Castelli

Anni Venti

2023 (Bordello a Parigi)
synth-pop, new wave

L'omonimo Ep pubblicato nel 2021 era già stato un eccellente biglietto da visita che aveva incuriosito gli appassionati di quella synth/wave/pop di matrice italica che pure nel nostro territorio non ha mai avuto vita facile, tolto qualche nome d'eccellenza. Con questo esordio full length, Castelli non solo conferma le prime buone impressioni, ma alza ulteriormente l'asticella, collocandosi a pieno diritto tra i migliori attuali cantori del synth-pop italiano.

 

"Anni Venti" è il titolo dell'album che Stefano utilizza come metafora per raccontare sia esperienze personali che proiezioni future costruite sulle fasi che caratterizzano il decennio in corso, un'attualità costellata di avvenimenti e variazioni significative a parecchie vecchie regole consolidate.
Il riferimento al secolo scorso non è messo lì a caso, soprattutto se rapportato al mood e alle sonorità che permeano l'intero lavoro. Tutte le dieci tracce del disco, infatti, grondano di riferimenti ai classici schemi eighties, senza alterarne il Dna, ma donando a essi un profilo espressivo più attuale; il tutto immerso in atmosfere tipicamente retró, dove il grigio e piovoso autunno britannico fa da contorno malinconico e suadente a un pezzo clamoroso come "Manchester d'estate", con tanto di nemesi contenuta nel titolo.
La produzione, affidata ancora alle mani sapienti di Luca Urbani, è un sigillo indelebile per musiche pilotate in modo sostanziale da trame costruite su sintetizzatori analogici. Potremmo definirla come una sinuosa verve new romantic, la classica cup of tea, rimanendo in tema British, per i cultori del genere.
Ma la forza di "Anni Venti" sta anche nella marcata attitudine di Castelli a realizzare motivi accattivanti, a tratti ballabili e sempre orecchiabili, senza mai trascurare l'aspetto qualitativo della sua proposta.

Il trittico iniziale, composto da "Festa", "Manchester d'estate" e "Cosmonauti", delinea perfettamente il campo d'azione dell'artista: mondi sintetici colorati e cangianti, guidati da una tecnologia calda e passionale, dove già band storiche come Omd, Ultravox epoca Ure, Soft Cell e Heaven 17, tra gli altri, avevano disegnato traiettorie memorabili.
Se in episodi come "Wave Goodbye" e "Paradiso Tropicale" si elevano evidenti gli echi innescati dalla moderna ondata indie-pop italiana, anch'essa debitrice nello stile a molte delle sonorità originarie degli anni 80, la parte centrale del disco è quella che regala i contesti più introspettivi, dove si registra un aumento dei giri dell'ombrosa motrice che comanda l'intero progetto: se "Luna" è caratterizzata da ritmi plumbei cadenzati e avvolgenti, in "Cani" sono utilizzate tattiche stilistiche più dilatate, quasi oniriche, spezzate e rese più spigolose dal trattamento robotizzato della voce, un prodotto che vede il proprio fisiologico completamento tra le note di "Città", brano più aperto nell'arrangiamento, ma ampiamente futuristico nel messaggio, che invita alla scoperta di nuovi mondi e ideali.

 

La chiusura baustelliana affidata a "Nave" suggella un album godibile, ben strutturato e perfettamente in bilico tra indie e synth-pop.
"Anni Venti" è un viaggio ipnotico guidato dalla stella cometa della new wave, capace di offrire preziosi suggerimenti di richiamo nei quali Castelli si insinua con la classe e l'eleganza.

17/04/2023

Tracklist

  1. Festa - feat. Luca Urbani
  2. Manchester d'estate
  3. Cosmonauti
  4. Wave Goodbye - feat. Bornajeans
  5. Luna
  6. Cani
  7. Città
  8. Paradiso tropicale
  9. Quando guardi i film
  10. Nave




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