Amare qualcuno è vedere un miracolo invisibile agli altri
(Francois Mauriac)
Le parole di Muriac celano un miracolo che attraversa le stanze del conservatorio di Parigi e passa per la saggezza di un maestro come Dominique Merlet. Un amore innato che
Vanessa Wagner ha sempre mostrato, ribaltando solo ultimamente la prospettiva del celebre scrittore francese in "Study Of The Invisible", album in cui rielabora la corrente minimalista, e non solo, reinterpretandone i momenti a suo dire migliori, per un repertorio eclettico che spazia da
Philip Glass a Ezio Bosso, da
Suzanne Ciani a
Brian e
Roger Eno,
Murcof e Moondog. La pianista transalpina amplifica così quel percorso intrapreso con la Infiné per "Stratera", in coppia con Murcof, e proseguito da sola nel successivo "[Inland]".
Apprezzata in particolare da Leon Fleisher, che la suggerì per un posto all'Accademia di Cadenabbia, dove i suoi insegnanti includevano lo stesso Fleisher, Fou Ts'ong, Karl Ulrich Schnabel, Murray Perahia e Alexis Weissenberg, Vanessa Wagner ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il Victoire de la Musique, l'equivalente francese del Grammy, come solista strumentale più promettente. Il suo stile fonde appunto Glass e accademia allo stato puro, per un tocco delicatissimo, sottile che la rende distinguibile già dalle prime note.
In "Study of The Invisible", la Wagner si approccia al minimalismo
tout court con intraprendenza, spogliando le versioni originali delle proprie vesti. E così, l'afflato world di "Rain" penetra tra i tasti del piano, dissolvendosi fino a convertire il suo flusso. Mentre altrove rimane intatta la drammaticità, come in "Celeste" dei fratelli Eno, o la struttura di fondo, soprattutto in partiture nate esclusivamente per il pianoforte come "Gustave Le Gray" di Caroline Shaw e "Wise Words" di Timo Andres. Momenti in cui la pianista di Rennes accarezza, torna lentamente indietro, a piccoli passi, e lascia respirare la melodia prima di intensificarne, a tratti solo gradualmente, la presa. In "Prelude N°1 In A Minor" la Wagner converte invece la frenesia dell'originale con una compostezza che finisce per esaltarne addirittura tanto il risvolto epico quanto la preventiva caduta.
In "Study Of The Invisible" c'è un velo di seta che avvolge ogni nota del pianoforte. Un velo invisibile agli occhi che riscalda il cuore.
29/05/2022