Urge Overkill

Oui

2022 (Omnivore Recordings)
alt-rock, power pop
5.5

“Oui” è la risposta perentoria che gli Urge Overkill hanno dato a chi chiedeva loro se fosse finalmente giunto il momento di regalare al mondo un nuovo lavoro. Non si può dire che non se la siano presa comoda, dal momento che hanno pubblicato solo due album negli ultimi 27 anni. Inoltre, dopo il non particolarmente memorabile “Rock'n'Roll Submarine”, sembravano essersi definitivamente inabissati alla guida dell’iconico sottomarino. Tuttavia, al di là di tutte le stravaganze che la band di Chicago ci ha regalato negli ultimi anni, bisogna riconoscere che si è sempre mossa basandosi su quello che pensava fosse più giusto per sé piuttosto che sulle aspettative della gente.

D’altra parte il minaccioso bovino che campeggia nella copertina ci ricorda che gli arrembanti rocker di “Saturation” non hanno alcuna intenzione di farsi ammansire dal tempo che passa. Forse avrebbero potuto esprimere meglio il concetto scegliendo come incipit dell’album un pezzo più grintoso di “Freedom”. La famosa hit degli anni 80 probabilmente riveste un significato particolare per la band, ma anche dei maestri come loro nel riadattare canzoni altrui non aggiungono nulla di nuovo alla canzone di George Michael.

Meglio passare direttamente alla successiva “A Necessary Evil”, che effettivamente non avrebbe sfigurato nei loro album del secolo scorso. Certo, lavorano all’interno di strutture e schemi familiari e si sente l’assenza di Blackie Onassis alla batteria, tuttavia la voce di King Roeser è ancora calda e gli inserimenti di chitarra sono gustosi al punto giusto. Non è scontato suonare alla loro età un tipo di musica che ti fa venire voglia di indossare camicie di flanella e cardigan oversize e risultare ancora credibili. Ad ogni modo, la strada che hanno intrapreso rimane irta di ostacoli: basta un calo di ispirazione, una melodia meno accattivante, un riff di chitarra messo proprio lì dove te lo aspetti e la maschera viene giù. Una buona metà del disco, soprattutto la seconda, scivola così con poche idee, con gli hook e gli strappi di chitarra precotti e appena scongelati.

I nostalgici delle loro ballate power pop troveranno soddisfazione in “I Been Ready” e in “Totem Pole”, che presenta delle sonorità che ricordano molto i Soul Asylum di fine anni 90. Più briosa è invece “Litany”, con una struttura in crescendo trascinata verso sonorità rock dall’irruenza della batteria e della chitarra. Non mancano i testi eccentrici, altro marchio di fabbrica degli Urge Overkill. In “Prisoner’s Dilemma” si cimentano a parlare a modo loro di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, pronunciando in maniera tutt’altro che impeccabile qualche parola in italiano.

In “Forgiven” ci avvertono invece che non vogliono sentire opinioni e che vogliono semplicemente essere vivi (I'm gonna be among the living/ I don't wanna hear your opinion). Probabilmente è l’approccio che hanno scelto di adottare anche nel mondo della musica: “Oui” è un album fatto da professionisti a cui piace semplicemente suonare e sentirsi vivi. Non si discosta molto dal precedente, in fondo molte canzoni sono state registrate decine di anni fa. Tutto sommato, si ha la sensazione che la band americana abbia raschiato il fondo del barile in cerca di qualcosa di appetitoso da offrire all’ascoltatore, e con esperienza sia riuscita a impiattare qualcosa. Ma come quando ti servono alla vecchia maniera una coppa di gelato, con tanto di ombrellini e bandierine, ti domandi se il sapore del tempo che è passato e la nostalgia sono compresi nel prezzo.

15/02/2022

Tracklist

  1. Freedom!
  2. A Necessary Evil
  3. Follow My Shadow
  4. How Sweet the Light
  5. I Been Ready
  6. A Prisoner's Dilemma
  7. Forgiven
  8. Totem Pole
  9. Litany
  10. I Can't Stay Glad@u
  11. Won't Let Go
  12. Snow

Urge Overkill sul web