Sunny War

Simple Syrup

2022 (Org Music)
songwriter, blues, folk

Sunny War si presenta così: “Non lasciatevi ingannare dalla mia curiosità e sperimentazione, sono una donna blues”. E dopo aver ascoltato “Simple Syrup” e dato una ripassata ai precedenti dischi (sono sei, il primo è del 2014, “Worthless”), accettiamo l'autodefinizione che ci propone. Se avete però qualche dimestichezza con lo stile a cui la nostra afferma di appartenere, noterete qualcosa di diverso nel suono delle chitarre di questi undici pezzi. La cantante, originaria di Nashville, infatti adotta sulle sei corde il clawhammer, una forma di suonare il banjo classica della musica americana dei vecchi tempi, in cui le corde vengono colpite usando il retro dell'unghia dell'indice o del medio, alternando il pizzicato con il pollice (normalmente invece le tre dita si muovono pizzicando le corde individualmente). Tutto questo combinato con una serie di influenze musicali, che vanno da Joan Armatrading, Tracy Chapman ed Elliott Smith a Billie Holiday e Robert Johnson. Il risultato è una personale fusione di stili che attingono al blues, certo, ma anche all'Americana e al pop.

Se oggi è sempre più difficile dare un senso alla scrittura di canzoni "politiche", Sunny War ha portato a termine la missione con successo. Il suo songwriting abbraccia temi generali e intimi allo stesso tempo, partendo dal microcosmo di storie e personaggi conosciuti prima e dopo la sua vita, suonando in strada a Venice Beach, California, tra problemi di dipendenze e amori finiti male. Non accenna a volerla dimenticare, quella vita: durante questi ultimi due anni di pandemia ha infatti aperto la sezione di Los Angeles dell'associazione no-profit Food Not Bombs, riunendo una rete di volontari per distribuire cibo vegano ai senzatetto, oltre a marciare e sostenere a braccia aperte la causa del Black Lives Matter.

“Simple Syrup” si apre con “Lucid Lucy”, un arpeggio, un violoncello e la storia di Lucy che ha gli occhi chiusi, chiusi davvero, così stretti da poterli muovere alla velocità della luce. Quasi una filastrocca dove la chitarra, come succede in altri pezzi, gioca a rincorrersi con la voce e le liriche. Non ci vogliono grandi arrangiamenti per costruire una canzone pop in un disco blues, ma le etichette funzionano poco in questi casi e confondono le idee.
In “Love Is A Pest” succede qualcosa di simile, c’è nuovamente il potenziale di una pop song, ma l’arrangiamento è lontano dalle classifiche, solo le parole del ritornello ci si avvicinano: “Hai fatto dire al mio cuore boom boom/ Fuochi d'artificio nel mio petto/ Sto ululando a quella grande luna”. Di “Mama’s Milk” andatevi a cercare il testo e provate a seguirlo, una personale “Subterranean Homesick Blues” con un riff che non arriva da un banjo, anche se così sembra e un solo di sax che mai vi aspettereste.

“Dimmi che assomiglio a Nina/ Ho il suo stesso contegno/ Lo stesso sguardo triste nei miei occhi/ Le ragazze come noi non ballano come Tina/ Non cantano canzoni d'amore come Aretha”, canta Sunny in “Like A Nina” e potete facilmente capire a chi appartengono questi nomi. Sono canzoni che riempiono le orecchie, quasi fossero sostenute da un’orchestra, invece che, come in quest’ultima, solo da una chitarra acustica e una elettrica. Nella cruda e soul “Kiss A Loser”, Sunny se la prende con sé stessa e con il suo io ubriaco che emerge quando le relazioni si fanno più importanti: “Sono una rivolta nel letto, una pallottola nella tua testa/ Ti dico che ti amo mentre desidero che tu sia morto/ Fumo e bevo, vomito nel lavandino della cucina/ Vieni a baciare un perdente se è davvero il tuo stile”.
Nella folkie "Deployed And Destroyed" parla di un amico che ha conosciuto per strada, un veterano delle guerre in Iraq che ha visto cadere a pezzi a causa del PTSD (post-traumatic stress disorder). L’unica collaborazione del disco è con Angel Moore (leader dei Fishbone, tra ska, funk, punk e metal a cavallo degli anni 80 e 90) nell’oscura e soul “Eyes”.

A Sunny War non piace molto parlare, abbiamo spulciato qualche intervista, e l’attitudine è quella di chi ancora non crede che qualcuno possa interessarsi alla sua musica da farle addirittura delle domande. Nell’esibizione al NPR Music Tiny Desk Concert, dopo la prima canzone, sorride e imbarazzata biascica al microfono un “non parlerò, perché… sapete…”. No, non lo sappiamo il motivo, ma senza volerlo ha imbroccato la strada giusta per renderci ancora più curiosi per quello che potrà succedere nella sua carriera.

07/02/2022

Tracklist

  1. Lucid Lucy
  2. Mama's Milk     
  3. Like Nina
  4. Kiss A Loser
  5. A Love So True
  6. Losing Hand      
  7. Love Is A Pest
  8. Its Name Is Fear
  9. Deployed And Destroyed
  10. Eyes
  11. Big Baby

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