Carlo Massarini

Absolute Beginners - Viaggio alle origini del rock (1936-1969)

Carlo MassariniAutore: Carlo Massarini
Titolo: Absolute Beginners - Viaggio alle origini del rock (1936-1969)
Editore: Hoepli
Pubblicazione: 06/2016
Pagine: 403
Prezzo: € 29.90

Mi pare di vederli, i più assidui fra voi, con una finestra del browser aperta su YouTube e l'altra su Wikipedia, tesi alla ricerca di eccitanti storie musicali, nel lodevole tentativo di sbrogliare una delle tante matasse virtuali che quotidianamente vi portano a spasso per il web. La curiosità come carburante, e il fascino discreto della casualità a segnare la via.

Cosa fare, però, per uscire dall'impasse, mettere un po' d'ordine, e infine nutrirsi di musica senza bulimie, in modo sano ed equilibrato? Una buona risposta la potrete trovare in "Absolute Beginners - Viaggio alle origini del rock 1936-1969", seconda fatica letteraria di Carlo Massarini, che segue di sette anni l'accattivante e sinuoso tomo multicolore "Dear Mr. Fantasy". Oggi come allora è la retrospettiva a farla da padrona, solo che questa volta si esce dalla prospettiva autobiografica, per entrare in un più ambizioso contesto, per così dire, storiografico.

Robert JohnsonPer i tassonomisti perversi come il sottoscritto (e come tanti appassionati di musica... ricordate l'hornbyano "Alta Fedeltà"?), le duecentoottanta schede in ordine cronologico all'interno di cinque macrogeneri che, a vario titolo, convergono nell'ampio viale del rock - aprendo con Robert Johnson e chiudendo trentatré anni dopo con un altro Robert, lo "schizoid man" - assumono i connotati di un invito a nozze, ma anche la gustosa occasione per scoprire canzoni, storie, aneddoti, e diversi artisti spesso citati di sfuggita, ma quasi mai ascoltati in quanto perduti nella notte dei tempi (e qui YouTube fa miracoli).

Elvis PresleyGià, ma cosa rende davvero speciale questo volume? Chi conosce a fondo Massarini - raffinato storyteller televisivo e radiofonico - troverà tutto assai familiare, tanto più che l'idea nasce proprio dalle "pillole" elargite a voce dalle frequenze di Virgin Radio, che in gran parte ispirano le schede presenti nel libro.
Chi invece Carlo non lo conosce se non di nome, o al massimo vi si è imbattuto di sfuggita nel bel mezzo di uno zapping notturno (magari su Rai 5, magari a condurre un programma poi inopinatamente soppresso), questa è davvero l'occasione buona per scoprire qualcosa di speciale. Come ad esempio il modo garbato con cui vengono ordinate le tessere, anche le più antiche, dell'articolato mosaico del rock, che vengono collocate con discrezione nel contesto, senza la verbosità che spesso contraddistingue operazioni di questo tipo (ma dove sono poi, le operazioni di questo tipo?), oppure la sincera passione messa nella narrazione, che è poi il vero segreto nell'arte del divulgare.

Muddy WatersCome se fosse il Piero Angela delle sette note (ok, un bel po' meno agée, sia mai!), Massarini si muove spinto da una curiosità quasi stupita, senza il piglio del docente che sale in cattedra a propinare le sue incontrovertibili verità (per quelle abbiamo già i vari scaruffi.com e tutte le sue sciagurate diramazioni, internettiane e non), ma con quello dell'appassionato che, dinnanzi alla nuova scoperta, o riscoperta, sa trasmettere il genuino entusiasmo che solo una sana condivisione può innescare.

Volete qualche nome? Abbiamo il blues, tanto blues, quello di Muddy Waters, Howlin' Wolf e B.B. King, i precursori Isley Brothers col loro funk-rock ante litteram e i maestri bianchi del rock'n'roll (Jerry Lee Lewis, Buddy Holly e naturalmente "the Pelvis"), il folk che da Woody Guthrie conduce a Bob Dylan.Lou Reed e Nico - Velvet UndergroundFino ad arrivare ai mostri sacri del rock per come lo conosciamo oggi, dai Beatles agli Stones, dai Pink Floyd alle avanguardie art-punk dei Velvet Underground, degli Stooges e degli MC5. E poi Jimi Hendrix. Ma, in mezzo a questi, troverete anche i nomi di coloro che per tanti motivi sono rimasti impigliati fra le maglie del loro tempo: di questa schiera, io ho un debole per Dion - sentitevi anche cosa ha combinato negli anni Settanta - però si potrebbero citare anche i Taste di Rory Gallagher, gli Steppenwolf (heavy metal thunder!) e tanti altri. Ma ognuno saprà ritrovare i suoi, oppure potrà pensare a quelli che avrebbe voluto inserire tra i grandi iniziatori del rock.

In questo viaggio a ritroso - infatti - non troverete il fine ultimo, ma avrete fra le mani un godibile mezzo per raggiungerlo, per ritagliarvi addosso il vostro abito musicale ad hoc pur all'interno di una ricostruzione chiara e affidabile. Lo stesso autore sente in qualche modo il bisogno di segnalarlo in premessa, anche se non ce ne sarebbe la necessità, giacché a testimoniarlo val bene una prosa che ti prende per mano e, senza strattonarti, ti guida sulle tracce della Storia: più un parco giochi che un museo, però, e questo fa tutta la differenza del mondo.