Widowspeak

Widowspeak

I Widowspeak sono un duo newyorkese composto dalla cantautrice Molly Hamilton e dal chitarrista Robert Earl Thomas.
Le origini della band risalgono al periodo trascorso dalla Hamilton in quel di Tacoma, dove insieme al batterista e co-fondatore Michael Stasiak hanno contribuito, con alcuni brani, alla realizzazione di una compilation, prima del loro trasferimento a New York.
Nel 2010 la line-up è stata allargata con l’ingresso di Thomas e proprio nell’autunno di quell’anno il neo costituito trio realizza un’audiocassetta intitolata “The Oct Tape”, un lavoro che colpì i responsabili dell’etichetta Captured Tracks tanto da offrire ai Widowspeak il primo contratto discografico.
Dopo un singolo apripista che includeva anche una cover di Wicked Game” di Chris Isaak, nel corso del 2011 vede la luce l’omonimo album di debutto, che presenta la personale fusione di ingredienti quali dream-pop e pop-rock di stampo stelle e strisce.

Al termine del tour che ha seguito la pubblicazione dell’album, Stasiak abbandona il gruppo, situazione che impone a Thomas e alla Hamilton un fisiologico cambio di rotta, ben riscontrabile in “Almanac”, il loro sophomore del 2013 prodotto da Kevin McMahon (Swans, Real Estate).
Solo dopo qualche mese, l’Ep “The Swamps” presenta un ulteriore incremento di contaminazioni psichedeliche, oltreché una maggior pulizia delle linee chitarristiche di Thomas e una proiezione della vocalità della Hamilton verso slanci più determinati rispetto agli esordi, un ponte stilistico che dopo il trasferimento del duo nella Hudson Valley si consolida in “All Yours” (2015).

Se “Expect The Best” (2017) prova a riprendere alcune situazioni più vicine al sound proposto nei primi lavori, aggiungendo qualche interessante oscura nuance alle loro idee artistiche, “Plum” del 2020 li consolida, al contrario, verso atteggiamenti più solari, che cercano di allontanarli nuovamente da quelle tenui influenze shoegaze gustate negli esordi.
Il ritorno a New York City è propedeutico al lavoro esperito sul nuovo materiale, che confluirà nel corso del 2022 in “The Jacket”, probabilmente il loro lavoro finora più riuscito, in grado di registrare un ulteriore passo in avanti per Hamilton e Thomas, qui sempre più padroni della giusta ricetta tra dream-pop, indie-rock e folk psichedelico.

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