Avevo conosciuto gli scozzesi Walt Disco grazie all'Ep "Young Hard And Handsome", che nel 2020 destò il mio interesse per la bizzarra e veemente modalità di unire un'irresistibile estetica new romantic con fragranze elettroniche, glam-rock e a tratti post-punk, tanto da indurmi ad appuntare il loro nome nell'agenda delle band da tenere sotto controllo.
L'istrionico sestetto proveniente da Glasgow rappresenta una delle manifestazioni più stravaganti dell'inarrestabile revival 70/80, ma ciò che colpisce maggiormente all'ascolto di "Unlearning", debutto sulla lunga distanza, è l'enorme esagerazione del tutto: dalla trasversalità fluida (concetto onnipresente nelle liriche) allo sfrenato divertimento, all'ironia, si passa alla più bloccata austerità e alla maniacale cura di ogni dettaglio.
Si prenda ad esempio "Selfish Lover", brano pop da manuale, decisamente sopra le righe, sfrontato e oltraggioso, un pezzo che si ha l'impressione di aver ascoltato per decenni alla radio.
Che dire poi di "How Cool Are You?", l'istante dove i Talking Heads sembrano incontrare i Franz Ferdinand e i Dead Or Alive, un connubio tanto improbabile quanto sensazionale che si replica nell'oltraggiosa e trascinante "Cut Your Hair", brano già gustato nel famoso Ep del 2020, qui rivisto e caricato di maschere elettroniche che ne hanno ampliato l'appeal.
Con il suo camaleontico carisma, il cantante James Potter pilota un carrozzone pieno di colori e tempesta che piazza nel cervello dell'ascoltatore melodie orecchiabili e perfettamente congegnate.
Proprio l'interpretazione vocale del frontman è di quelle che non ammettono compromessi, aggiungendo ulteriore sapidità a un contesto che veleggia completamente borderline anche nelle sconfinate contaminazioni sonore: dalla techno che fa breccia in "Weightless", alla darkwave che s'impossessa di "My Dear", traslando dall'elettronica più spigolosa e drammatica dello strumentale "The Costume Change" alla finta delicatezza dell'oscura "Those Kept Close".
Nelle circostanze dove i Walt Disco non si affidano completamente ai sintetizzatori vintage e lasciano ribollire senza freni chitarra e basso, si ruzzola nelle squisitezze del miglior indie-rock contemporaneo ("Macilent"), ed è quando Potter e soci non cercano somiglianze che si scorgono i passaggi migliori. Uno di questi è "Hold Yourself As High As Her", con la sua capricciosa sezione ritmica e l'efficace interazione tra glam, pop, dance ed elettronica.
Se la strampalata esecuzione di "Timeline" incorpora una linea di basso in stile Bowie senza apparire una semplice citazione, la vocalità à-la Morrissey di "If I Had A Perfect Life" si eleva al di sopra dello status di semplice riferimento, giacché sullo sfondo si stagliano frizzanti linee strumentali di evidente complessità che, in qualche modo, arrivano a citare persino gli Horrors degli esordi.
Non tutte le scelte sembrano perfettamente centrate, ma i Walt Disco tentano di confezionare qualcosa di innovativo e articolato che va premiato.
"Unlearning" possiede un'immediatezza, una freschezza e un coraggio che non possono far altro che suscitare entusiasmo e instillare crescente curiosità per probabili e interessanti sviluppi futuri e, perché no, per la riproposizione live di tanta sfacciataggine.
11/04/2022