Osseily Hanna

Musica e Coesistenza - Un viaggio alla ricerca di musicisti che fanno la differenza

Autore: Osseily Hanna
Titolo:
Musica e coesistenza – Un viaggio alla ricerca di musicisti che fanno la differenza
Editore:
Lastaria
Pagine:
294
Prezzo:
Euro 15,00

8815251_3445419_01Quanti di voi conoscono la grande passione del popolo ottomano per il tango? E quanti sanno che nella township di Soweto esistono ben undici lingue ufficiali, che rendono impossibili le comunicazioni a meno che non si studi quotidianamente? “Coesistenza” è una parola che decodifica la possibilità di vivere assieme in maniera armonica, senza reciproci pregiudizi, e Osseily Hanna non la usa certo a caso, bensì ponendo l’accento sul piano pratico della questione, spiegando quanto la musica possa contribuire a far – per l’appunto – “coesistere” le persone, nonostante differenze di cultura, religione e tradizioni.
A metà strada fra il diario di viaggio e l’analisi etno-musicale, “Musica e coesistenza” è l’appassionante e appassionato resoconto di 240.000 chilometri percorsi in tre anni dall’autore (ex-operatore di successo nei mercati finanziari, rapito dall’amore per le sette note) alla ricerca di progetti musicali in grado di fungere da collante fra le popolazioni residenti in luoghi minati da odio e conflitti. Un’impresa titanica, che Hanna ha racchiuso in questo saggio suddividendo la narrazione in tre sezioni: “Musica e inclusione sociale”, “Musica e guerra”, “Programmi di educazione musicale”.

Osseily incontra musicisti, riporta stralci di interviste, si cala con loro nelle realtà e nei problemi delle aree interessate; al seguito ha una troupe che realizza un documentario, “Music And Coexistence”, del quale questo libro costituisce il resoconto scritto. Ci ritroviamo idealmente al suo fianco a percorrere i viali commerciali di Istanbul, i campi profughi palestinesi di Gerusalemme, le aree più depresse del Messico, ed è impossibile non restare scossi dalle singolari storie raccontate. Dai rapper palestinesi ai rocker di Mitrovica fino al folk degli anatolici Kardes Turkuler, nessuno dei musicisti trattati in questo libro è noto al grande pubblico.
In dodici capitoli si accendono i riflettori su artisti che combattono ogni giorno per far sentire la propria voce, per diffondere ideali di pacifica convivenza. Per alcuni si rivela impresa particolarmente ardua: si pensi al caso della Albino Revolution Cultural Troupe, fondata in Tanzania con lo scopo di sensibilizzare la popolazione sulla pratica diffusa in certe aree dell’Africa di uccidere le persone albine e smembrarne il corpo, come tradizione legata alla stregoneria. La narrazione si fa spesso straziante, l’autore non nasconde il proprio dissenso nei confronti della follia che incontra lungo il cammino, scrive senza pregiudizi e arriva a commuoversi, in Cambogia, davanti alla storia dell’ex-bambino soldato Arn Chorn-Pond e alla sua cieca fede nei confronti del potere della musica.

I protagonisti sono sempre persone speciali, “musicisti che fanno la differenza”, tanto per citare il sottotitolo di un volume che rappresenta anche un’analisi sociologica sulla capacità dell’arte di sanare le ferite e colmare le differenze. Il resoconto tocca terre altamente problematiche, come il Sudafrica, il Kosovo e il Ruanda, affette da forti tensioni sociali e politiche, ma anche paesi evoluti, come gli Stati Uniti e l’Irlanda, dove persiste la presenza di minoranze discriminate. Grazie all’autore scopriamo l’esistenza di programmi sociali in diverse regioni del mondo, attraverso i quali vengono proposte soluzioni attraverso la musica, puntando a preservare tradizioni e lingue indigene che altrimenti rischierebbero di scomparire.
“Musica e coesistenza” è un libro indispensabile, ricchissimo di pregi, che consigliamo di leggere tenendo YouTube a portata di mano, sia per scoprire e approfondire l’ascolto dei musicisti trattati, sia per verificare in tempo reale nomi e luoghi: anche quei racconti che potrebbero apparire come frutto della fantasia dell’autore si riveleranno assolutamente veri. Un nome in particolare ha catturato la nostra attenzione, i Baba Zula, fenomenale gruppo underground di musica psichedelica. Terminata la lettura, resta la voglia di preparare la valigia e imbarcarsi sul primo aereo disponibile, a caccia di tutti quei luoghi remoti e quelle musiche ancestrali che colpevolmente continuiamo a ignorare.

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