Max Nocco

Storiella bonsai 2. 69 ritratti in musica

Autore: Max Nocco
Titolo: Storiella bonsai 2 - 69 ritratti in musica
Editore: Edizioni Ergot
Pagine: 127
Prezzo: Euro 15,00

maxnoccoCi sono racconti che meritano di essere letti al cospetto di uno zibibbo. Da soli, in un raro momento d’ozio della giornata. O magari dopo aver innaffiato un bonsai che vince su tutto il resto, semplicemente restando immobile in un angolino del proprio spazio. E che tutto converte con la forza dirompente di una quiescenza suprema, al di sopra di ogni cosa. Max Nocco non è di certo un giardiniere. Tantomeno un sommelier. E' innanzitutto un appassionato totale di musica. Un batterista, un musicista capace di tirare fuori perline come questa e un apprezzato disc jockey. Ed è soprattutto una penna sincera. L’urgenza dell’analisi storica, della piroetta e dell’effetto non abita in lui. Insomma, se Nocco fosse una prima punta, non proverebbe mai più di una volta il tiro a giro da fuori area, ma andrebbe in porta dialogando con il fantasista, nella fattispecie Massimo Pasca, la matita che realizza i disegni da corredo ai suoi racconti.

Le nuove storielle bonsai raccolte in questo secondo volume - ce n’è anche un primo, altrettanto consigliatissimo - scansano ancora una volta con piacere la spocchia della critica musicale tout court. Perché la necessità di Max Nocco insegue appunto la ricerca di un percorso tutt’altro che labirintico. Un dettaglio non da poco. Nocco adora scrivere storielle su musicisti e canzoni passeggiando nel suo giardino figurato, felice come una pasqua, leggiadro quanto Varenne all’ippodromo.
Il numero 69 non è poi casuale. Tra Nocco e la musica c’è infatti una passione carnale. Ogni pillola può contenere inoltre sia un ricordo personale dell’autore che una visione altra dello spartito in questione. Buona parte dei racconti sono accompagnati da un disegno di Pasca che ne estende la percezione. C’è dunque simbiosi tra narrazione e tratto. Le linee amplificano le lettere. E viceversa. Un esempio? Nella ventiduesima storiella bonsai, l’autore pugliese racconta “White Riot” dei Clash intersecando le rivolte bianche nei sobborghi londinesi alla personale inquietudine verso i tamburi. “Strummer e soci saranno sempre nella lista dei migliori cattivi maestri che possiate avere, niente di meglio, contraddizioni incluse. Voi da che parte state?”. Pasca tratteggia così un palazzo, tre riottosi spalle al muro, un poliziotto che li osserva mentre in alto, al secondo piano, un ragazzo assiste perplesso alla scena.
Spostandosi a pagina 76, storiella 41, Nocco descrive “Hosianna Mantra” dei Popol Vuh come un “flusso pacifico che mira al culto della vita e dell’amore”, “una pace interiore a cui molti, in questi strani giorni, stanno anelando”, mentre Pasca a lato disegna l’ombra di uomo che passeggia in un deserto immaginario sovrastato da una luna tribale, vagamente azteca, e un girasole gigante ai cui piedi sono posizionati quelli che sembrano due diffusori.

Ci sono anche tre ospiti speciali: Vittore Baroni, Tobia D'Onofrio e Andrea D'Urso. E chicche clamorose, autentiche poesie come quella dedicata a “Der Traum von Asgard”, capolavoro elettronico infinito e tristemente dimenticato di Reinhard Lakomi. Si passa da Fela Kuti a Paolo Conte, a James Holden, Slayer, Sergio Caputo e Public Enemy. “La colonna sonora ideale per un ipotetico viaggio a più fermate”, come campeggia sul retro, è servita.

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