1978, tra di voi/noi qualcuno c'era e ricorderà le tv in bianco e nero, uno scenario sociale controverso, i volti scuri, fiducia poca, rabbia tanta, la politica incasinata, un Presidente della Repubblica costretto alle dimissioni e deriso, un partigiano come Presidente, tre Papi in giro di tre mesi, Heidi e Goldrake, l'Almanacco del Giorno Dopo e l'Uomo in ammollo, la violenza, verbale e fisica, Paolo Frajese e Mario Pastore, Corrado e Discoring, Pablito, l'aborto e la fine dei manicomi, l'inflazione al 20%, Il Male, scusate, abitualmente vesto Marzotto. Il 16 marzo.
La confusione totale. Sembra ieri, o forse somiglia a oggi, ma a colori. Mancano solo gli elicotteri all'alba.
E poi c'erano le radio libere, le nuove onde, un'espansione colossale, irrefrenabile, di corsa a raccontare una musica che cambiava, una stagione dopo l'esplosione del punk, che diventava post e i cronisti che cominciavano a raccapezzarsi, almeno un po' più di prima.
Marco e Davide, che all'epoca c'erano e non c'erano, inaugurano la prima delle tre puntate dedicate ai 12 mesi più assurdi dell'Italia repubblicana. Aspettando l'anno che verrà.
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