Amon Düül

Amon Düül

L'acid-rock luciferino

Atmosfere esoteriche e percussioni tribali, suoni da incubo e visioni lisergiche dagli inferi più profondi del rock. Tutto questo convive nella musica degli Amon Düül II, la formazione più “oscura” dell’avanguardia tedesca a cavallo tra i Sessanta e i Settanta

di Claudio Fabretti

Nella Germania di fine anni Sessanta, fervida fucina di avanguardie culturali - dal cinema (Wenders, Herzog, Fassbinder) al rock (Can, Popol Vuh, Ash-Ra Tempel, Tangerine Dream) - e pervasa dal clima di protesta sociale post-’68, nasce il progetto Amon Düül (dal nome del dio egiziano del sole, Amon, e dal personaggio di un romanzo turco, Düül). Il nucleo originario della band si forma a Monaco, in una comune anarchico-freak di una dozzina di persone, parte del movimento internazionale contro la guerra, dove, tra amore libero e droghe psichedeliche, si organizzano sessioni di registrazione di free-rock. E’ musica sperimentale, fortemente impegnata a livello politico, legata com’è all’utopia del flower-power imperante anche oltre Oceano. Si spazia dall'electric free-rock a libere digressioni acustiche, dal rock beat al folk più tribale: suoni che prefigurano il caos e l'energia condensati più tardi nella musica punk.

Nella formazione, alquanto precaria, si opera presto una scissione: da una parte gli Amon Düül I, con i fratelli Leopold (Peter e Ulrich) e Rainer Bauer; dall’altra gli Amon Düül II, con Chris Karrer, John Weinzierl, Falk Rogner e la cantante Renate Knaup-Krotenschwanz. I primi incidono per la Metronome, i secondi per la Liberty, con la supervisione del guru dell’indie rock tedesco, Olaf Kubler.

Il legame con la psichedelia acid-rock di Grateful Dead e Jefferson Airplane è tangibile nell’album d’esordio omonimo di Amon Düül I e ancor di più nel loro successivo Para Dieswarts Dull (1970), pubblicato dalla Ohr di Rolf-Ulrich Kaiser. Il primo lato del disco contiene la lunga suite di “Love Is Peace”, suddivisa in tre parti; inizialmente la voce di Dadam si inserisce in un soffice contesto acustico, cantando di terre mitiche dove l'amore e la pace esistono ancora; segue una serie di densi arpeggi di chitarra che contribuiscono a creare un clima di calma irreale, fino all’improvvisazione psichedelica degli ultimi cinque minuti, che dà sfogo all’attitudine free-form della band. Nel secondo lato, “Snow Your Thurst And Sun Your Open Mouth” è un free-rock acido, accompagnato da percussioni e batteria ipnotica, con le chitarre stranianti che sembrano voler evocare le visioni ultraterrene procurate dall'Lsd. L'album si chiude con “Paramechanische Welt”, che mescola percussioni ossessive e sonorità folk.

Ma presto gli Amon Düül II prendono il sopravvento sui “cugini”, in virtù di sonorità più complesse ed elaborate. Già attivi dal 1968 al tempo delle giornate di Essen (Essenen Festival '68) con la loro psichedelia d’avanguardia, Weinzierl e soci si affermano come portabandiera di quel kraut-rock che esplode in Germania con gruppi come Can, Tangerine Dream, Ash Ra Tempel. Propongono dapprima una libera forma di psichedelia e uno stile eclettico, nel quale si mescolano rumorosamente sonorità acustiche, orientaleggianti ed elettroniche. Ma presto il loro sound si fa più complesso, dando vita a una sorta di “opera rock” pagana e naif che impone la band all’attenzione internazionale.

E’ una formazione molto numerosa quella che dà via al primo disco targato Amon Düül II, Phallus Dei. L’opera contiene quattro brani, più la lunga title track finale di 20 minuti. L’ ouverture di “Kanaan” introduce subito in un mondo arcano e inquietante, pervaso da suoni esotici ed esoterici, con uno sfondo di cori lugubri che evocano cupi orizzonti infernali. “Dem Guten, Schonen, Wahren” è un altro incubo psicanalitico, tra percussioni tribali e ambientazioni psichedeliche. “Luzifers Ghilom” non accenna ad attenuare la carica blasfema di queste sonorità allucinate e terrificanti, con un canto che, lasciato fluttuare in un mare di rumori, si fa sempre più straniato e folle, con i cori femminili ad accrescere l’effetto onirico.
I vocalizzi demoniaci della cantante proseguono anche in “Henriette Krotenschwanz”, un brano più breve che evoca la lunga notte dell'Inquisizione. La title track inizia con una sequela di rumori cosmici, tra grida disperate e archi impazziti, sfociando in una serie di improvvisazioni sempre più sghembe e caotiche. Il risultato è una sorta di “nirvana acido”, raggiunto attraverso un’orgia sonora vicina a quelle dei Velvet Underground. Gli strumenti suonano scoordinati e dissonanti, primo tra tutti il violino (lo strumento del diavolo), che insieme ad organo e cori sembra quasi condurre in un ideale viaggio nel girone dei dannati.

Il successivo Yeti riprende questo curioso esperimento, combinando citazioni di Frank Zappa ed elettronica “povera”, sonorità orientali e psichedelia. Dance of the Lemmings (1971) accentua ulteriormente la dimensione “lisergica”: chitarre filtrate più o meno duramente, percussioni etniche e sperimentalismi elettronici. Tutto è fatto per spingere l'ascoltatore ad una esplorazione psichedelica che lo porta in spazi lontani, inconsapevolmente. Un po' come i Popol Vuh che - come in una comune - hanno condiviso con i Düül II alcuni musicisti.

Guidata da Renate Knaup-Krotenschwanz, sorta di Grace Slick teutonica, la formazione bavarese intraprende una tournée in Gran Bretagna, dalla quale scaturisce Live in London . Col tempo la loro musica si fa però più insipida, perdendo la carica demoniaca degli esordi e virando verso una psichedelia da salotto, seppur connotata sempre da un fondo oscuro. Vive La Trance è il primo esempio di questo nuovo corso. Iniziano così le defezioni: prima Olaf Kubler fa mancare il suo appoggio, quindi è il bassista Meid ad abbandonare dopo Hijack, quindi tocca alla Knaup lasciare il gruppo (dopo Made in Germany ) per approdare nei Popol Vuh. Weinzierl “resiste” ancora fino al 1978, quindi si unisce agli Embryo. Un anno dopo gli Amon Düül II si rassegnano allo scioglimento. La reunion del 1981 produce Vortex ma non aggiunge nulla di significativo al loro repertorio.

Dal 2001 la band si è riunita per tenere una serie di concerti in Europa e negli Stati Uniti, con una line-up che comprende Renate Knaup-Krötenschwanz (voce), Lothar Meid (basso), Chris Karrer (chitarra, sax), John Weinzierl (chitarra), Peter Leopold (batteria), P. P. Kuhnen (congas), Jan Kahlert (percussioni). Nel frattempo, la musica degli Amon Düül II è diventata seme fertile per una moltitudine di band dedite alla riscoperta del “kraut-rock”, dagli Stereolab ai Tortoise, da Julian Cope ai Mouse on Mars. Ma si può dire che la natura oscura e “luciferina” del loro sound abbia influenzato in qualche modo anche il movimento del gothic-rock.

Amon Düül

Discografia

AMON DÜÜL
Psychedelic Underground (Metronome1969)
Collapsing/Singvögel Rückwärts & Co. (Metronome 1970)
Paradieswärts Düül (OHR 1970)
Disaster - Luud Noma (Basf1972)
AMON DÜÜL II
Phallus Dei (Liberty 1969)
Yeti (Liberty 1970)
Tanz der Lemmings (Liberty 1971)
Carnival in Babylon (United Artists 1972)
Wolf City (United Artists 1973)
Utopia (1973)
Live in London (United artists1973) live
Vive la Trance (United Artists1974)
Lemmingmania (United Artists 1974) antologia con inediti
The Classic German Rock Scene:Amon Düül 2 (United Artists,1975) ant
Hijack (Nova 1975)
Made in Germany (Nova 1975)
Pyragony X (Nova 1976)
Almost Aliv e (Nova 1977)
Only Human (Strand 1978)
Five Years (Strand 1980) ant.
Rock in Deutschland vol1 (Strand 1981) ant
Vortex (Telefunken 1981)
Hawk meets Penguin (Illuminated 1982) ep
Meeting With Menmachines Unremarkable Heroes Of The Past (Charly/Demi Monde1984)
Full Moon (1989)
Die Lösung (1989)
Live in Concert (Bbc radio recording from1973, 1992)
Surrounded by the Bars (1993)
The Greatest Hits (1994)
Nada Moonshin e (1995)
Kobe (1996)
Eternal Flashback (1996)
Live in Tokyo (1996)
The Best Of 1969-1974 (anthology, 1997)
Flawless (1997)
Drei Jahrzehnte (1968-1998) (4cd anthology, 1997)
Pietra miliare
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