31/01/2004

Mogwai

Velvet, Rimini


Un cammino attraverso nordiche e desolate lande ventose, ove i segni precursori dell´imminente tempesta, si fanno via via più forti, fino ad esserne finalmente travolti. E´ questa la sensazione procurata dalle trame sonore intessute dai cinque ragazzi scozzesi, che da anni ormai soddisfano il nostro bisogno di malinconia e dolce tristezza. Sensazione resa ancor più forte nella dimensione live della band, in Italia per quattro date del loro tour europeo.
Lo "young team" sa come colpire al cuore, lo fa ad ogni brano, con ogni strumento, con ogni nota.

"You don´t know Jesus", "2 rights make 1 wrong", "Stop coming to my house", "Itaca", risultano se è possibile, ancora più intense delle loro versioni su disco, sostenute dall´uso quasi esasperato di distorsioni di chitarre ascensionali, a creare uno strato denso e compatto di puro rumore emozionale.
"Mogwai fear Satan" invece, fa male. Fa male quando sul drumming tribale e lontano, si scaraventa l´attacco sonico e violento di un´onda elettrica, che immerge tutto in una mare di decibel caduto dal cielo. Ma sarebbe inutile analizzare lo show attraverso i singoli episodi. E´ più indicativo invece, considerare il tutto come un´unica grande composizione, caratterizzata dal loro paradigma musicale. Paradigma dettato da un attitudine romantica, su cui sviluppare un manto sonoro imponente ma rassegnato, dove adagiare le nostre stanche anime diventa inevitabile. La loro, è un espressione sonora di uno stato d´animo. Ripetitivo? Forse, ma terribilmente affascinante e assolutamente necessario.

Si chiude sulle laceranti schitarrate di "Ratts of the Capital", uno spettacolo dal forte impatto emotivo. Si torna a casa provati ma felici, con l´impressione di aver ricevuto tanto, ma anche lasciato qualcosa. Lì, ai piedi del palco a guardar bene, vi si possono trovare brandelli di cuori feriti, travolti da un uragano struggente di nome Mogwai.

Mogwai su Ondarock