Fenoaltea - Il suono di Palermo

intervista di Giulia Papello

Incontriamo Mauro, in arte Fenoaltea, negli uffici della redazione di Scomodo, spazio di fermento culturale e associativo della Capitale. E’ da poco rientrato da un live a Palermo, e malgrado la stanchezza e la giovane età, si prende del tempo, un tempo giusto, per scegliere le parole adatte a raccontare il suo punto di vista sulla musica elettronica e sull'aria che sta cambiando.

Sei molto giovane, ho quasi paura a chiedertelo, come e quando hai iniziato?
Il primo approccio è stato quasi casuale, quando avevo sedici anni, mio padre mi regalò la rivista Djmag e così facendo mi introdusse senza volerlo al mondo dei deejay. Quell’universo mi ha subito appassionato, e quando ho capito che si trattava non solo di mettere i brani ma di creare anche la musica, mi è stato chiaro che volevo fare proprio questo: far ballare le persone producendo i miei brani.

E all'inizio che cosa ti ha influenzato maggiormente?
Sicuramente il mondo dell’elettronica di Soundcloud; mi vengono in mente Muramasa, Flume e tutti questi giovani artisti che caricavano musica in maniera molto fluida e accessibile. E' una piattaforma incredibile dove gli ascoltatori potevano avere un contatto diretto con l'artista, non c'erano gradi di separazione, e tutti potevano caricare i propri brani, anche tracce non finite. Quell'universo mi ha dato una porta di accesso per scoprire, e poi approfondire, il genere che ora suono.

A proposito di fruibilità e divulgazione musicale, di recente hai suonato anche per Radio Raheem...
Sì, ho suonato per loro il giorno prima dell'uscita di "Amunì”. Quando ho ricevuto la proposta, ho accettato subito perché sono un fan del progetto e in generale della radio web. E’ un luogo dove si fanno dj-set per condividere cultura musicale e non solo per far ballare le persone. Mi piace il fatto che sia uno spazio dedicato all'ascolto della musica, dove la proposta del deejay ti introduce non soltanto a dei brani ma a un vero e proprio universo sonoro che fino a quel momento ti era completamente sconosciuto.

Passiamo al tuo Ep: "Ti fa ballari e ti fa chianciri" è un omaggio a Palermo, c'è un sentimento che volevi trasmettere in particolare?
Il titolo appunto "Ti fa ballari e ti fa chianciri" voleva essere rappresentativo della città, quasi uno slogan, perché Palermo ti fa piangere ma ti fa anche ballare. L'intro e l'outro sono molto più emotive, mentre le tre tracce di mezzo, sono più spinte. Essendo musica elettronica, è sicuramente più difficile trasmettere un messaggio diretto. Quello che ho cercato di fare è stato produrre dei brani dove il mood della traccia rappresenta anche il mood della parola. Ad esempio, "Amunì" è la traccia più rapida, più di spinta, mentre "Ruci" è quella più dolce. Ho cercato di giocare con questa ambivalenza.

L'intenzione era di trasmettere un'immagine oltre che un suono?
Io volevo descrivere la città sia visivamente, che a livello sonoro, e in una certa misura volevo reinterpretarla. Perché so che Palermo non suona la musica elettronica, ma sono certo che se lo facesse, suonerebbe così. Questo Ep è la mia visione di musica elettronica a Palermo.

Quindi è un’interpretazione di come risuona la città?
Sì, assolutamente. Palermo è una città che negli ultimi anni si è aperta a nuovi tipi di sonorità. Me ne sono accorto nei live, è come se fosse una richiesta, una necessità della gente in pista. Infatti, sono nati tantissimi collettivi a Palermo che portano musica prima inaccessibile nella città come la Uk garage o la drum and bass. E questo genera di conseguenza un pubblico che accoglie e al contempo richiede nuovi stimoli musicali.

E, secondo te, a cosa è dovuto?
Credo sia dovuto al fatto che chi è rimasto in città vuole smuovere l'aria, vuole spingerla in avanti, cercando di sbloccare l'aria ferma che si percepisce ancora in buona parte della Sicilia. Ed è bello perché me ne sono accorto nel live fatto poco fa a Palermo, dove c'era tantissima gente che voleva scoprire e ballare un nuovo tipo di musica elettronica. Credo che tante persone a Palermo e in Sicilia si siano  rispecchiate in questo progetto e quindi aderiscono e partecipano attivamente a tutte le serate, contribuendo a farlo crescere.

Parliamo ancora dell'Ep: da dove vengono i campionamenti del brano "Santa Lucia"?
L'ho scoperto ieri (ride). Nel computer ho una cartella audio con tantissimi campionamenti, o che trovo o che faccio io stesso. Circa tre anni fa campionai questo audio di un video di Instagram, molto in fretta, senza annotarmi la fonte. Semplicemente avevo sentito queste frasi e le avevo registrate istintivamente, e poi anni dopo le ho utilizzate nella produzione del brano. Durante il live a Palermo, mi si è avvicinata una ragazza e mi ha detto che era il suo video originale. Ed era un reel sulla festa di Santa Lucia, giornata estremamente sentita, che unisce le tradizioni culinarie della città alle tematiche sociali. Personalmente è anche una data a cui sono molto legato, perché è il compleanno di mio fratello. E infatti l'audio finale è una registrazione di una telefonata tra mia nonna e mio fratello dove lei si dispera perché è il suo compleanno, ed è anche il giorno di Santa Lucia e non può cucinargli gli arancini perché lui non vive più a Palermo. E così, con questo audio si chiude l'Ep, proprio come un cerchio.

Secondo te, Palermo influenza la tua musica?
Senz’altro e l'ho capito nel momento in cui ho deciso di fare "Amunì". Mi ero trasferito da anni, eppure mi era entrata in testa questa parola che era così potente che poteva essere, a parer mio, estrapolata dalla Sicilia. Infatti è una canzone che è stata molto ascoltata anche all’estero da un pubblico che l'ha apprezzata anche senza comprenderne il significato. E’ rimasta una bella parola da ascoltare. E l'influenza viene proprio da lì, io per vent’anni ho sentito qualcuno dirmi "Amunì, Amunì muviti... Amunì spicciati". E tre anni dopo essermi trasferito a Bologna, la prima cosa che mi è venuta in mente è: devo usare la parola "Amunì".

A tal proposito, come crei i tuoi brani?
Ho bisogno di vivere una quantità di esperienze prima di tornare a casa, aprire il pc e iniziare a produrre una canzone. Il metodo inverso di produrre e basta non funziona per me. La mia produzione è più punk, più freestyle, faccio altro nella vita, poi torno a casa e mi viene un'idea.

E vai spesso ad ascoltare altri set?
Non spesso, a dire il vero, mentre a casa ascolto moltissima musica, anche non elettronica, ma di tanti generi diversi. Principalmente sento ambient o progressive o indie. E le idee mi vengono proprio così, nutrendomi di tutt'altro.

Suonando hai notato differenze nel pubblico tra le varie città?
Per quanto riguarda i brani "Amunnì" e "Ammutta" ho notato sempre la stessa reazione, le persone rispondono in maniera molto felice, il che è bellissimo. Ho provato anche a suonare "Santa Lucia" in live, su un tetto a Palermo al tramonto, ed è stato un momento emozionante di empatia e di condivisione. Credo che in un mainstage all'una di notte avrebbe avuto un effetto diverso (ride).

Che ne pensi della scena elettronica italiana?
Ho notato che nell'ultimo periodo c'è tantissima produzione di musica elettronica italiana, finalmente ha preso piede ed è fichissimo. Forse l'unica cosa che mi dispiace è che mi sembra che si punti tanto a farla suonare come suona fuori, si parla anche Uk garage italiana, ma è un controsenso, a mio parere. Sarebbe bello parlare di musica elettronica italiana. Ci sono tantissime cose interessanti che hanno ispirazioni italiane, che si dovrebbero utilizzare come riferimento senza dover guardare all'estero. Nell'ultimo periodo c'è un bel fermento di ragazzi, anche non noti, molto bravi, ed è un peccato dover fare un paragone con l’estero, anche se riconosco che la cultura principale è inglese.

C'è un vero e proprio subbuglio adesso di ragazzi che fanno elettronica e stanno cambiando un po' lo scenario, non trovi?
Ce ne sono tantissimi molto bravi, mi viene in mente Camo, c'è Giorgio, Pentola, ma guardando indietro mi vengono in mente anche Popoulous, Krookers e tanti altri. Ne abbiamo avuti e ne abbiamo tantissima di gente che fa musica elettronica e che la fa bene, in maniera coinvolta e coinvolgente.

C'è qualcuno con cui vorresti collaborare?
Al momento non saprei, ma è uscita da poco una collaborazione alla quale tengo molto con Camoufly. L'ho conosciuto da fan a una serata qualche anno fa, con il tempo siamo diventati molto amici, e il brano che abbiamo fatto insieme "glory" (uscito il 2 maggio) è nato in maniera completamente casuale. Semplicemente un giorno gli ho mandato una demo, solo per condividerla, senza l'idea di un progetto comune, lui l'ha trovata interessante e poi ci abbiamo costruito il pezzo.

Come sta andando il tour?
E' bellissimo quello che sta succedendo, è bella la reazione dei palermitani al progetto, ma anche fuori dalla Sicilia, fuori dall'Italia. Ne sono molto felice.

C'è stato un momento in cui hai capito che stavi avendo successo?
No e neanche adesso è arrivato quel momento. Anche perché quando non suono, lavoro. E quando suono live, sono molto concentrato, quindi magari non realizzo quanto il live stia andando bene. Me lo devono ricordare le persone che mi sono intorno, che sta andando tutto bene.

Per te il progetto musicale deve avere un senso intrinseco, oltre a essere una passione?
Sono molto critico con me stesso, perché tengo molto a quello che faccio. Fare musica è stato un modo di comunicare qualcosa, di fare uscire un sentimento. Prendere la parte strumentale e produrre dei brani miei, con un progetto, e non farlo solo per altri, mettere questa parte strumentale in primo piano, penso sia emblematico della volontà di esprimermi. Con questo Ep ho avuto modo di farlo in maniera diretta, perché ho attraversato tutte le emozioni; è stato romantico, simpatico, triste. E’ stato un po' tutto.

(12 maggio 2025)

Discografia

Passion Boi (2020)
Ti fa ballari e ti fa chianciri (BombaDischi, 2025)
Pietra miliare
Consigliato da OR

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