Caetano Veloso

Verità tropicale. Musica e rivoluzione nel mio Brasile

Autore: Cateano Veloso
Titolo: Verità tropicale. Musica e rivoluzione nel mio Brasile
Editore: Edizioni Sur
Pagine: 616
Prezzo: Euro 20

9788869981012_0_221_0_75Con una nuova prefazione e un generale lavoro di revisione, da qualche mese è disponibile la ristampa di “Verità tropicale”, in cui Caetano Veloso, uno dei massimi esponenti della musica brasiliana, si racconta attraverso le vicende che hanno segnato il suo Brasile a partire dagli anni Sessanta. Dimostrando di possedere una penna di tutto rispetto (che egli stesso dice essere stata fortemente influenzata dai francesi Sartre, Levi-Strauss e Proust), Veloso ci guida attraverso una narrazione che riesce non soltanto a evidenziare i momenti salienti della sua vita (la scoperta della bossa nova grazie all’ascolto di João Gilberto, la passione per Ray Charles, l’incontro decisivo con Gilberto Gil, quello con Arto LindsayDavid Byrne e tanti altri), ma disegna anche uno scenario efficace dei grandi eventi che segnarono il Brasile a partire dal 1964, anno in cui l’inizio della dittatura militare segnò profondamente la vita culturale del paese.

Eppure, nonostante la longa manus della censura, Veloso ci mostra come, almeno nei suoi ranghi intellettuali, il Brasile continuò a volersi sentire vivo, esprimendo, tra le altre cose, il "Cinema Novo" di Glauber Rocha, la poesia concreta di Décio Pignatari e Augusto e Haroldo de Campos, la ricerca artistica di Hélio Oiticica, Lygia Clark, Rogério Duprat e Antonio Dias, quella poetica e filosofica di Antonio Cicero e, soprattutto, il fenomeno del tropicalismo, movimento musical-culturale che, tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio del decennio successivo, proprio sotto la spinta della coppia Veloso-Gil, mise a soqquadro la musica brasiliana, spingendola, per il tramite del “Manifesto antropofago” (1928) del poeta Oswald de Andrade, a mangiare e digerire le influenze che provenivano dal mondo del rock’n’roll, del beat inglese, della psichedelia e via discorrendo.

Con una prosa agile, nonostante le molte riflessioni cólte su letteratura, lingua, politica e sesso, Veloso riesce a inchiodare il lettore alle sue pagine, mostrandosi anche profondamente umano, soprattutto nei capitoli dedicati al suo periodo di incarcerazione (tra il 1968 e il 1969) e all’esilio in quel di Londra, dove ebbe finalmente la possibilità, ma anche la forza, di rinascere come uomo e come artista.
Lontanissima dalla classica autobiografia "pop", “Verità tropicale” si presta a essere letta come un vero e proprio saggio sul mondo culturale e musicale di una nazione, il Brasile, colta in uno dei suoi momenti insieme più drammatici e fecondi.

Ciò che si intende raccontare e interpretare in questo libro è l'avventura di un impulso creativo sorto in seno alla musica popolare brasiliana nella seconda metà degli anni sessanta, all'interno del quale i protagonisti – fra i quali il sottoscritto – aspiravano a muoversi oltre gli inevitabili vincoli imposti dalle sinistre, sviscerando la ribellione contro l'abissale disuguaglianza che lacera un popolo, nonostante tutto, riconoscibilmente unito e incantevole, e offrendo la propria fatale e allegra partecipazione alla realtà culturale urbana universalizzante e internazionale: tutto ciò nel tentativo di svelare il mistero dell'isola Brasile.