
Con piacere! Sono originaria della Polonia. In realtà sono metà polacca, da parte di padre e metà russa, da parte di madre, ma prima di trasferirmi a Berlino vivevo in Polonia e forse c'è da aggiungere che Marta Raya non è il mio vero nome, ma il nome d'arte. Te lo dico perchè molte persone continuavano a chiedermi se avessi origini spagnole.
Raccontaci com'è stato il tuo esordio come musicista e com'è nato poi il tuo progetto solista.
Fin da bambina ho vissuto nell'ambiente della musica e dicevo sempre che da grande avrei fatto la cantante. Questo sogno si è realizzato nel 2011. Appena trasferita a Berlino, ho fondato una band dark-punk con i miei amici, Tanzkommando Untergang, e io ero la cantante. Abbiamo realizzato un Lp con una band post-punk polacca, Wieze Fabryk. I Tanzkommando Untergang sono stati attivi per circa due anni. Dopo che si sono sciolti, ho iniziato un nuovo progetto con la mia amica Daria. Si chiamava Monowelt. Questa volta la nostra musica prese una direzione più darkwave. Abbiamo pubblicato un Lp e siamo state attive per quattro anni. Il mio progetto solista è iniziato quando le Monowelt si sono sciolte. Ho annunciato ufficialmente “Marta Raya” all'inizio del 2018, ma avevo iniziato a scrivere brani da sola nel 2016. La maggior parte dei brani del mio primo album sono in realtà “prime scelte”, cioè voglio dire che le ho prese dalle mie jamming session a casa, durante le quali non ero neanche consapevole di volerle pubblicare un giorno. Ecco perché molti brani sono così lunghi: erano il risultato del jamming. Ho deciso di non cambiarli molto, né ridurne la lunghezza, perché mi piaceva tanto l'idea di mantenere la versione iniziale.
Com'è vivere a Berlino per un musicista?
Vivere a Berlino per un musicista ha diversi vantaggi, devo dire, soprattutto perché la scena alternativa qui è molto presente. Se si tratta di suonare dal vivo, hai tante possibilità. Ci sono molti eventi e location dove darkwave e post-punk sono molto apprezzati e c'è sempre un pubblico sufficiente per questi generi. Penso anche che Berlino sia una città molto artist friendly. Se sei un'artista, non importa se sei musicista, pittore o fotografo, Berlino ama ogni forma d'arte e mi auguro che questo non cambierà mai.

I temi del mio primo album sono... emozioni nascoste! Parlo principalmente del mio mondo interiore, di fatti che evocano emozioni forti dentro di me. Dalle difficoltà nelle relazioni interpersonali, a stati d'animo malinconici e depressi, a sogni e desideri di cose intoccabili, ossessioni profonde, la natura e il nostro pianeta. Dipende molto dal brano. Direi che i miei testi sono molto personali da un lato, ma dall'altro chiunque può immedesimarsi, quindi spero che le persone possano identificarsi nei temi trattati. Musicalmente per me è una riflessione su me stessa. Suggestioni che nascono da stati d'animo sognanti e romantici, attraverso rabbia ed emozioni profonde, nel mio mondo fatto di malinconia e paesaggi sonori inquietanti. Io la chiamo “wave triste”, penso che questo termine sia calzante. C'è anche un tocco teatrale in questo. Amo la parte teatrale della musica darkwave/goth. La puoi sentire in alcune delle mie canzoni. In generale però è così difficile descrivere la propria musica a parole, specialmente perché non ho alcun concetto o visione particolare in mente quando creo musica, ma la creazione avviene semplicemente in modo naturale.
Quali sono le band e la cultura che hanno influenzato la tua produzione?
Ci sono tantissime band che mi hanno influenzato e tanti generi diversi. Ho iniziato ad ascoltare musica alternativa da giovanissima e ascoltavo di tutto: grunge, hard-rock, metal, punk, reggae, ska, rock’n’roll, rocksteady... e alla fine goth. Quindi anche post-punk, synth- e darkwave, Ndw, minimal-wave, Ebm, new beat e molto altro... Credo che tutti questi generi hanno avuto un impatto su di me. Malgrado la mia musica può essere definita darkwave, le influenze sono svariate. Anche se per esempio non c'è nulla del suono reggae nella mia musica (sorride), questi generi mi hanno davvero influenzato tutti. Non si tratta solo del fatto che mi abbiano influenzato musicalmente, ma è qualcosa che va oltre: alcune band ti spronano mentalmente a fare una determinata cosa. A volte si tratta anche di attitudine, non solo di musica. Un esempio sono i Clash per me: ancora una delle mie band preferite di tutti i tempi. Non mi hanno influenzato musicalmente, ma di più a livello mentale. Non so come spiegarlo. Ho visto dei loro live in tv a quei tempi e ho pensato: “Ok, anch'io lo voglio fare. Voglio essere sul palco. Voglio fare musica e andare fuori di testa sul palco come Joe Strummer”. Ecco, questo è più o meno ciò che intendevo. Al momento ascolto tanto rock anni 70 a casa. Il mio ragazzo non ne è molto contento (sorride).

E' divertente essere di nuovo in una band! Mi piace il ruolo in secondo piano di tastierista e non essere quella di fronte al pubblico tutto il tempo. Credo sia un buon equilibrio. Ho il mio progetto solista dove sono la persona principale, anzi l'unica sul palco e dove faccio tutto, suono, canto, mi esibisco e scrivo la musica completamente da sola, mentre nella band contribuisco solo con i synth e sono solo una dei quattro musicisti sul palco. Mi piace anche il fatto che la mia musica da solista differisce da quella dei Dystopian Society: in questo modo ho la possibilità di suonare in due stili completamente diversi. Inoltre, suonare con degli amici è molto divertente. Conosco Sara e Max già dal 2011, pertanto non è stato come iniziare a lavorare con persone del tutto nuove, cosa che credo abbia reso facile la decisione di unirmi alla loro band.
A proposito del WGT, è stata una bella esperienza. All'inizio pensavo che suonare lì mi avrebbe messo tanta ansia perché tutti dicono: “Wow! Il WGT è una cosa grossa!”, ma a esser sincera per me non è stato diverso che suonare in qualsiasi altro piccolo locale. L'atmosfera generale sul palco, come anche dietro, era molto rilassata e amichevole. Sono felice che la band abbia avuto l'opportunità di suonare per un'audience più grande. Quindi sì, è stata decisamente una bella esperienza.
Quali sono i tuoi progetti futuri? Possiamo aspettarci un nuovo album presto?
Credo che mi concentrerò sia sul mio progetto solista che sui Dystopian Society. Oltre a questo, ultimamente ho collaborato con diversi musicisti come cantante guest, ma vorrei dedicarmi al mio secondo album come solista ora. Quindi, sì, per rispondere alla vostra domanda, c'è un nuovo album in arrivo. Sto lavorando ai nuovi brani, ma essendo stata spesso impegnata nei live, non li ho ancora portati a termine. Conto di farlo nei prossimi mesi, quindi restate sintonizzati perché presto potrete ascoltare ancora qualcosa di nuovo della mia wave triste con un piccolo tocco drammatico e teatrale (sorride).