Incontriamo la crew/label Voitax, composta da diversi giovani producer che hanno deciso di unire le proprie forze in quel di Berlino, dando vita a un’esperienza decisamente frizzante. Un progetto messo in piedi ben cinque anni fa, in grado di amalgamare diverse anime techno mediante una veste grafica distinguibile e fuori dal coro, ripetuti sguardi in avanti e financo una precisa fedeltà storica di stampo detroitiano. Abbiamo raggiunto il centro dell’etichetta, la cui evoluzione è partita con il concept nato dalla brillante penna di Marcus Glahn, artista specializzato in media design proveniente dalla Bauhaus University di Weimar. A risponderci sono Ben, Christoph e Martin (Ben è Paàl, acclamato dj-producer). I tre condividono la stessa posizione all'interno della label, in quanto ognuno è il capo e lavora come regista, creatore e visionario. Ad accompagnarli c'è anche la grafica Rosmarie Weinlich, che ha fornito alcune chiavi di lettura delle sue opere. Un ampio scambio di battute e vedute nel cuore di uno dei modelli più pulsanti della scena elettronica tedesca ed europea, esempio possibile di nuova "comune" e intrigante fucina di talenti.
La prima release dell’etichetta risale al 2013 con l’Ep del duo Paàl & Ezuri e da allora avete adottato una sorta di "no-names policy" su tutti i dischi, stampandoli senza info e timbrandoli con il logo della label a mano, uno alla volta. In più ci sono le inlays che impreziosivano la confezione. Tutto questo è un modo simpatico per creare suspense e attirare così curiosi e addetti ai lavori, oppure questa “politica” nasconde un significato ben più profondo?
Molti di noi facevano regolarmente registrazioni come dj ed erano già producer. Un chiaro concetto sonoro si era già formato nella nostra mente, anche se non riuscivamo ancora a descriverlo tra noi. Uno dei nostri amici, Marcus, stava studiando Media Design presso la Bauhaus University di Weimar e ha avuto la brillante idea di non stampare alcun nome sulle cover. Questo ci ha fatto pensare molto (e ancora al giorno d'oggi). C’è chi giudica troppo presto senza pensare alla qualità o all'innovazione della musica stessa. La gente viene al negozio di dischi con la mente già sicura di ciò che in quel momento è considerato "cool" e chi invece up-and-coming. I produttori non sono in grado di spingere le cose in un modo diverso. Mantenere il nome dell'artista nascosto significa liberare l'etichetta da tutto questo. Gli artisti sono liberi di esplorare ed essere audaci. Potremmo rilasciare musica di persone famose e sconosciute fianco a fianco. Anche Marcus ha fatto la sua mossa: essendo un appassionato fotografo, ha scattato un ritratto di ogni artista. Tutte le foto sono state scattate su pellicola in bianco e nero e poi elaborate a mano in una camera oscura, con lo scopo di distorcere i volti degli artisti al di là del riconoscimento.
Vedere il tutto come una "one-united-crew" è un'idea stuzzicante. Cosa vi ha spinto a fondare un'etichetta che nasce dall'intento di differenziarsi dalle altre agendo come se fosse essa stessa una sorta di "producer" unico, che amalgama e crea un unico mood stilistico attraverso un'accurata selezione di tracce e artisti più o meno "simili"?
Quando partimmo, decidemmo di fornire una piattaforma per produttori e artisti che la pensassero allo stesso modo per crescere insieme, sia che fossero nuovi arrivati o nomi già affermati. Naturalmente, con questo si sono anche formate nuove amicizie. Abbiamo avuto momenti felici, così come abbiamo risolto situazioni difficili tutti insieme. Voitax è diventata una famiglia e vogliamo mantenerla così. Non siamo una grande etichetta commerciale affamata di soldi, con il solo scopo di vendere dischi di sconsiderato bosh bosh techno. Vogliamo lasciare il segno facendo qualcosa di unico, creando il nostro suono e divertendoci a farlo. Oggi siamo quattro amici molto intimi e gestiamo l'etichetta tutti assieme, e abbiamo costruito tutto questo su forti legami di amicizia con i nostri artisti; vogliamo includerli singolarmente nello sviluppo della piattaforma che abbiamo creato. Riteniamo che siano queste amicizie (piuttosto che alcune rigorose linee guida circa lo stile a cui la musica che rilasciamo dovrebbe eventualmente aderire) che hanno modellato il suono di Voitax. Tutti noi ascoltiamo e critichiamo regolarmente i lavori in corso l'uno dell'altro e ci sosteniamo a vicenda per quanto possiamo.
Bleaching Agent, Swarm Intelligence, Makaton, Mondkopf, Domenico Crisci, Cressida, Unhuman sono solo alcuni dei nomi che hanno aderito al vostro progetto. Pur partendo da presupposti simili legati alla techno più selvaggia e oscura - che tanto imperversa da anni in quel di Berlino, dipanandosi poi in tutto il Vecchio continente - tuttavia ciascuno di essi ha un proprio marchio di fabbrica ben distinguibile. Come selezionate i vostri producer? Quali sono i meccanismi?
È difficile rispondere. In realtà, non abbiamo alcun "meccanismo" concreto, o "sistema", quando si tratta di scegliere artisti. Tutti noi siamo stati coinvolti con la musica per molto tempo e ognuno di noi ha gusti abbastanza ampi. Ciò significa che il nostro mondo non ruota intorno a un solo suono specifico. C'è tanta buona musica fuori dal nostro studio e se hai un occhio aperto per questo, finisci sicuramente per incappare in tutti i tipi di artisti con i vari background musicali. In breve, di solito finiamo per decidere su un tipo di produzione in modo piuttosto casuale. Detto questo, ovviamente alla fine sappiamo cosa vogliamo pubblicare sulla nostra etichetta o meno. Quindi, possiamo affermare che esista un "meccanismo" subconscio. In altre parole, lo sappiamo solo quando lo sentiamo.
A mio avviso, Domenico Crisci è sicuramente uno dei più grossi talenti italiani in circolazione non trasferitosi altrove, almeno per quanto riguarda il versante techno più distopico e alienato. Molti producer italiani tendono ad allontanarsi dalla propria terra, e Berlino è mediamente la tappa più gettonata. Ecco: cosa spinge secondo voi un giovane producer ad allontanarsi così tanto dalla patria natia? Voi che ci vedete dall’esterno come valutate lo stato di salute “elettronico” del nostro paese? Quanto siete affascinati dalle produzioni elettroniche contemporanee provenienti dal Belpaese?
Probabilmente, non abbiamo mai valutato la "salute elettronica di un paese", ma pensiamo che la "buona musica" non sia nulla che si possa individuare su una mappa. "Buona musica" è anche un termine soggettivo. Ci sono sicuramente alcune cose eccellenti che arrivano dall'Italia e conosciamo alcuni produttori di grande talento provenienti dal vostro paese che sono ancora poco conosciuti. Tuttavia, ci sono cose buone provenienti da tutti i tipi di luoghi in tutto il mondo, quindi non è necessariamente qualcosa che ha a che fare con la "scena" o la "popolarità" di un certo genere. Per quanto riguarda il motivo per cui la gente viene a Berlino, è difficile da spiegare. Potrebbe essere dovuto al modo in cui la città è ben collegata, sia geograficamente (grazie alle compagnie aeree a basso costo) che all'interno delle varie scene elettroniche, dal momento che molte etichette si basano su di esse.
L'artwork della vostra prima ed esaltante AA.VV. è stato creato da Rosmarie Barbara Weinlich, artista che ha ricevuto consensi un po' a destra e a manca: in Germania, Israele, Svizzera, Paesi Bassi, Polonia e Stati Uniti. Cosa si nasconde dietro tale immagine? E' una scelta ben precisa e mirata, con un chiaro rimando alla label o è stata una soluzione casuale?
L'idea venne da uno dei nostri membri dell'etichetta quando stavamo iniziando a pianificare un concept per la decima uscita. Rosmarie è un'artista ed è anche una buona amica di tutto l'equipaggio; si è offerta di disegnare un'immagine che lei ha scelto appositamente per la compilation. Volevamo che si sentisse libera di disegnare tutto ciò che le era venuto in mente e alla fine siamo rimasti tutti molto soddisfatti del risultato. Non c'era intenzione di definire tale immagine in partenza, lei voleva semplicemente metterla al centro della release e ha chiesto ad ogni artista di produrre una traccia che si collegasse con l'immagine.
Rosmarie: Come artista libera di spirito è semplicemente emozionante partecipare all'esperimento con Voitax, creando così un lavoro che servirà da base per un'interpretazione musicale. Sono ben consapevole del tipo di suono con cui abbiamo a che fare poiché sono una fan dell'etichetta e ne traggo tesoro estetico. Nel mio lavoro, mi confronto costantemente con il fenomenico e la decomposizione (o il tratto "decadente"). In questo, le mie interpretazioni di scienze naturali nella pittura e nelle installazioni artistiche assumono un contenuto simbolico sempre più interessante. Per questo tipo di opera, sono rimasta fedele al mio metodo e mi sono dedicata a un processo di pensiero immerso in una distopia illuminata dalla luce. Attraverso grafite scura e carta bianca sono riuscita a creare un contrasto piuttosto marcato intorno agli inizi del suono e mantenerlo nello spazio. La seta, la natura selvaggia, l'inconcludenza e il potere della vita sono legati a questi disegni, nella dimostrazione di un serpente alato: Phanon.
Secondo la vostra esperienza, qual è l’attuale stato di salute del genere techno? Cosa sentite di consigliare ai giovani che si avvicinano a tale stile?
In generale, il modo di produrre musica in questi ultimi tempi è diventato abbastanza innovativo e hai molti modi per creare il tuo suono unico, è qualcosa che apre molte possibilità per i giovani produttori. Tuttavia, viviamo in un'epoca in cui siamo sempre più sovraccarichi dell'output delle produzioni di tutti, non solo nella musica ma in ogni settore. Quindi, alla fine risulta difficile distinguere tra ciò che è buono e ciò che è cattivo. Oltre al fatto che le persone hanno semplicemente gusti diversi nelle cose, puoi comunque percepire sempre una certa qualità nella musica, e non importa quale genere sia. Secondo la nostra opinione, ciò deriva dalla scelta di lasciare alle produzioni il tempo di cui hanno bisogno e non essere sotto pressione, magari assecondando solo le aspettative che provengono dall'esterno. Alla fine si tratta sempre della tua idea e fino a quando mantieni l'attenzione su ciò che ti piace produrre, il risultato sarà sempre autentico e senza tempo.
Nella spendila ed esaustiva raccolta mi preme sottolineare uno spettro comunque ampio, e ascoltando la traccia di Nyarlathotep mi pare che si possano intersecare elementi della minimal wave di inizio 80, senza per questo accantonare una produzione comunque contemporanea. Avete affermato che sarà possibile ascoltare tale raccolta anche dal salotto di casa. E’ una provocazione, oppure secondo voi è giunto il momento di slegare la techno da una certa fruizione live?
Sentiamo che ci sono tracce in questa compilation che funzionerebbero bene in pista, e altre che sono meglio apprezzate in cuffia. Detto questo, non crediamo che esista un unico ambiente per ogni singolo suono. Spesso ascoltiamo tutti i tipi di musica elettronica a casa e per quanto riguarda la nostra serie di eventi a Berlino, talvolta improvvisiamo suoni ambient accanto a quelli più compatibili con il dancefloor. Abbiamo fatto questa scelta semplicemente perché volevamo creare una compilation che si estendesse su più generi e impostazioni.
Nella parte centrale della raccolta, noto la presenza delle tre tracce più selvagge e dinamitarde, con i vari Cressida, Swarm Intelligence, lo stesso Crisci e Unhuman. Mentre il cerchio si chiude con l’oscura fascinazione a rilento di Second Spectre. Avete disposto le varie tracce volutamente in questo modo? Oppure è solo il frutto della casualità?
Come descritto sulla copertina apribile della "Voitax X Compilation", abbiamo cercato di creare un viaggio che in qualche modo potesse guidare l'ascoltatore attraverso l'intera compilation. Abbiamo passato molte ore ad ascoltare tutti i brani finali, poi ci siamo seduti con l'intento di individuare un arrangiamento definitivo, che raccontasse al meglio la storia che stavamo cercando di creare. Quindi, per rispondere alla tua domanda: sì, abbiamo organizzato consapevolmente le tracce in questo ordine. A nostro parere, tutte le tracce funzionano perfettamente insieme e si accumulano bene durante l'intera release.
Quali sono i vostri ultimi progetti e cosa bolle in pentola per il futuro?
Col nuovo anno abbiamo avviato una nuova serie di release ("VOI011" - "VOI020"), inaugurando la serie con un disco davvero unico di Paal, "Fitz Roy", al quale è seguito il primo full length di Voitax, prodotto dall’irlandese Swarm Intelligence e dal titolo "Against The Dying Light“. Ha preceduto queste uscite la compilation "Voitax X", dal sound decisamente cinematico, che sta ancora riscutendo discreto successo. A breve uscirà uno speciale Ep di debutto di Esker, nostra cara amica e parte del collettivo, oltre che musicista talentosa, e siamo felicissimi di averla a bordo. Abbiamo molte attività pianificate, e ognuna si sviluppa e finalizza spontaneamente. Stiamo lavorando su molti progetti con nuovi artisti che hanno incrociato il nostro cammino; siamo sempre alla ricerca di nuovi producer, fotografi, pittori, in generale artisti di tutte le tipologie e discipline. Inoltre, siamo stati molto occupati con le nostre label night tra Europa e Asia, nello specifico in Sud Corea e Giappone. Vogliamo continuare a muoverci tutti insieme, da vera crew quale siamo, e continuare a suonare insieme come Voitax Showcase. Tramite le label night, il fine è sicuramente diffondere la diversità del nostro sound e condividerlo con nuovi fan. Per ogni label night che proponiamo, coinvolgiamo a turno gli artisti dell'etichetta e troviamo promoter interessanti coi quali curare la direzione dell’evento. Un’altra interessante novità è la collaborazione avviata di recente con la docente di fotografia Nina Röder, le cui incredibili opere fotografiche saranno utilizzate per le cover della nuova serie di uscite discografiche. Siamo davvero onorati e felici di vedere i suoi lavori sulle copertine della nostra label. Abbiamo esposto le sue foto in una mostra durante il nostro tour in Asia, precisamente a Seul in una galleria d’arte contemporanea, e durante l’esibizione erano presenti anche gli scatti di Marcus Glahn così come i lavori di Rosmarie Weinlich.
AA.VV. - Voitax X Compilation (Voitax, 2017) |
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