Tom Meighan

The Reckoning

2023 (Destruct)
pop-rock, post-britpop

Tom Meighan ci mette la faccia! Osservando la foto di copertina di "The Reckoning", l'album di debutto da solista dell'ex-frontman dei Kasabian, che ritrae in primo piano il suo volto serioso, a tratti spaesato, sicuramente segnato dagli eventi che hanno contraddistinto i suoi ultimi tre/quattro anni, mi torna alla mente l'immagine della cover che Dennis Wilson utilizzò per il seminale "Pacific Ocean Blue", il suo esordio fuori dal dorato e spigoloso mondo Beach Boys, anche in quel frangente – e forse in misura maggiore - decisamente comunicativa, molto più di mille parole. Senza muovere inopportuni paragoni sui due lavori citati, è stuzzicante provare a cercare nei profondi occhi azzurri di Tom, e in quei marcati solchi che gli segnano la fronte, buona parte di quei malesseri che lo hanno portato per un bel po' di tempo ai margini della propria esistenza e di conseguenza fuori dal progetto Kasabian.

 

Il pesante uso di droghe e alcool e soprattutto una sentenza che nel 2020 lo condannò a 200 ore di lavoro non retribuito a causa delle violenze perpetrate e da lui riconosciute, nei confronti dell'allora compagna Vikki Ager (poi sposata nel 2021), avevano portato Serge Pizzorno e soci a defenestrarlo dal suo ruolo all'interno della band di Leicester.
Da quel momento, Meighan di strada ne ha compiuta tanta, sicuramente impervia e dura, ricostruendosi innanzitutto una vita conforme, fuori da ogni tipo di dipendenza da sostanze. Dopo aver scontato la pena inflittagli, Tom è stato anche in grado di rimettere in sesto la sua vita lavorativa, inventandosi cantautore, lui che non aveva mai scritto nemmeno un briciolo di una canzone.
"The Reckoning" è un titolo emblematico: la resa dei conti, proprio ciò che resta dopo il meglio o, nel suo caso, il peggio che si è costruito nella propria esistenza.
Il disco è il suo manifesto di rinascita, realizzato grazie al fondamentale contributo di Gareth Young e Bnnan Infadel.

Sarà per l'iconica voce, penetrante, riconoscibile, della quale onestamente si sente un'enorme mancanza nei più recenti Kasabian, o per le storie, molto autobiografiche, che ammettono errori personali, sofferenze esistenziali, ma anche desiderio di reazione e che aggiungono anche un pizzico di sale ad alcune considerazioni che paiono strettamente legate al suo rapporto con Pizzorno & C., i dodici brani in scaletta scorrono godibili, senza picchi di eccelso livello, sia chiaro, ma con quella sensazione rassicurante che porta quasi a dire: "Finalmente sono tornati i Kasabian!".
È proprio questo il punto di forza del disco, che fa tornare alla memoria gli albori dei Kasabian post-Christopher Karloff, quelli, per intenderci, meno elettronici del primo omonimo album e parte del sophomore "Empire".
In brani come "Rise" e "Deep Dive" sembra di tornare ai fasti di "Shoot The Runner", situazione che si rileva chiaramente anche in "Shout It Out", "Everyone's Addicted To Something", "Movin' On" e soprattutto in "Acrobat", forse il momento meglio riuscito in tal senso.
Tralasciando il rock innocuo à-la Bon Jovi di "Daytona Racing", in "Thinking On Your Feet" si ritrovano flebili accenni allo stile Kasabian del primo album, grazie a qualche slancio elettronico che potrebbe fare le fortune di un buon montatore di remix per finalità dancefloor.

C'è spazio anche per passaggi più intimi, ovviamente sofferti ("Scared"), corroborati sapientemente dall'uso di archi digitali e arrangiamenti consoni al messaggio di Meighan, in preda al più assoluto sconforto e alla paura di non riuscire a risalire la china.
Come indicato in apertura, tra i brani, nemmeno troppo ermetici nei contenuti, l'artista inglese non teme l'accenno al suo rapporto conflittuale con gli ex-compagni e chissà se il Darth Vader abbattuto evidentemente con la spada laser o l'agitatore di pellicce finte (qui i dubbi sono davvero pochi) che Meighan cita nell'interessante title track siano polemici riferimenti al suo ex-compagno e amico Serge Pizzorno, a cui Tom contesta di aver provato più volte a estrometterlo dalla band, anche prima delle vicende del 2020, per gelosia del suo carismatico ruolo di frontman.

 

In attesa di verificare se i Kasabian raccoglieranno il guanto di sfida, il primo punto va assegnato, a sorpresa, al bisbetico ma tenace Meighan, soprattutto in riferimento all'anonimo "The Alchemist's Euphoria" pubblicato dalla band lo scorso anno: uno a zero e palla al centro!

22/05/2023

Tracklist

  1. Rise
  2. Deep Dive
  3. Daytona Racing
  4. Shout It Out
  5. Don't Give In
  6. Scared
  7. Acrobat
  8. Thinking On Our Feet
  9. Better In The Dark
  10. Everyone's Addicted to Something
  11. Movin' On
  12. The Reckoning






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