Britpop

Storie e canzoni dalla Cool Britannia

Attraverso lo speciale britpop di OndaRock, ripercorriamo l'era della Cool Britannia nella nuova puntata di Rock in Onda, il programma condotto da Claudio Fabretti tutti i mercoledì dalle 12 alle 14 sulle web-frequenze di Radio Città Aperta (www.radiocittaperta.it). Dal primo singolo dei Suede che diede l'abbrivio al movimento alle band da copertina (Blur, Oasis, Radiohead, Pulp, Elastica), da outsider di valore (Auteurs, Menswear, Strangelove, Ash) ai protagonisti dell'ultima fase (Manic Street Preachers, Verve, Travis): una selezione di 22 brani dalla stagione d'oro del pop d'Albione.

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Britpop - L'era della Cool Britannia

Il britpop non è stato un genere musicale, ma un movimento e dunque non è facile tracciarne i confini: ne fecero parte band che suonavano musica radiofonica di facile presa, così come band raffinate e sperimentali, band dalle sonorità aggressive e caotiche, così come band dall’approccio rigoroso, con ogni strumento al posto giusto. E così, dovendo tracciarne una definizione, si può dire che è considerabile britpop tutta la musica guidata dalla chitarra e grosso modo rispondente alla forma canzone, fra quella pubblicata nel Regno Unito durante la Cool Britannia, a patto che non rientrasse esplicitamente in generi ancora vivi in quel momento. Insomma, se qualcosa non apparteneva a un genere contemporaneo con caratteristiche facilmente delineabili, se l’arrangiamento era guidato da una chitarra, e se lo stile rimandava a roba ormai fuori dai radar, riesumata e tirata a lucido per l’occasione, allora era britpop.

Sembra una definizione estremamente di comodo, ma è davvero la più onesta possibile: come accomunare altrimenti i Supergrass di “Caught By The Fuzz”, figli dei Rolling Stones e del punk, ai Mansun di “Being A Girl”, a un passo dal rock progressivo? Cosa lega la musica elementare degli Oasis a quella stratificata e folle dei Super Furry Animals? Il britpop per il rock britannico dell’epoca fu ciò che il post-punk era stato quindici anni prima: un abbecedario di contraddizioni e band distantissime fra loro, tenute insieme dal contesto culturale e dal pubblico. E come il post-punk, anche il britpop guardava al passato e attraverso gli opportuni aggiustamenti, cercava di renderlo nuovamente attuale. Ogni band vantava uno stile collegabile a qualche corrente musicale che in quel momento era defunta o perlomeno scomparsa dalle prime pagine, e sembrava premurarsi di riportarla in auge grazie ai progressi tecnici avvenuti nel frattempo, un po’ come, alla fine degli anni Settanta, i Jam fecero con mod e beat, gli Stranglers con i Doors, il Pop Group con funk e dub, e via dicendo. Quindi i Suede resuscitarono il glam, i Blur fecero altrettanto con i Kinks, i Kula Shaker col rock psichedelico, i Divine Comedy con Scott Walker. Come per il post-punk, le modifiche e gli aggiornamenti del britpop furono pesanti, a tal punto da generare delle estetiche indipendenti e fortemente innovative, impossibili da confondere con le fonti di origine, benché queste rimanessero ben riconoscibili (e non sarebbe potuto essere altrimenti, dato che parte del gioco consisteva proprio nel mostrare il collegamento, con l’orgoglio di far parte della stessa cultura). (F. Romagnoli)

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Rock in Onda



Discografia

Scaletta del programma
  1. Suede – The Drowners (1992)
  2. Auteurs - Lenny Valentino (1994)
  3. Elastica – Connection (1994)
  4. Blur - Girls & Boys (1994)
  5. Oasis - Wonderwall (1995)
  6. Ash - Girl From Mars (1995)
  7. Pulp – Disco 2000 (1995)
  8. Menswear - Daydreamer (1995)
  9. Radiohead – Street Spirit (Fade Out) (1995)
  10. Supergrass - Alright (1995)
  11. Divine Comedy - Something For The Weekend (1996)
  12. Strangelove – Sway (1996)
  13. Kula Shaker - Govinda (1996)
  14. Mansun – Wide Open Space (1996)
  15. Super Furry Animals - Hermann Loves Pauline (1997)
  16. Verve – The Drugs Don’t Work (1997)
  17. James - She’s A Star (1997)
  18. Gene – Fighting Fit (1997)
  19. Charlatans – North Country Boy (1997)
  20. Manic Street Preachers - If You Tolerate This Your Children Will Be Next (1998)
  21. Placebo - Pure Morning (1998)
  22. Travis - Why Does It Always Rain On Me? (1999)


Base strumentale: Suede - Trash (instrumental)




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