. Il cuore di "MOTOMAMI" pulsa proprio nel momento in cui quell'alieno tocco bjorkiano esplorato con Billie viene ritessuto sotto una serie di ballate a filo di organo e candela. Davvero commovente "COMO UN G", semplicemente splendida "G3 N15", due lunari confetture capaci di donare il respiro.
Io sono tutto, io mi trasformoCome il recente "Ghettolimpo" del nostro Mahmood, o "Isolation" della colombiana Kali Uchis, anche "MOTOMAMI" compie un carpiato fuori dalla tradizione e dentro una scarlatta dimensione estetizzante, risultando forse eccessivamente vanesio e sfacciato, eppure dannatamente eccitante proprio per il percorso che vuol tracciare. Se la recente popmuzik sembrava più piatta del solito, Rosalía è qui per rimediare con un esperanto che si apre verso un futuro tutto da scrivere. Paradossalmente, lo spagnolo l'aiuta proprio a entrare dentro a quei meccanismi solitamente avulsi da simili presenze, portando una curiosa ventata di novità. La stessa inglesissima FKA twigs, autrice giusto poche settimane fa di un lavoro dai toni simili come "Caprisongs", continua a non trovare accesso a simile pubblico - a dimostrazione dell'ondivago e imprevedibile andazzo dei flussi della cultura popolare.
21/03/2022