Tre Allegri Ragazzi Morti & Cor Veleno

Meme K Ultra

2022 (La Tempesta Dischi)
hip-hop, indie, crossover

In tempi di marcata fluidità di generi musicali, con la formula del featuring assurta quasi a nuovo mantra del mercato discografico, la collaborazione tra Tre Allegri Ragazzi Morti e Cor Veleno non può certo lasciare sbigottiti. Sia gli uni che gli altri non sono neanche nuovi alle joint venture anche con artisti distanti dai propri recinti; nel 2016 i TARM stupirono il proprio pubblico varando un sodalizio con Jovanotti per l’album “Inumani”, mentre i Cor Veleno, nel loro “Lo spirito che suona” del 2018, collezionarono partecipazioni variegate, da Adriano Viterbini a Giuliano Sangiorgi.
Nessuno shock, dunque, ma allo stesso tempo, questo inedito “duetto a sei” non può non suscitare curiosità. D’altronde, la band di Pordenone e il collettivo hip-hop romano sono - ciascuno a suo modo - piccole colonne portanti delle rispettive scene. Simile, tra l’altro, sempre nelle proprie lande musicali di appartenenza, è anche il loro status da alfieri della terra di mezzo; né troppo underground, né troppo mainstream.  In ogni caso, entrambe le parti in gioco possono vantare una certa rappresentatività, e tanto basta a creare aspettative di un certo tipo.

Il prodotto di questo esperimento è “Meme K Ultra” (alle stampe, naturalmente, per La Tempesta di Enrico Molteni, bassista dei TARM), album che celebra l’incontro tra due mondi - il rock indipendente provinciale e l’hip-hop urbano della capitale (quest’ultimo, comunque, storicamente incline alle contaminazioni) - molto diversi, ma che oggi sembrano accomunati da una radice condivisa: il distacco da un certo tipo di modernità. In “Meme K Ultra” non c’è infatti alcuna rincorsa al sound di ultima generazione, la cui odierna concezione (sia sul fronte indie che su quello rap) è enormemente mutata rispetto al background nativo dei due gruppi. E questo è un bene; TARM e Cor Veleno mettono sul piatto la propria esperienza trentennale senza compromessi e il risultato è un disco dal sapore decisamente vintage.

A prevalere per gran parte dei brani è l’impronta dei Cor Veleno, con i TARM che sembrano fornire il tappeto musicale al servizio delle metriche mitragliate dai capitolini, tanto che l’impressione preponderante (sempre per tornare all’approccio “retrò”) è di avere tra le mani un disco rap di due decadi fa.
Le basi sono efficaci e coinvolgenti, con la strumentazione dei TARM che si concede a venature cupamente funk e lo-fi hip-hop. Il flow dei Cor Veleno è fluido e arrembante, le liriche sono intelligenti, trovando il giusto equilibrio tra l’ermetismo cinico e beffardo di Toffolo e il nervoso storytelling metropolitano a sfondo sociale tipico del rap di stampo più o meno old school.

L’anima dei TARM emerge con più veemenza nei due singoli “A me di Roma piace il rap” (con la partecipazione di un altro nome di culto della scena hip-hip della capitale, Metal Carter, già nei TruceKlan) e “La gente libera”, e soprattutto in “A volte ci consola”, brano dove riecheggiano in lontananza le chitarre e gli andamenti di “Mostri e Normali” e “La Testa Indipendente”. L’album vanta anche ulteriori ospitate: la voce di Mimosa Campironi, il sax di Francesco Bearzatti e un sampling di Remo Remotti.
“Meme K Ultra” riesce insomma nel suo intento; una prova divertita, ben congegnata e coinvolgente di due formazioni veterane, che sanno fondersi sapientemente (sin dalla capertina) e dimostrano di averne ancora da raccontare. Suona, soprattutto, come un piacevole memento di come eravamo, con la capacità di riportarci a scenari giovanili da anni Zero, pur con una resa fresca e attuale che riesce a non apparire una datata operazione nostalgia.

01/03/2022

Tracklist

  1. L’effetto del merlo
  2. Meme K Ultra
  3. Come le onde
  4. A me di Roma piace il rap (feat. Metal Carter)
  5. Chiedo il nome (feat. Remo Remotti)
  6. La gente libera
  7. Meglio andarsene affanculo
  8. A volte ci consola
  9. La tua anima che balla (feat. Mimosa)
  10. Mica serve avere fatto la guerra
  11. La musica sai che cos’è? (feat. Francesco Bearzatti)




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