Laura Marling

Song For Our Daughter

2020 (Chrysalis)
songwriter, folk

È un'intimità espansa con opportuno candore, quella che riaffiora in "Song For Our Daughter". Il settimo disco in dodici anni di onoratissima carriera per la cantautrice inglese è, per vari aspetti, uno spaccato di umori domestici, caratterizzati da una leggerezza in fin dei conti apparente. Non è un caso, infatti, che l'album sia nato nello studio di casa. Un avamposto scolpito nel proprio seminterrato in cui comporre e registrare, spesso in compagnia del proprio amato e delle persone più care.

Se il precedente "Semper Femina" lasciava trasparire una prima sterzata, appannaggio di una composizione acusticamente meno articolata, senza per questo rinunciare a un richiamo concettuale più "alto", con riferimenti all'Eneide di Virgilio, alla ricerca di una femminilità da approfondire e valorizzare su più piani, stavolta manca l'aggancio tematico che unisca i singoli pezzi. Certo, c'è l'innocenza perduta a trainare le parole a più riprese. Una purezza d'intenti esposta con commovente grazia soprattutto nella title track, ballata memorabile al primo ascolto e gemma del disco, a metà tra la Mitchell e la Nyro, dunque nel solco della riuscita "Wild Fire" del sopracitato predecessore. Ma soprattutto negli archi soavi, meravigliosamente contrapposti al piano altrettanto carezzevole, di "Blow By Blow".

È un'innocenza tutt'altro che stereotipata, quella che predomina l'umore della Marling. Lo sguardo è rivolto al (proprio) futuro. A una prole caldamente desiderata. Al netto dei passaggi più "ariosi", nell'album non manca la consueta melanconia, come nella splendida "The End Of The Affair", brano in cui prende vita, tra un coretto e l'altro, un inaspettato crollo amoroso. E in particolare in "Fortune", la canzone che "l'ha fatta piangere", con le parole che nascono da un ricordo materno della musicista legato al senso delle piccole cose, considerate per l'occasione come le grandi fortune da conservare con cura e da "utilizzare" come scudo soltanto nei momenti del bisogno. Necessità interiori, s'intende.
Decisamente più leggiadra l'opening track, "Alexandra", ispirata ufficialmente ad "Alexandra Leaving" di Leonard Cohen, come la stessa Marling svela nella nostra intervista, e il trotto "spensierato" di "Strange Girl", che rimanda alla primissima Sheryl Crow, quella tutta polvere e anima di "Tuesday Night Music Club".

Composto tra costanti letture in biblioteca e caldissime serate in salotto, inseguendo molto volentieri una solitudine salvifica e l'agognato silenzio, "Song For Our Daughter" è nel complesso l'album meno "centrato" e "ispido" della Marling, ma non per questo meno passionale. Un lavoro strutturalmente "alleggerito", che conferma, comunque sia, la bontà compositiva di quella che resta una delle migliori cantautrici degli ultimi tre lustri.

19/04/2020

Tracklist

  1. Alexandra
  2. Held Down
  3. Strange Girl
  4. Only The Strong
  5. Blow By Blow
  6. Song For Our Daughter
  7. Fortune
  8. The End Of The Affair
  9. Hope We Meet Again
  10. For You


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