Prince

Un impero colorato di viola

La storia di Prince è al centro della nuova puntata di Rock in Onda, il programma condotto da Claudio Fabretti tutti i mercoledì dalle 12 alle 14 sulle web-frequenze di Radio Città Aperta (www.radiocittaperta.it).
Dalle bizzarre performance degli anni 70 alla stardom mondiale del decennio successivo, dal funk-soul degli esordi alla nascita del Minneapolis Sound, fino alle varie "abiure", metamorfosi e resurrezioni. Storia dell'impareggiabile compositore e multistrumentista di nome Rogers Nelson.

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Prince

L'epopea del folletto di Minneapolis ha cambiato per sempre il corso della black-music.
La musica di Prince si muove in un territorio nuovo, tutto suo. Merito dell'acclamato Minneapolis Sound, la vera cifra sonora e stilistica del musicista, una volta fedele seguace di James Brown. Un vero e proprio wall of sound, ossessivo, quasi tribale, e pure assolutamente sofisticato. Un ritmo che pare suonato da spazzole che accarezzano i tom elettronici, con il risultato che viene ulteriormente filtrato in modo da creare la sensazione di un treno che sembra sempre sul punto di accelerare mantenendo invece un passo stabile. Una base che serve a controllare i bagordi che scoppiano all'interno dei singoli vagoni.
Negli anni 80 Prince trova la quadratura appropriata per sfondare definitivamente anche a livello sociale. Il segreto è tutto in un songwriting asciugato, modellato verso una forma di canzone più classica, almeno a livello di minutaggio dei singoli brani, ma mai compromessa alle logiche di mercato, se non a quelle dello stesso Prince. Il quale si diverte a raccogliere allori su allori, a far impazzire le folle.
Poi una progressiva discesa, unita a una caotica prolificità alla Frank Zappa e a continue liti con i discografici, abiure, metamorfosi e resurrezioni. Fino a quel tragico giorno di aprile del 2016 quando il suo corpo fu trovato senza vita nel suo quartiere generale di Paisley Park.


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