Shana Cleveland

Manzanita

2023 (Hardly Art)
folk-psych

Che strana creatura, il nuovo album di Shana Cleveland! “Manzanita” è uno dei dischi più insidiosi e magnetici intercettati da molto tempo a questa parte. Una brezza armonica apparentemente innocente, che con spettrali accordi folk ed echi di sintetizzatori e riverberi jazz ridesta un’attitudine psichedelica che credevamo dispersa tra volumi di chitarre elettriche in preda alle glorie delle distorsioni in odor di acido e pedaliere wah-wah.

 

La chitarrista e cantante dei La Luz non ha mai sconfessato attitudini per l’arte del fingerpicking e per la vellutata grazia dei Mazzy Star, elementi che impregnano l’intero progetto. Ma è l’eco della selvaggia bellezza della Terra Nevada la vera fonte d’ispirazione del ricco fluttuare di sentimenti e riflessioni di “Manzanita”. Album dal fascino imperituro, il terzo lavoro solista di Shana Cleveland è un'audace celebrazione dell’affascinante dicotomia e dell’imperscrutabile autosufficienza della natura, ed è sintomatico che come simbolo l’autrice abbia scelto un albero sempreverde tipico della Costa occidentale del Nordamerica, la Manzanita appunto, apprezzato sia per le proprietà medicinali che per l’effetto decorativo dei suoi rami essiccati.

Con un'estetica strumentale più sobria rispetto al passato, Shana Cleveland si immerge in sonorità pastorali e cosmiche in cui si incrociano le sognanti grazie degli Air e l’eccellenza armonica dei Left Banke (“Mystic Mine”) o preziosi arpeggi di fingerpicking contagiati da arie orientali (“Sheriff Of The Salton Sea”) che profumano di folk anni 70 made in England (da Nick Drake all’Incredible String Band).
E’ un album dallo spirito contemplativo, “Manzanita”. A questo concorre il supporto dei musicisti – Will Sprott, Olie Eshleman e Abbey Blackwell –  tessitori di un delicato tappeto sonoro dove dulcimer, glockenspiel e clavicembali si abbracciano dolcemente con pedal steel, synth, piano elettrico, basso e chitarra acustica.
Gli spazi strumentali sono più numerosi rispetto al passato (“Bonanza Freeze”, “Bloom”, “Light On The Water” e la già citata “Sheriff Of The Salton Sea”), mentre la voce di Shana non sovrasta la musica, anzi, a volte ne segue le stravaganze con un bisbiglio (“Ten Hour Drive Through West Coast Disaster”), per poi riappropriarsi della scena quando le armonie e gli intrecci strumentali diventano più ambiziosi (la splendida “Faces In The Firelight” che si nutre di dolenti note di viola e synth).

A modo suo, il nuovo album di Shana Cleveland celebra la cultura freak-folk, omaggiando poeti e scrittori poco allineati, come Richard Brautigan nella ballata country alla Van Dyke Parks “Mayonnaise”, citando la sfuggente poetica psych-pop di Kevin Ayers e Syd Barrett nella lunatica “Gold Tower”, o inzuppando graziose melodie stile Laurel Canyon con colti e inquieti accordi di fingerpicking (“Evil Eye”) mediante un’intensità che evoca Judee Sill (“Quick Winter Sun”).
Tanta meraviglia non è però agevole per quei fruitori fugaci che alla solidità della scrittura prediligono trucchi e stratagemmi. Per quanto brani come “A Ghost” possano apparire semplici e carezzevoli, “Manzanita” non è un album da sottofondo, ma un viaggio nei più oscuri e obliqui meandri del folk e del country. Un disco dal fascino cosmico e spirituale.

04/04/2023

Tracklist

  1. A Ghost
  2. Bloom
  3. Faces In The Firelight
  4. Mystic Mine
  5. Light On The Water
  6. Quick Winter Sun
  7. Bonanza Freeze
  8. Gold Tower
  9. Babe
  10. Ten Hour Drive Through West Coast Disaster
  11. Evil Eye
  12. Mayonnaise
  13. Sheriff Of The Salton Sea
  14. Walking Through Morning Dew






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