Il tempo si è fermato per i The Proctors. Per loro, ma anche per noi, ascoltatori di uno dei dischi più incantevoli dell'anno in ambito guitar-pop. Sembra che il mondo della Sarah Records e tutto il suo immaginario riviva in queste canzoni, che rimettono in luce il talento compositivo di Gavin Priest a distanza di ben 17 anni, tanto è il tempo passato tra il nuovo album e l'esordio "Pinstripes and Englishmen" che uscì per Sunday Records nel lontano 1995.
I The Proctors del 2013 hanno qualche elemento nuovo in formazione ed escono per l'ottima Shelflife Records ma, come negli anni '90, non smettono di dispensare emozioni in musica, cercando e trovando la formula per la perfetta pop-song. Parliamo di tutto questo con lo stesso Gavin, che con grande gentilezza e piacere ha risposto alle nostre domande via mail.
Ciao Gavin, come stai? Da dove ci scrivi?
Ciao Ricky, sono a casa, a Sedgley, nel cuore della "Black Country" inglese (guarda su Google alla voce Black Country, il nome deriva dallo smog e il fumo delle fabbriche durante la rivoluzione industriale. Anche David Bowie ha scritto un pezzo su questa zona). È un posto pieno di gente realmente genuina e sincera.
Ho letto le prime recensioni dell'album e sono tutte molto positive. Immagino tu sia molto soddisfatto. Com'è stata la registrazione dei nuovi pezzi?
Certo, sono molto felice nel vedere che la gente apprezzi il nostro lavoro, naturalmente! Anche rispondere alle tue domande, ad esempio, è un piacere! Sicuramente ci abbiamo messo tanto tempo nel realizzare la nostra musica. Vediamo i Proctors come un motivo per registrare musica ed amiamo farlo. Una parte dell'album è stata registrata a casa. Negli ultimi 12 mesi avevamo una batteria in cucina, amplificatori in cantina, chitarre e microfoni un po' ovunque. Poi siamo stati da Ian Catt che ha prodotto alcuni dischi che amiamo, tra cui The Field Mice e St. Etienne. Un ragazzo a posto, che ha registrato e prodotto alcuni pezzi e ci è stato molto utile per una consulenza tecnica.
Il titolo mi porta a pensare che quella luce perenne ("Everlasting Light") sia proprio quella dell'immortale guitar-pop, così vero, accorato e senza tempo. Cosa ne pensi?
Sembra una cosa un po' religiosa! Io penso che la paura della morte sia una tematica sempre presente. Pensa ad esempio a una nostra vecchia canzone come "Live Forever", altro esempio della cosa. Come molte altre persone sono affascinato da quelle cose fuori da questo mondo, chiamiamole spirituali. Mio Dio, potrebbe anche suonare un po' pretenzioso qui, però si, ha anche a che fare con il suono jangly delle chitarre. E un po' anche quando, da bambino, andavo alla scuola domenicale con mia madre e vedevo quei raggi luminosi di luci che penetravano attraverso le vetrate.
Nel nuovo album passi da canzoni scintillanti a gemme malinconiche e intimiste. Due toccanti facce della medaglia chiamata pop.
Adoro la musica pop più triste, dai Joy Division a Simon and Garfunkel. Riesco ancora a piangere durante l'ascolto di "Letting Go" dei Field Mice. "Snowball" è stata la mia colona sonora durante la rottura della mia prima relazione seria. Istintivamente mi metto a suonare qualcosa di "triste" quando prendo in mano la chitarra. Cerco di non farlo, ma non riesco proprio a farne a meno. Poi ci aggiungo un po' di batteria per alleggerire la tensione e l'atmosfera.
Sai che il tuo disco riesce a portarmi fuori dal tempo? Non è assolutamente facile trovare canzoni che trasportano l'ascoltatore fuori dal suo spazio nel presente. Io chiudo gli ochi e mi sembra di essere tornato alla magia della Sarah Records. Cosa provi tu ascoltando adesso il disco?
Intanto ti ringrazio molto per le tue parole, che sono belle e lusinghiere. Amo la musica che riesce a fare quello che dici e se ci riusciamo anche noi, nel nostro piccolo, è motivo di grande felicità.
Ci piace far credere che ci siano cose migliori: una pentola d'oro alla fine dell'arcobaleno o che la luna è fatta di formaggio. Non si può combattere con quello che c'è in fondo al cuore. A volte ci troviamo a discutere su cosa si deve o si potrebbe fare in ambito musicale, tipica insicurezza, ma il suono del disco è l'equivalente di un salto fuori dall'aeroplano sapendo che il paracadute si aprirà tranquillamente. Questo lavoro ci ha ricordato chi e che cosa siamo e ci ha fornito idee e spunti per cosa fare in futuro.
Sul discorso Sarah Records, beh, ho sempre amato sfogliare dischi alla Swordfish Records a Birmingham e comperare qualsiasi cosa avesse un vago sentore di essere "indie-pop". Ho scoperto i Field Mice e la Sarah quasi per caso. Mi ricordo che la copertina di "Snowball" mi sembrava poter essere abbastanza Joy Division. I Sea Urchins sono nostri concittadini e sono stati con la Sarah. Amo non poche delle loro canzoni. Il cantante Jamie mi ha prestato un po' di soldi per recuperare la mia macchina che era stata "bloccata" dopo un loro concerto al Barrel Organ a Birmingham, poi guarda, sarei pieno di aneddoti da raccontarti, ma mi fermo. Loro hanno uno spirito punk che mi è sempre piaciuto. In conclusione ti dico che ho la mia copia in vinile di "Fountain Island" della Sarah proprio vicino a "Doing It For The Kids" della Creation Records: sì, sono colpevole!
C'è sul disco un pezzo che ti ha piacevolmente sorpreso?
"Adrienne" è stata scritta in fretta, quando il nostro batterista e migliore amico Adrian era molto malato. Non c'è la batteria, ma è uno dei nostri pezzi preferiti. Ah, Adrian ora sta molto bene.
Fantastici i suoni shoegaze di "Cellophane" e "Fall Down With You"!
Beh, House of Love, Galaxie 500, My Bloody Valentine, Kitchen of Distinction sono tutte grosse influenze per noi! Amiamo questo tipo di riverberi e credo sia molto chiaro nella nostra musica. Ho appena venduto un Lexicon Reverb e sono già in una specie di crisi d'astinenza.
La mia canzone preferita è "Fun Sunday". Ha una melodia favolosa e poi gli incroci vocali tra te e Margaret sono da brivido. Com'è nato il pezzo?
Grazie ancora Ricky per le tue belle parole. La canzone è stata scritta nella mia camera da letto, così come tante altre, ad esempio "Perfect World", messa su un nastro e mandata ad Albert della Sunday Records, la nostra prima label. Ricordo che quel demo casalingo era molto più malinconico, parlava di tempo perso in camera a far passare una noiosa domenica.
Io reputo Margaret una "vera" cantante. Fu messa sotto contratto da Tom Zutant, uno che stava dietro ai Guns N' Roses. Disse addirittura che lei era la miglior cantante che lui avesse sentito dai tempi di Axl Rose, pensa te! Poi la cosa non andò avanti perché l'etichetta fallì. Margaret ha una voce dolcissima e non ha per nulla un ego esagerato. Non ti sto a dire quanto poco apprezzi le persone piene di sé, sopratutto quelle senza talento. Nel mio mondo immaginario queste persone non esisterebbero. Ringrazio realmente Margaret per la sua pazienza e per il suo favoloso cantato con i Proctors.
Com'è iniziata la collaborazione con Terry Bickers?
È stata una mia personale ambizione quella di chiedere a Terry di suonare con noi. Lui è adorabile, una bella perona e siamo andati subito d'accordo. Lo abbiamo invitato a pranzo e lui ha lavato i piatti! È stato un paio di giorni con noi qui in Black Country. Sono andato a prenderlo alla stazione di Coseley e Adrian doveva venire più tardi per registrare una session insieme e ci ha detto che era così nervoso di poter incontrare uno dei suoi eroi che, per l'agitazione, per poco, camminando, non superò la casa, perso nei suoi pensieri. Siamo ancora in contatto. Gli piace la nostra musica e non solo ha suonato delle parti di chitarra magnifiche ma ha proprio avuto un effetto positivo su di noi, lasciandoci un bagliore nei cuori. Anche per lui nessun ego spropositato.
Che ricordi hai degli anni 90 in musica? Ne hai nostalgia?
Che ricordi favolosi! Ero in una britpop band, ed eravamo anche sotto un buon contratto, con il manager dei Manic Street Preachers che ci seguiva. Così ho conosciuto un sacco di gente. Ho dato il via a una serata in un club nel 1996, chiamata "Supersonic" (naturalmente!). Ho fatto il dj in un club chiamato Blast Off! al Wolverhampton Civic Hall, nel quale prese realmente vita il fenomeno del Britpop in Inghilterra. Ho lavorato anche in un negozio di dischi e comunque penso fu un periodo bellissimo.
Sei mai stato in Italia?
Purtroppo no! Pensa che mio fratello parla correttamente l'italiano e ha passato molto tempo nella vostra nazione. Ci piacerebbe molto venire a suonare ma anche a visitarla. Immagino l'Italia sia ricca di persone che sanno esprimere le loro emozioni. E poi amo la storia, Roma mi attira: ho un vero e proprio naso romano.
Grazie ancora Gavin. Con quale canzone potemmo chiudere la nostra chiacchierata?
Grazie a te Ricky. Direi "Into The Sun" o "Yesterdays Boy" che sono le più personali per me, ma sarò altrettanto lieto di lascire a te il compito! Ciao.