“L’esperienza ha saputo – in un tempo assoluto – prendere il sopravvento sul reale. A questo si è aggiunta una verità vera solo nel suo limite. Il limite del velo che cade di fronte a ciò che è stato appena intuito, il limite dell’essere verità in tutta la sua essenza. Il fare non ha potuto che agire in quanto tale. L’allusione al solo atto dell’esistere è rimasta un discorso arcano, dove si esprime senza alcuna ambiguità solamente la parola o l’attenzione di chi ascolta. L’esperienza resta puramente individuale, il desiderio non possiede che una parte di ciò da cui è stato scaturito. Nella ricerca tormentata di un altro, di una forza di rivelarsi, il verbo si è fatto possesso, il contingente è nato da un ritmo, da una respirazione. Il necessario si è fatto coscienza di una folle verità…”. (Guerre Froide, Yves Royer, giugno 1982)
E’ questo quello che si legge su di un flyer A4 stampato fronte retro e posto all’interno di Archives, lavoro firmato Guerre Froide a tiratura limitatissima (solo 222 esemplari) e pubblicato postumo nel 1985. Ma per meglio capire il messaggio lanciato, è forse necessario fare un passo indietro.
Gli albori e la gloria visionaria: il biennio 1980-1982
Siamo nell’autunno 1980, per l’esattezza l’11 novembre, quando Yves Royer all’epoca group leader e voce sia dei Guerre Froide che degli Stress (altro gruppo minimal wave) si esibisce insieme a Patrik Mallet (basso), Gilbert Deffais (drum machine) e Fabrice Fruchart detto ”2F” (sintetizzatori) al BJ’s Club di Amiens (cittadina al nord est della Francia). A partire da quel momento qualche altro concerto a Parigi, nel quartiere studentesco di St. Germain e delle sporadiche apparizioni in manifestazioni locali.
Poi la prima produzione audio dal titolo Cicatrice. Si tratta di una “K7”, ovvero di una musicasetta, con cover stampata su carta patinata, tiraggio ultra confidenziale - soltanto 50 esemplari - e 8 brani registrati alcuni in live altri in studio, label di produzione: Cryogenesisation Report.
La Cryogenesisation Report è in realtà un’etichetta associativa indipendente, nata proprio per volontà dei Guerre Froide, che servirà almeno per buoni sei anni da supporto a tutte le loro attività parallele :dall’organizzazione dei concerti, alla creazione di una fanzine intitolata “Interpretation Subjektive” , a progetti musicali laterali come i “Gegenact” (letteralmente “Atto di contro”) e i “Pour l’Example”.
Tra i pezzi della musicassetta, uno in particolare segnerà il destino del gruppo: “Demain Berlin”. Specchio di un tempo profondamente angosciato, il brano si presenta come un moltiplicato incrocio di lingue e dubbi sapientemente imbastiti su di una traballante base musicale tipicamente post-punk, asciutta, arida, dall’assillante ritmica in crescendo. “Tu mi rincontrerai a Berchetsgaden... io sono sicuro che accadrà, sicuro che ne sia valsa la pena, perché tu canterai con una sola idea in testa, noi ci rincontreremo tra le rovine di Berlino... la morte sembra a volte un bene, tra le rovine di Berlino, sarà presto la fine a Berlino 81”. Correva appunto il 1981, mancavano ancora otto anni alla caduta del Muro, ma i Guerre Froide erano già li a celebrarne l’evento. Più tardi il brano verrà ripreso con titoli differenti da “Berlin Demain”, “Berlin 81”, “Eva”, a “Zum Ende”, ma la sua forza evocatrice e profetica non cesserà mai di stupire.
Di lì a pochi mesi viene registrato in studio il primo vinile, questa volta sotto l’etichetta Steachak , label culto in ambito cold-wave, a tiraggio molto più importante 1000 copie, e con cover grafica più curata e coerente, frutto del genio creativo di un certo Alex Mech. Il vinile non ha però un titolo proprio: potrebbe chiamarsi Guerre Froide, cosi come Demain Berlin, e alla sua realizzazione non partecipa Fabrice Fruchart “2F”, che per ignote ragioni aveva già lasciato il gruppo. Intanto era giunta la primavera 1982 e i Guerre Froide avevano ormai cessato di esistere.
L’enigmatica post-produzione di “Archives” e il lungo silenzio
Siamo nel 1985, a ben tre anni dalla separazione del gruppo ed è questa volta l’etichetta originaria Cryogenesisation Report – probabilmente sotto l’impulso dello stesso Yves Royer - a farsi carico della produzione di Archives. Si tratta nuovamente di musicassette, 10 brani in tutto, con un tiraggio specifico pari a 222 esemplari (chissà poi perché proprio 222), tutti numerati e inseriti all’interno di buste di carta marrone di fattura artigianale. All’interno della busta, oltre alla musicassetta, viene inserito un foglio A4 di presentazione del gruppo, e un poster che annuncia l’arrivo del nuovo album, in realtà già uscito quattro anni prima.
La diffusione di Archives contribuisce senza alcun dubbio alla creazione di tutto un alone di mistero intorno al profilo dei Guerre Froide e incuriosisce ancor di più quando, leggendo il flyer di presentazione, si evince che: “Quasi tutti i concerti dei Guerre Froide vennero simultaneamente accompagnati dalla proiezione di diapositive con molteplici tematiche. Le immagini avevano un posto di particolare rilievo nella concezione del gruppo. Esse erano inoltre alla base di un altro prodotto indissociabile dal concetto dei Guerre Froide: la fanzine INTERPRETATION SUBJENKTIVE editata e distribuita in occasione di alcuni concerti” e più in là, scorrendo gli occhi verso la parte sinistra del flyer, “13/06/82 coloro che erano li…(sanno)”. Di cosa si tratta e a cosa volessero alludere i Guerre Froide non lo sapremo mai, ma in fondo è questo che li rende ancora più interessanti, così come interessante è il loro universo esperienziale. E’ la vista che aiuta l’udito nel cogliere le profetiche percezioni che la realtà stessa offre. La verità non esiste in quanto tale, ma è la necessità dell’uomo di scovarla che la porta a manifestarsi in parole, atti, azioni concrete come quella del semplice ascoltare, fissando immagini più o meno statiche, ed è in esse che ogni individuo proietta la sua percezione, anima di un respiro incessante, di un ritmo battente ipnotico, freddo, tipico del tocco minimal wave firmato Guerre Froide.
Dall’85 in poi si apre il periodo di lungo silenzio, ormai il gruppo si è sciolto ma Demain Berlin continua inspiegabilmente a diffondersi, merito probabilmente dei nuovi canali di comunicazione o social network, e così l’etichetta tedesca Genetic Music – questa volta non si sa veramente più per volontà di chi – decide di rieditare sotto forma di cd, l’album Demain Berlin, pubblicandone prima 500 esemplari nel 2004 e poi altri 500, cinque anni dopo. A distinguere la nuova edizione su cd, solo ed esclusivamente un ministicker che indica l’indirizzo myspace e nordwaves: forse ci sono ancora speranze, forse il gruppo è ancora in qualche modo attivo e si possono reperire utili aggiornamenti online.
Ritorno con svolta
Questa volta sono Yves Royer e il ritrovato “2F”, ovvero Fabrice Fruchart, a decidere di rifondare il gruppo nell’aprile 2006. Con loro in formazione un nuovo bassista, Samuel Druon. Ed è sotto l’etichetta indipendente Brouillard Definitif che viene pubblicato il primo vero cd dei Guerre Froide, intitolato Angoisse et Divertissement. L’obiettivo di questo lavoro e della ritrovata formazione è chiaro sin dall’inizio: far combaciare l’ispirazione creativa originaria che era alla base di alcuni brani con le molteplici potenzialità sonore finalmente rese possibili grazie all’evoluzione tecnologica. E il risultato è evidente, oltre che superlativo: l’atmosfera musicale è molto più malinconica, ma al tempo stesso coerente e rispettosa dello stile minimal, i ritmi molto più taglienti. Oltre ai pezzi ri-arrangiati e rivisitati, Angoisse et Divertissement propone nuovi brani ancora più freddi, duri e aggressivi. Come nel caso di “Reveille- Toi”: “Svegliati, fai uno sforzo, svegliati, tu non sei morto, svegliati, fai uno sforzo, svegliati, una volta ancora”, che sarà poi oggetto di una cover da parte del gruppo parigino Frustration.
L’album si pone dunque come il ponte ideale tra passato e presente e le prime 500 copie vengono vendute in solo qualche settimana.
A partire dal 2007 i Guerre Froide ricominciano a pieno titolo la loro attività, facendo regolarmente concerti e partecipando a festival locali.
Nel 2009 esce in pochette cartonata il singolo “Nom”, prodotto sempre dall’etichetta Brouillard Definitif, primo tiraggio questa volta su più di 1000 copie, contenente insieme a “Nom” altri due brani inediti, “Planete Hurlante” e “Entre nous”. Ma è proprio con “Nom” che i Guerre Froide affermano potentemente a livello sonoro e sinteticamente a livello semantico tutto il loro esistenzialismo “Uomo saggio, tu sai che sei solo, con il tuo coraggio, follemente solo”.
Nel maggio 2010 prende vita il nuovo progetto dal titolo ancor più ambizioso, Abrutir le masse (Bruillard Definitif). Ed ecco inspiegabilmente compiersi uno strano prodigio: la voce di Yves Royes, fattasi più dolce con il passare del tempo, ricorda a tratti quella del nume Ian Curtis e l’ascolto dell’album passa piacevolmente da un brano all’altro. La dolcezza del timbro di voce non esula in ogni caso dall’austerità e dalla crudezza dei contenuti, questa volta rivolti all’intera specie umana: “…e c’è il genio degli uomini, che accende tutti i mali... se la natura è generosa, la specie umana è pericolosa” (da “Sauvages”). Alcuni pezzi, però, all’attacco frontale preferiscono una deviazione onirica, come nel caso di “Des Illusions”, brano ritmicamente costruito a palpitar di cuore, e ”Canal Historique”, dove tra una chitarra elettrica in perfetto stile shoegaze e un basso teso a creare un fondo lanuginoso e grigio s’infila naturalmente il lamento di Yves.
La cold-wave dei Guerre Froide sembra allora non avere più nulla a che fare con la realtà urbana da cui era nata, anzi, libera un sentimento non classificabile, un po' fuori dal tempo, lasciando l'ascoltatore solo con se stesso. Il gruppo dimostra con questo suo ultimo lavoro di essersi superato, avendo saputo ricollocarsi perfettamente al centro di un’epoca sfocata come quella attuale e compiuto al meglio la propria missione: quella di profetica presa di coscienza sulla dimensione umana.
Opera di meditazione più che di giudizio, Abrutir le masse vuole, malgrado l'asprezza dei suoi presupposti, lasciare a ciascuno il suo spazio di riflessione, da cui partire per rendere il proprio contingente “coscienza di una folle verità”.
Cicatrice (Cryogénisation Report, 1980) | 6,5 | |
Demain Berlin (Stechak, 1981) | 8 | |
Archives (Cryogénisation Report, 1985) | 7,5 | |
Angoisses et divertissement (Brouillard Définitif, 2007) | 7,5 | |
Nom (Brouillard Définitif / Flashbacks Futurs, 2009) | 8 | |
Abrutir les masses (Brouillard Définitif / Flashbacks Futurs, 2010) | 9 |
Demain Berlin | |
Nom | |
Réveille-Toi | |
Canal Historique | |
Des Illusions | |
Sauvages |
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Testi |