Spoon

Lucifer On The Sofa

2022 (Matador)
indie-rock

Me ne sono suonati in testa diversi di titoloni e leit-motiv sui quali incentrare la mia recensione del nuovo disco dei texani Spoon. Non avrei saputo quale scegliere, non devo sceglierne uno soltanto e ritengo facciano tutti più o meno centro. Eccovene quindi una piccola cernita: dell'impossibilità degli Spoon di scrivere un brutto disco; dieci dischi e non sentirli; "Lucifer On The Sofa": ossia come fare un grande disco rock'n'roll nel 2022.

Non perdono colpi, Britt Daniel, Jim Eno e gli altri. Anzi. Variando quel giusto la loro inconfondibile formula indie-rock a ogni giro di giostra, sopravvivono ai decenni e alle mode - decisamente meglio peraltro di tanti colleghi di generazione (The National, Arcade Fire, per sparare qualche nome grosso). E così eccoceli qui, ancora una volta, ancora con un gran disco. Il numero dieci, il loro più classico.

Quasi diviso idealmente in una prima parte più sparata e gagliarda e una seconda a luci soffuse, "Lucifer On The Sofa" inizia con una cover, "Held" di Bill Callahan (era Smog), impernata su un riff corto, tagliente e irresistibile. Inizialmente sghemba e spoglia, la canzone pompa gradualmente più rumore per fare da ponte alla scatenata "The Hardest Cut", un tripudio di ritmi, battimano e affilati fendenti di chitarra. È solo il primo di una serie di agganci clamorosi tra un brano e l'altro, che fanno del disco quasi un'opera architettonica, ottima nelle sue singole parti, ma congegnata al dettaglio anche nella sua struttura.
Prima di una emozionante e liberatoria (come ultimamente lo sono pochi brani rock) "Wild", che comprime Primal Scream, Rolling Stones (quel piano!) e Pixies in tre minuti e rotti, si rifiata con la ciondolante "The Devil & Mister Jones", un rock lento ma brioso che si dipana in una lunga e sinuosa coda per chitarra elettrica e ottoni.

Per due brani irruenti e decisamente chitarristici come "Feels Alright" e "On The Radio" (dove però a dettare il ritmo della cavalcata è il pianoforte), troviamo due ballad romantiche, "My Babe" e "Satellite", che bilanciano la saccarina in eccesso con la giusta dose di ironia e twist strumentali. Il tocco fiabesco del mellotron, i fiati soffiati lunghissimo e le ritmiche downtempo imbastite dalla batteria di Jim Eno rendono invece deliziosamente sospese e notturne, anche vagamente psichedeliche (e qui si sente il tocco di uno dei produttori chiamati in causa, quel Dave Fridmann celebre per l'apporto a Flaming Lips e compagnia bella), le bellissime e stravaganti "Astral Jacket" e "Lucifer On The Sofa".

Meno ambizioso, ma anche certamente molto meglio riuscito del predecessore "Hot Thoughts" (che nel 2017 ha segnato il ritorno della band in casa Matador), "Lucifer On The Sofa" ha davvero la statura di quello che siamo soliti etichettare come instant classic e si posiziona giusto mezzo gradino più sotto i quattro capolavori rilasciati dagli Spoon tra 2001 e 2007 per Merge.

17/02/2022

Tracklist

  1. Held
  2. The Hardest Cut
  3. The Devil & Mister Jones
  4. Wild
  5. My Babe
  6. Feels Alright
  7. On the Radio
  8. Astral Jacket
  9. Satellite
  10. Lucifer On The Sofa


Spoon sul web