
Sabato 17 maggio u.s. si è tenuto a Milano (centro sociale "Cox 18") il concerto dei Califone per promuovere lo splendido "Quicksand/Cradlesnakes", a mio giudizio uno dei migliori album pubblicati nel 2003. Il gruppo americano di Tim Rutili e Ben Massarella (ex Red Red Meat), profondamente legato alle radici del folk statunitense, ha confermato la propria efficacia sul palco, benché la proposta musicale non sia d'immediata fruizione. Ottima performance.
La vera rivelazione della serata, però, è stata il gruppo di supporto: gli italiani Taras Bul'ba, un power trio dalla strumentazione classica (chitarra+basso+batteria e qualche sporadico campionamento) che ha letteralmente infiammato il palco del Cox 18 con una musica (strumentale) grezza, feroce e marziale caratterizzata dalla precisione esecutiva.
Se non ritenessi forviante qualsiasi tipo di classificazione, definirei la musica del gruppo con il termine di "math rock". Dal primo accordo, infatti, balena alla memoria lo stile di gruppi come Laddio Bolocko o Don Caballero. In più, i Taras Bul'ba presentano sonorità chitarristiche vicine al prog anni Settanta (Gong e King Crimson, per intenderci), mentre la struttura dei brani richiama i primi lavori di Killing Joke e Jesus Lizard. Una commistione incendiaria, dunque, che mi auguro possa condurli a una certa notorietà.
Ho acquistato il loro terzo album (autoprodotto), che conferma quella potenza e quell'energia proprie della loro esibizione di sabato. Vi consiglio di tenerli d'occhio perché, a mio giudizio, potrebbero rappresentare una realtà musicale molto interessante di cui, in Italia, abbiamo fortemente bisogno.