Attivo nel circuito rock francese da oltre dieci anni, l'ensemble La Colonie de Vacances si è guadagnato gli apprezzamenti della critica e degli appassionati grazie al suo “sistema sonoro quadrifonico, che pone il pubblico al centro di un concerto eseguito da quattro gruppi contemporaneamente”. Caratterizzato dalla presenza di sei chitarre, cinque voci, quattro batterie, quattro sintetizzatori e due bassi, La Colonie de Vacances ha esordito con le nove tracce di “ECHT”, uno stimolante esercizio sonoro al confine tra math-rock, stratificazione poliritmica e fibrillazioni rumoriste. Per saperne di più, abbiamo posto qualche domanda a Eric Pasquereau, uno dei chitarristi e cantanti dell'ensemble transalpino.
Come vi è venuto in mente di fondere quattro band in una?
È stato un processo molto lento. Papier Tigre, Marvin, Electric Electric & Pneu iniziarono a suonare intorno al 2003-2007 e in quel periodo presero anche a girare la Francia e l’Europa. Ci siamo incontrati lungo la strada e durante numerosi spettacoli. Siamo diventati subito amici, condividendo musica e riflettendo sulla vita. Nel settembre del 2010, organizzammo un tour di nove giorni in giro per la Francia e lo chiamammo "La Colonie de Vacances": tutte e quattro le band suonavano ogni sera, separatamente. È stata un'esperienza elettrizzante per tutti noi, abbiamo conservato molti bei ricordi dei locali esauriti e del legame con il pubblico. In occasione di un festival artistico a Tours, alle nostre band è stato offerto di suonare una dopo l'altra una canzone a testa, con quattro palchi e il pubblico nel mezzo. Da quel momento in poi si è materializzata in noi l’idea di uno spettacolo a 360° con un impianto di amplificazione quadrifonico, e così abbiamo cominciato a portarla in giro, ottimizzando il set anno dopo anno, fino al 2019, quando sia Emilie dei Marvin che Vincent degli Electric Electric hanno deciso di abbandonare il progetto. La Colonie de Vacances è diventata, così, una band a tutti gli effetti, con Julien, Rachel e Nicolas che si sono uniti a noi, mentre tutti gli altri membri delle quattro band sono stati scartati, per dare vita a quattro nuove formazioni pronte a suonare dal vivo nel 2022.
Avete influenze e passioni musicali comuni?
Le nostre passioni includono quasi tutte le esperienze sonore, il cibo, i vini naturali, parlare delle band metal degli anni 90, il duo comico Tim & Eric, il cinema, la letteratura e probabilmente ancora altra musica.
Perché avete scelto di chiamarvi La Colonie de Vacances?
Come molte decisioni prese nell’ambito di questo ensemble, nessuno lo ha davvero scelto. Non riesco davvero a ricordare come e perché La Colonie de Vacances è diventato il nome dell’ensemble. Di certo, si chiamava così un tour che facemmo nel 2010 e poi, per motivi che ignoro, quel nome è rimasto con noi e nessuno ha mai cercato di cambiarlo. Ed è perfetto.
Siete attivi dal 2010, ma avete pubblicato il vostro primo album solo quest'anno. Perché c'avete messo così tanto?
Per molto tempo, il nostro è stato solo uno spettacolo dal vivo, basato principalmente sulle canzoni delle quattro band di cui sopra; poi, abbiamo iniziato a scrivere materiale inedito appositamente per suonarlo durante i nostri concerti, e abbiamo limato il nostro set fino al 2019, anno in cui la formazione è cambiata. A quel punto, abbiamo scritto un intero nuovo spettacolo con canzoni originali, per cui ci è parso più sensato provare a fare un disco, in modo che le persone potessero ascoltare la nostra musica sui loro telefoni cellulari.
Cosa significa il titolo dell'album, "ECHT"?
“Echt” significa “vero”, “autentico” in tedesco. Sembrava carino e suonava autentico.
Facendo un po' di ricerche sul vostro conto, mi sono imbattutto in quest'album: https://store.kythibong.org/album/la-colonie-de-vacances. Di che si tratta?
Durante gli anni, abbiamo pubblicato alcune cose: quello di cui mi chiedi è un 10” con un libro illustrato dagli artisti Marion Jdanoff, Double Bob, Quentin Faucompré e Geoffroy Pithon. Poi, facemmo una registrazione dal vivo con Greg Saunier dei Deerhoof: si trattava di una canzone di 60 minuti scritta dallo stesso Saunier. Cose che all'epoca avevano un senso ma non erano del tutto legate al live set che stavamo suonando. È un po' difficile rifiutare collaborazioni davvero interessanti. Le cose spontanee e istintive rappresentano un buon modo per far funzionare questo ensemble.
Prima di approdare al disco d'esordio, vi siete fatti apprezzare soprattutto per il vostro "quadraphonic show". Che tipo di meraviglie nasconde, a vostro avviso, la quadrifonia? Nella dimensione live, credo che tra di voi ci sia anche una sorta di esperienza telepatica...
Devo pensare sia così, visto che sono stato su di un palco per tutto questo tempo. Ma quando mettiamo insieme le esperienze di più persone, queste sembrano accennare soprattutto al vortice sonoro, alle infinite possibilità (poliritmia, dinamica, orchestrazione...), al non sentirsi dire dove guardare e cosa sentire... Nei nostri concerti, il pubblico è al centro perché rappresenta il punto focale principale: è lì, infatti, che si trova l'azione. Noi tutti pensiamo solo a suonare e a goderci il momento fino in fondo.
Quando avete iniziato, sapevate già che musica volevate suonare? A conti fatti, le vostre radici stanno nel math-rock, anche se, come si ascolta in "ECHT", anche il minimalismo sembra essere una delle vostre stelle polari...
Le radici sono nella musica rock e il primo nostro repertorio era un mix di tutte le canzoni delle quattro diverse band da cui proveniamo. Dal 2019 in poi, tutti hanno cambiato e nutrito i propri gusti e le proprie pratiche musicali, quindi siamo influenzati da molte cose: musica contemporanea e tradizionale, elettronica, ma suoniamo strumenti rock (chitarre elettriche, bassi, synth, batteria, voce...), quindi ciò restringe di molto le nostre possibilità. È difficile parlare di minimalismo, perché siamo una band di dodici elementi, ma sì: alcune tracce sono sicuramente minimaliste, solo forse un po' troppo minimaliste.
In un brano come "L'amour universel" sento l'eco del Totalismo di Glenn Branca. È una mia impressione o si tratta di una delle vostre influenze "nascoste"?
Non credo sia un'influenza nascosta. Glenn Branca ha scritto molti pezzi con numerose chitarre elettriche e siamo cresciuti con i Sonic Youth, quindi non sono davvero sorpreso che tu lo menzioni. Non saprei dire se Branca abbia avuto un'influenza su quella specifica canzone. È stato Eric (Bentz, ndr) a scriverla.
Ho trovato molto efficace la scelta di chiudere l'album con un brano così particolare come “Fernweh”, che in sede di recensione ho descritto come "una lunare e poliritmica commistione di canzone d’autore d’ascendenza post-punk e fosca malinconia". Da dove è arrivata l'ispirazione per questo brano?
"Fernweh" è stata scritta principalmente da Rachel (Langlais, ndr): io mi sono occupato, invece, della linea vocale e del testo. La musica delle batterie è scritta in modo che rimbalzi dall'una all'altra attraverso i quattro i palchi e lo stesso vale per le melodie dei sintetizzatori, per le chitarre e i bassi. Ci è voluto un po' di tempo per fare in modo che tutto funzionasse a dovere. Ma è davvero un ottimo modo per chiudere l'album, un modo tra il rassicurante e l’inquietante. Penso che la canzone fosse un po' più soft all'inizio, ma poi la band le ha aggiunto qualche spigolo, da cui è scaturita quell'atmosfera post-punk a cui fai riferimento.
C'è un filo conduttore che attraversa le liriche di "ECHT"?
Il filo conduttore di “Echt” è principalmente un collage di linguaggi diversi, storie di vita reale e haiku. Molto è lasciato vagare qua e là, non molto è garantito in termini di contesto, c'è molta ansia, alienazione e senso dell’assurdo. È un po' difficile sapere dove collocarsi di questi tempi, tante sono le cose deviate, quindi i testi cercano di relazionarsi con questa instabilità, aggirandosi furtivamente come estratti e frammenti di situazioni piuttosto che storie vere e proprie.
In che modo nascono i vostri brani?
Ci sono sei persone che scrivono regolarmente per la band, poi la musica viene adattata a un live set up. Quindi molte cose possono cambiare o non possono cambiare dalla demo originale alla versione finale dell'album, a seconda di quanto sia buona/efficiente la scrittura in prima battuta. Ognuno fa la sua parte di lavoro per la band, a seconda del tempo e delle capacità e c'è molto da fare: registrare, curare i video, cucinare, bere, correre e cercare di essere pagati per tutto questo.
Quanto dovremo aspettare per ascoltare un vostro nuovo album?
Stiamo registrando un nuovo singolo con due nuove tracce per l'inizio del 2023. Non ho idea se o quando verrà realizzato un nuovo album. Ma mi piacerebbe tanto venire a suonare in Italia con la Colonie de Vacances!