Amazons

How Will I Know If Heaven Will Find Me?

2022 (Fiction)
alt-rock

In circolazione dal lontano 2014, The Amazons, gruppo di Reading composto dal frontman Matt Thomson, Chris Alderton alla chitarra, il bassista Elliot Briggs e il batterista Joe Emmett, rientrato in formazione di recente dopo un periodo di pausa a causa di un lutto in famiglia, continuano a farsi le ossa a suon di concerti tra Europa e Uk, spesso ancora in qualità di opening act. La ripresa post-pandemia non è stata semplice, poiché lo stop avvenne in un momento cruciale della carriera del quartetto, che nel maggio 2019 aveva dato alle stampe il valido sophomore scuro e dal piglio hard-rock "Future Dust", piccolo successo che gli aveva permesso di approdare anche negli Usa.

Thomson e soci pongono da sempre un forte accento sulle chitarre, e fin dal debut "The Amazons", situato tra indie-rock e sfumature garage, hanno mostrato una predisposizione alle tipiche sonorità arena-rock. Uno dei loro punti di forza sono le energiche performance live e la capacità di stabilire un ottimo rapporto con il pubblico, e per la realizzazione del terzo capitolo "How Will I Know If Heaven Will Find Me?" hanno scelto di assecondare la voglia di musica dal vivo e la necessità di leggerezza e ottimismo, intraprendendo una strada ancor più catchy, disseminata di singalong, melodie e brani semi-acustici.
Rispetto all'aura cupa e ruvida che permeava il suo predecessore, a saltare all'occhio nell'opera sono inoltre la pulizia di suono e una produzione curata, merito di Jim Abbiss, noto per aver contribuito a quel gioiellino che è "Whatever People Say I Am, That's What I'm Not" degli Arctic Monkeys, e per le sue collaborazioni con Kasabian, Editors e Bombay Bicycle Club. I cori di "How Will I Know?" mettono immediatamente in risalto la svolta "orecchiabile" intrapresa dal quartetto, continuando sulla stessa linea con l'anthemica ed efficace "Bloodrush", per poi volgere lo sguardo all'alt-rock nineties di Alanis Morissette e affini, condito da guitar riff usciti dallo scatolone dei ricordi dei Blind Melon, con "Say It Again".

I passaggi più deboli sono rappresentati da "There's A Light", che rievoca i Bombay Bicycle Club di "I Had The Blues But I Shook Them Loose", la semi-acustica "Northern Star" e la più breve e veloce "Wait For Me". Ad attirare l'attenzione sono invece "One By One", che ingrana lentamente da un blues acustico, ritrovando la vena esplosiva di "Future Dust", e la seguente "Ready For Something", il cui leit-motiv si colloca nel territorio dei colleghi Royal Blood, compromesso soddisfacente tra nuovo e precedente sound. Un'ulteriore sorpresa è offerta dalla ballad "For The Night", che cela qualche riferimento in territorio Oasis, chiudendo con i toni trionfali di "In The Morning" e "I'm Not Ready".

Dando per garantita una buona resa dal vivo, dove alcune tracce risulteranno più taglienti che su disco, e pur considerando l'aggiunta a tratti azzeccata di qualche novità, adottata per allargare la platea il più possibile, un pizzico di pepe (e chitarre elettriche) in più avrebbe senz'altro giovato al risultato complessivo di "How Will I Know If Heaven Will Find Me?". Accontentare i fan della vecchia guardia e accattivarsi qualche nuova simpatia non è sufficiente per poter effettuare il salto di qualità definitivo: la band di Reading ha ancora del potenziale da giocare e soprattutto la necessità di crescere e maturare a livello di songwriting.

10/09/2022

Tracklist

  1. How Will I Know?
  2. Bloodrush
  3. Say It Again
  4. There's A Light
  5. Northern Star
  6. Wait For Me
  7. One By One
  8. Ready For Something
  9. For The Night
  10. In The Morning
  11. I'm Not Ready




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