Babes In Toyland

Babes In Toyland

La clava delle donne delle caverne

Le Babes In Toyland di Kat Bjelland sono le portabandiera del movimento delle riot grrrl americane. Una sorta di "grunge al femminile" nato a Minneapolis e destinato a influenzare molte successive "donne del rock"

di Tommaso Franci

Tutto iniziò con le Frightwig (San Francisco, 1982-1986) il primo gruppo fox-core della storia: ebbero la funzione di traghettare l'hard-rock al femminile delle Runaways di Joan Jett (Los Angeles, 1975-1979: in Inghilterra c'erano le Girlschool) dagli anni 70 agli 80 e attraverso questi ai 90, dove si tramutò nel movimento "riot grrrl". Ovviamente le Frightwig aggiornarono lo stantio vocabolario hard-rock all'epoca dell'indie e dell'hard-core. I Plasmatics di Wendy Williams (New York, 1979-1983) e le L7 (Los Angeles, 1985) furono gli antecedenti e i conseguenti più diretti delle Frightwig. In questa storia, alle Babes In Toyland (Minneapolis, 1987-1997) spettò il ruolo di raccogliere quest'annosa eredità e di portarla alle estreme e più compiute forme espressive. Le Babes In Toyland da sole furono poi relativamente capaci di spostare il baricentro musicale in genere e quello fox-core in particolare, dalla West Coast (California) alla provincia - per quanto ben nutrita di fermento come era ed è Minneapolis. La patria, la West Coast, tra Seattle e Los Angeles, si riappropriò poi del tutto con le varie riott grrrl di inizio 90 (Hole, 7 Year Bitch, Bikini Kill, Bratmobile, Heavens to Betsy, Sleater-Kinney).
Le Babes In Toyland sono incomprensibili senza le Frightwig. Come queste hanno un sound non paragonabile neanche lontanamente alla velocità e potenza dell'hard-core o del metal al maschile (soprattutto per una batteria volutamente handicappata). Come queste sono aperte a influenze new wave (Siouxsie And The Banshees) e alle influenze che questa ebbe a sua volta (tribalismi, boogie, funk, gospel). Come le Frightwig su quella di Cecilia Lynch, le Babes In Toyland si reggono sulla voce di Kat Bjelland: voci veloci e potenti così tanto da superare quelle maschili. Kat Bjelland, tuttavia, è più estrema di Cecilia Lynch. Solo la grande Wendy Williams può rappresentarne un adeguato corrispettivo.
Rispetto alle Frightwig, poi, le Babes In Toyland da una parte sono in grado di comporre splendide canzoni (indubbiamente, sotto questo aspetto, sono in assoluto il più grande gruppo di sempre di sole donne), dall'altra hanno incorporato l'heavy-metal nella veste delle L7 più che dei Plasmatics, originalmente associandolo al noise dei Sonic Youth.
Tutti questi elementi, riassunti dal nome Babes In Toyland, saranno la forma espressiva che sarà propria della musica del movimento femminista riot grrrl, nato nel 1991 a Seattle, composto da ventenni e da un programma di contraddizioni (contro le femministe, a favore dell'aborto, a favore del matrimonio e della monogamia, a favore del lesbismo), sebbene comprensibile da parte di chi è stato vittima di stupri, droghe, vita punk e adesso non vuole più saperne di sesso e di alcol: è stata anche chiamata "rape culture" (solo negli Usa, ogni giorno, vengono violentate 2.000 donne; più della metà minorenni).
Le riot grrrl da una parte furono punk (essendo la loro lotta eminentemente sociale) - in questo senso rappresentanti dell'unico punk americano: l'hardcore non fu lotta sociale -, dall'altra erano comunque figlie della generazione hardcore (la lotta sociale era motivata da tutta una serie di motivi e scopi profondamente intimi, soggettivi).

Tutti i temi delle riot grrrl coincidevano a pennello con quelli delle Babes In Toyland, e che già furono, sebbene più maschilmente, di Wendy Williams e, sebbene più giocosamente, di Joan Jett. La musica delle riot grrrl, ossia il mezzo per esorcizzare la violenza subita effettivamente, con altra violenza ora auto-inferta catarticamente e ritualmente, fu il coevo grunge. Musicalmente riot grrrl significherà grunge al femminile. E un elaborato grunge a posteriori è possibile dire che facessero le Babes In Toyland. Del resto anche i ragazzi del grunge sono più o meno metaforicamente dei violentati in cerca, tramite la musica, di confessione e di conforto.
Come accade coi veri artisti, il messaggio delle Babes In Toyland non è tuttavia esauribile nel movimento riot grrrl, ma assume un significato esistenziale universale.

Kat Bjelland era nata in Oregon. Dopo un'adolescenza di traumi, solitudine e povertà, a metà anni 80, a San Francisco (dove operavano le Frightwig), formò, poco più che ventenne, le Sugar Baby Doll. L'esperienza durò qualche mese e ovviamente non lasciò alcuna registrazione, ma questo nome rappresentò il minimo comun denominatore dei principali gruppi riot grrrl: Bjelland infatti era accompagnata da Courtney Love (poi Hole) e Jennifer Finch (poi L7). Nelle Italian Whorenuns, uno dei vari gruppi della gavetta a San Francisco di Bjelland, troviamo Janis Tanaka (futura Stone Fox).
Lasciata San Francisco per la meno consumistica Minneapolis, Bjelland incontrò Lori Barbero, una cameriera reduce da un'adolescenza di eccessi (droghe, sesso, alcool). Era il 1987 e nascevano le Babes In Toyland.
L'etichetta delle Babes In Toyland fu ovviamente la Twin/Tone, dal lontano 1977 faro dei gruppi indipendenti e hard-rock di Minneapolis e non (Suicide Commandos, Suburbs, Replacements, Magnolias, Soul Asylum, Agitpop, Halo Of Flies, Skunk)

Spanking Machine (1990) Lp, 11 brani, 35 minuti.
Kat Bjelland: Guitar, Vocals
Lori Barbero: Drums, Vocals
Michelle Leon: Bass
Jack Endino: Producer, Engineer, Mixing (ex Skin Yard - band proto-grunge di Seattle -, produttore grunge per eccellenza, con Nirvana, Mudhoney, Soundgarden, Screaming Trees, Tad)
I capolavori sono: "Dust Cake Boy" [- 3:31], perla insuperabile di oltraggio formale e contenutistico: veloce, potente, urlata all'inverosimile, capace pure di annettere un ritornello strappalacrime; "Fork Down Throat" [- 3:54], non meno estrema anche se retta dall'opposizione tra una musica in progressiva crescita e una voce, fenomenale davvero, capace di reggere da sola e dettare il tutto: qui Bjelland raggiunge dei livelli di potenza e acutezza non solo mai più raggiunti da lei, ma nemmeno da nessun'altra voce femminile - o anche maschile? - a memoria d'uomo: è un olocausto nell'età della pietra.
Gli altri brani sono: "Swamp Pussy" [- 2:24], manuale del Babes In Toyland sound: chitarrismo epilettico, batteria tribale, basso lento e possente, voce mostruosa; "He's My Thing" [- 2:56] che velocizza ed estremizza di molto la snervante formula rendendola feroce, trascinante, heavy; "Vomit Heart" [- 2:49], un lento tra strabocchevoli noise, riff dark, sezione ritmica funerea, canto più tragico e lamentoso che mai; "Never" [- 3:16], il doveroso - e riuscitissimo - scotto pagato ai Sonic Youth, finanche esacerbati nel fatalistico nichilismo; "Boto (W) Rap" [- 2:31] che per articolazione - e ritmiche - potrebbe far invidia a Faith No More e Jane's Addiction; "Dogg" [- 3:53], cantata da Barbero, è molto influenzata da Siouxsie And The Banshees, ma vanta uno dei riff più scorati e mesti della storia ed è un lento, inesorabile, distorto requiem dall'altro mondo; "Pain In My Heart" [- 3:59] che, capace di bersi le Hole e ogni altra riot grrrl eventuale, contiene in sé tutto il successivo tribalismo-core di Fontanelle; "Lashes" [- 3:46], che passa dall'epico a un'amara canzonatura spaziante dalla feroce deflagrazione al fragile cristallo; "You're Right" [- 3:07] che saggia ancora le peculiarità di un ensemble tribale nel ritmo, noise e acido nella chitarra, orco nel canto.

Fontanelle (1992) Lp, 15 brani, 37 minuti.
Kat Bjelland: Guitar, Vocals, Producer
Lori Barbero: Drums, Vocals
Maureen Herman: Bass
Lee Ranaldo: Producer (chitarrista principale dei Sonic Youth, nato nel 1956 a New York: questa è una delle sue rare produzioni).
Capolavoro assoluto dell'album, oltre che delle Babes in Toyland, e uno dei più grandi inni rock, è "Handsome and Gretel" [- 1:50], massimo esempio del contrasto tra piano e forte, introdotto da un paio di giri di chitarra memorabili e culminante nel "motherfuckers" incontenibile del ritornello - sua croce e delizia però una batteria (forse anche per colpa della registrazione) handicappata.
Inevitabilmente un gradino sotto questo vertice d'immediatezza, tutta una serie di altri capolavori: "Bruise Violet" [- 2:52], il più metal - genere di cui denunzia la prevalenza in quest'album - e femmineo al contempo; "Real Eyes" [- 2:51], una flagellazione senza remore che imbastisce un rito d'immolazione primigenio e oscuro, senza mai risparmiarsi fuggevoli melodie; "Mother" [- 3:13], finalmente tutta di corsa, zompando di pesantezza in pesantezza sino allo scandire della strofa centrale.
Gli altri brani sono: "Right Now" [- 2:19] che si mangia - sul loro stesso terreno - i Rage Against Machine; "Bluebell" [- 2:22], l'approdo più nevrastenico allo scoramento, sublimato in un canto sirenico, subito contraddetto da esasperati ringhiare; "Blood" [- 2:44], marziale e industriale senza perdere nulla d'impeto o emotività, sempre vertiginosa; "Magick Flute" [- 3:02] - scritta e cantata da Barbero - sinistro voodobilly per l'epoca post-industriale; "Won't Tell" [- 2:27] il più catastrofico inferno che spazza via le Hole e chi tenti di emularlo; "Quiet Room" [- 2:59] lento strumentale per sola chitarra che smorza diluendoli i toni del tutto - rimane che è di piena tradizione americana, come gli intro o le ballate semi-acustiche dei Metallica; "Spun" [- 3:03] che costituisce l'ennesima variazione, sempre interna a un coesissimo ambito, nella grande enciclopedia sonora delle Babes In Toyland, e che dopo un lungo preludio, colpisce con scariche - di batteria e chitarra - devastanti e scanditissime; "Jungle Train" [- 2:15], che giunge alla cacofonia in una saga di urla sabbatiche e scudisciate strumentali da avanguardia surrealistica; "Pearl" [- 1:56], che scaccia ogni verbosità in trovate sempre fenomenali - in questo caso la chitarra che singhiozza frenetica; Gone [- 2:28] conclude tra Pere Ubu - e tutti quelli che nel rock hanno usato bottiglie rotte come scandi-tempo: Siouxsie And The Banshesees compresi - e Hole, non credibili apologete di urla così viscerali (urla e loro impostazione puntualmente copiate in "Live Through This").

All'inizio del '93 il gruppo è già sciolto. Si riunirà lo stesso anno per registrare quell'originalità che è Painkillers (5 brani in studio - scarti di Fontanelle - e tutto Fontanelle in una memorabile live performance). Del 1995 il terzo e ultimo lp, Nemesisters, tra metal e major (la Warner al posto della casa fondata nel 1960 da Frank Sinatra, la Reprise, con cui avevano firmato dai tempi di Fontanelle: tuttavia la Reprise è della Warner).

Babes In Toyland

Discografia

Spanking Machine (Restless, 1989)

7

To Mother (Twin/Tone, 1991)

Fontanelle (Reprise, 1992)

8

Painkillers (Reprise, 1993)

We Are Family (Reprise, 1995)

Nemesisters (Reprise, 1995)

The Peel Sessions (Dutch East India Trading 1998)

Natural Babe Killers (Recall, 2000)

The Further Adventures Of Babes In Toyland (Fuel, 2000)

Pietra miliare
Consigliato da OR

Babes In Toyland su OndaRock

Babes In Toyland sul web

Sito ufficiale
Testi
Fansite