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Discografia |
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Sirio
2222 (1970)
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YS
(1972) |
7/10 |
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Il
re del castello (Raro, 1990) |
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Introduzione
/ Secondo incontro (1992) Ep |
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Trys
(1999) |
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disco consigliato
da OndaRock |
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BALLETTO DI BRONZO
Piece per l'ultimo uomo sulla Terra
di Antonio Suriano
Creatura dell'istrionico compositore Gianni
Leone, il Balletto di Bronzo ha dato vita a una delle più
suggestive opere del prog nostrano, "Ys", concept-album dedicato
all'ultimo essere vivente superstite sulla Terra
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Il
Balletto di bronzo, capitanato dal tastierista-cantante-compositore
milanese Gianni Leone, è delle "one-shot band" italiane
del progressive-rock,
quella che ha realizzato il lavoro più originale e meno correlato
ai modelli albionici. Abbandonato il beat ingenuo del primo album
- Sirio 2222 (1970), comunque ben suonato, il giovanissimo,
praticamente adolescente, Leone si cimenta in un'opera ambiziosissima.
Il concept album YS è ispirato a un racconto medievale francese
("L'Histoire d'YS") e travalica il limite fisico del vinile
(nell'edizione in cd non si avverte nessuna cesura fra le due parti).
Il testo è tanto inquietante quanto incomprensibile e a tratti ingenuo,
e si muove fra mitologia e surrealismo. La storia è quella dell'ultimo
essere vivente superstite, che riceve una sorta di verità dall'alto
con il compito di rivelarla a un'umanità composta ormai solo da
morti viventi, e che paga però il dazio di ripetuti incontri con
un'entità soprannaturale, che lo priverà uno alla volta di tutti
i sensi, sullo sfondo di scenari deliranti che ricordano i trash-horror
di Joe D'Amato.
Il
virtuoso dell'organo elettrico (che utilizza in questo disco anche
spinetta, celeste, clavicembalo, scegliendo in maniera opportuna
il timbro giusto per i vari momenti) stende un tappeto di tastiere
psichedeliche che fanno da sfondo a un cantato languido che sembra
provenire dall'oltretomba e che risulta a un ascoltatore moderno
"datato" per quell'indulgere a volte in un falsetto ostinato.
Si alternano, a questi, lunghi passaggi di forsennata improvvisazione
tra il classico e il jazzy, con dialoghi fra clavicembali e chitarre
sostenuti da una ritmica efficace e per nulla banale. L'ensemble
dimostra di possedere una tecnica e un interplay che è raro aspettarsi
in un gruppo così giovane e di formazione beat. La composizione
si snoda in cinque parti e dimostra per la sua struttura l'evidente
formazione classica del sedicenne leader con echi, rimandi incrociati,
riprese e sviluppi tematici di questa lunga sorta di rock opera
made in Italy. Il disco è uscito nella più totale indifferenza ed
è diventato oggetto di culto tra gli appassionati del genere. Il
gruppo però non ha trovato motivazioni né stimoli per ripetersi
e ha abbandonato l'attività.
Recentemente,
dato il crescente interesse suscitato negli anni 90 dal pop italiano
di quell'epoca, Gianni Leone ha rimesso in sesto una nuova formazione
a nome Balletto di Bronzo che ripropone l'intera suite riarrangiata
per essere eseguita anche senza l'apporto di una chitarra elettrica.
Anche di questo lavoro esistono numerose e diversissime versioni
tra le quali segnaliamo una versione cantata in inglese denominata
Trys, uscita recentemente per la Mellow records, che curò
la prima ristampa del disco negli anni 90, diverse ristampe giapponesi
e l'edizione "ufficiale" della Polygram, che differiscono
al più per la confezione e per le bonus tracks: pezzi beat che rimandano
alla prima esperienza del gruppo.
In
collaborazione con:
http://tonysuper.altervista.org/
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