Melody Gardot resiste alle tentazioni del jazz da club per seguire le orme delle grandi interpreti, il romanticismo mellifluo lascia il posto ad atmosfere noir e tracce di blues, i confini musicali sono superati da contaminazioni europee e latine, un po' Edith Piaf, ma anche Tania Maria, la voce è ora sensuale, ora più grintosa, introduce spunti rock e country destinati ad ampliare il potenziale pubblico. "My One And Only Thrill" contiene una sola cover, le altre dieci canzoni sono tutte originali, ma stranamente si ha spesso l'impressione di ascoltare dei classici. La produzione raffinata ed essenziale è affidata a Larry Klein, mentre Vince Mendoza realizza delle incantevoli orchestrazioni.
Romanticismo viscerale e intenso nelle ballad jazz più tipiche; "Baby I'm A Fool" seduce con classe, una torch song che ricorda Julie London e George Gershwin; "Lover Undercover" e "My One And Only Thrill" indugiano nel jazz più classico, con raffinate soluzioni vocali e strumentali che provengono dalla scuola nobile di Billie Holiday e Stan Getz, la title track, in particolare, possiede una costruzione armonica degna dei classici, la voce ricca di pathos non cede mai al sentimentalismo, ed è un trionfo. La versatilità vocale permette poi alla brava cantante e autrice briosi esercizi di swing nell'ottima "If The Stars Were Mine", mentre l'omaggio a Edith Piaf celebrato in "Les Etoiles" si avvale di un notevole arrangiamento con sax, vibrafono, chitarre e fiati, tutto condito da scat vocali sbarazzini e un testo francese ricco di malizia.
Mentre Norah Jones predilige il languore del country-rock, la Gardot vira verso il blues con la malsana e fumosa "Your Heart Is As Black As Night", una perfetta canzone da bordello del dopoguerra, poi il blues si combina con il rock in "Who Will Comfort Me", la voce diventa aspra e lo swing contagioso.
Il tocco noir è evidente nel vero capolavoro del disco, ovvero "Our Love Is Easy", una piccola "Cry Me A River" moderna, che celebra tristezza e sofferenza con superbo lirismo, ancor greve e oltremodo oscura anche "The Rain", costruita su poche note ricche di poesia. "Deep Within The Corners Of My Mind" riporta incanto e seduzione prima che si celebri la buona cover di "Somewhere Over The Rainbow ", addomesticata dai profumi di bossa nova che rendono il brano un altro esempio di classe. Atmosfere brasiliane anche per la rivisitazione di "If The Stars Were Mine", che chiude con leggerezza uno dei migliori album di jazz vocale dell'anno.
(26/07/2009)