Da anni etichettato come il "nuovo Bacharach", il norvegese Sondre Lerche ha raccolto ampi successi di pubblico e critica negli ultimi anni. Nonostante la giovane età (ha appena 29 anni), ha già alle spalle una carriera decennale nella quale la sensazione è che ancora il meglio abbia da venire. In attesa della sua prossima venuta in Italia (il 1° ottobre a Roma, il 2 a Milano) per presentare il suo recentissimo album omonimo, gli abbiamo rivolto qualche domanda.
Caro Sondre, sono passati dieci anni da "Faces Down", l'album omonimo col quale debuttasti. Dieci anni nei quali la tua vita è completamente cambiata. Hai lasciato la tua città natale, Bergen, per esplorare il mondo. Senti la necessità di fare un bilancio di questa prima parte della tua vita? Avresti mai creduto di raggiungere la popolarità mondiale a nemmeno trent'anni?
Non avrei mai creduto che un giorno sarei stato in grado di vivere della mia musica. Tutto quello che volevo fare era scrivere le mie canzoni e l'ho fatto senza pensare a quello che sarebbe successo. Ma sono veramente grato di poterlo fare liberamente e di avere un pubblico con il quale comunicare. A parte questo non penso molto al passato.
Dieci anni è anche il lasso di tempo trascorso dalla tragedia dell'11 settembre. Un dramma che sembra così lontano dalla tua musica e dai tuoi testi che esplorano soprattutto l'intimità profonda di una persona, della tua persona. Hai mai pensato di affrontare temi politici o sociali nelle tue canzoni? Quali sono i tuoi sentimenti e pensieri in questi ambiti?
Ho scritto delle canzoni che si occupano di argomenti che vanno oltre il mio piccolo mondo ma devo ammettere che è veramente difficile trattare di tematiche così complesse nella musica. Queste cambiano per intero le motivazioni che stanno dietro il comporre una canzone, o forse sono semplicemente adatte a cantautori più intelligenti e politicamente più attivi di me. Personalmente reagisco al mondo che mi circonda come chiunque altro, magari con il tempo queste mie reazioni invaderanno la mia musica in maniera maggiore.
Il tuo ultimo album porta il tuo nome e presenta un tuo primo piano in copertina. Perché questa scelta e come si lega ai tuoi lavori precedenti?
Ho avuto molte difficoltà per trovare un titolo adeguato all'album. Non c'era niente che ho sentito potesse avere la giusta connessione con ogni sua parte, così l'ho semplicemente lasciato così com'era. Per la gente questo si chiama "self-titled", per quanto mi riguarda io l'ho semplicemente lasciato aperto. Riempirò questo vuoto quando avrò pensato a qualcosa di giusto.
Il tuo album è uscito per la tua etichetta discografica Mona Records, che porta lo stesso nome di tua moglie (la modella e attrice norvegese Mona Fastvold, ndr). Che tipo di esperienza è stata lavorare con lei (che ha diretto il video di "Go Right Ahead", ndr) e che tipo di influenza ha sul tuo lavoro in generale?
Collaboriamo su moltissimi progetti per cui non è stato niente di eccezionale, tutto è venuto molto spontaneamente. Lei è estremamente dotata, lavorare con lei è stato un piacere. Lei influenza il mio lavoro in molteplici modi, è difficile da spiegare senza che la mia faccia diventi rossa!
I primi anni con la Virgin Norway, poi un periodo con la Astralwerks e gli ultimi anni divisi tra la Rounded e la Mona. Quattro case discografiche in dieci anni. Un caso o cos'altro?
Più che altro penso che rifletta il periodo turbolento che stanno attraversando le case discografiche. Ho fatto quattro album con la Virgin Norway, che è confluita nella Astralwerks in America, poi un album con la Rounded e ora questo con la mia casa discografica Mona Records, quindi in realtà sono tre le case discografiche in questione. Ho avuto la fortuna di lavorare, all'inizio della mia carriera, con grandi persone nel sistema Virgin/Emi, ma poi tutto è cambiato e sono andato alla ricerca di nuove strade.
Come nascono le tue canzoni? È sempre lo stesso da quando hai iniziato o si è modificato nel corso degli anni?
È essenzialmente lo stesso da sempre, anche se quello che viene fuori è sempre diverso. Imbraccio la chitarra, accendo il registratore, prendo carta e penna e mi do da fare.
È difficile definire la tua musica in modo diverso da "pop". Ti ritrovi in queste "tre lettere" o pensi siano una limitazione per te?
Sono felice di definire la mia musica "pop". Sono d'accordo con te quando dici che è difficile definirla in modo diverso. Ma ho visto che questa definizione significa cose molto diverse per persone molto diverse, così è facile confondere la gente. Ma sono abituato anche a questo.
Hai realizzato la colonna sonora per il film "L'amore secondo Dan". È stata la prima e finora unica esperienza per te nell'ambito della musica per il cinema. Ti è piaciuta? Potresti farne altre?
Mi sono davvero divertito. È stato bello lavorare in gruppo con altre persone così brave nel loro lavoro specifico di musica per pellicole cinematografiche. Ho composto una canzone per il film "La cena dei cretini" lo scorso anno, ma mi piacerebbe lavorare di più a colonne sonore per film. È una cosa in grande contrasto col "narcisismo" del comporre per se stessi.
Qualcuno ha accostato il tuo nome a quello di "stelle" come Burt Bacharach o Elvis Costello. Senti il peso di paragoni tanto importanti?
In realtà non molto. La gente di solito cita grandi nomi per aiutarsi a identificare lo stile di un autore e spiegarlo ad altre persone. Di solito non significa che poi questo sia brillante come i primi!
La scena musicale norvegese, ma anche quella svedese e quella islandese, stanno vivendo una sorta di "età dell'oro" nella quale le creazioni di moltissimi artisti riescono a valicare i confini nazionali e imporsi nel resto del mondo. Come mai, secondo te?
Non ne ho idea, a parte il fatto che negli ultimi anni è venuta fuori davvero dell'ottima musica tanto dalla Norvegia quanto dalla Svezia o da altri paesi del nord. Credo che sia per questo che la gente ci si sta avvicinando con tanto vigore.
Che tipo di musica stai ascoltando in questo periodo? Qualche artista in particolare? E tra le tue canzoni quale preferisci?
Ultimamente ho ascoltato molto Jorge Ben (musicista brasiliano dedito a un originale mix di samba, jazz e funky, ndr) e Riz Ortolani (compositore pesarese che ha dato vita a colonne sonore per film quali "Il sorpasso", ndr). Tra le mie canzoni è difficile sceglierne una. Le nuove canzoni mi danno ottime sensazioni quando le suono, poi amo molto "Two Way Monologue".
Sei un compositore molto prolifico, come dimostrano i numerosi album usciti in questi anni. Hai già composto qualcosa di nuovo? Hai altri progetti, oltre al tour mondiale che stai portando avanti? Parlando di questo, ti piace la vita "on the road"?
In realtà quest'anno ho scritto molto poco. Mi sento strano ultimamente. Lavoro di continuo su diversi progetti, ma finché non saranno pronti per essere condivisi non c'è molto che io possa dire. Per quanto riguarda il tour, posso dire che mi piace vivere "on the road". Amo comunicare con il pubblico. Sono super eccitato per il tour in Italia e in Europa con la mia grandissima band, è passato troppo tempo dall'ultima volta.
Ultima curiosità: ma il nome Sondre da dove viene? Non è così comune...
È un nome tradizionale norvegese che di recente sta tornando molto di moda tra i bambini.
Forse anche per merito suo, verrebbe da aggiungere!
(25/09/2011)